domenica 10 aprile 2016

Le parole d'ordine della nuova stagione dell'Accademia di Santa Cecilia. Da soli non si va da nessuna parte. I direttori non hanno tempo per fermarsi a roma 4 giorni

E' stata presentata la prossima stagione sinfonica e cameristica della romana Accademia di Santa Cecilia- che, inspiegabilmente, non è ancora visibile sul sito dell'istituzione - dal nuovo sovrintendente, dall'Ongaro, e dal direttore musicale, Pappano, che ha confermato di aver allungato la sua permanenza a Londra (Covent Garden) fino alla stagione del 2020, mentre a Roma dovrebbe restare fino al 2019, salvo ripensamenti e precipitosi matrimoni definitivi.
 Nessuna novità sugli artisti, specie fra i  direttori ospiti: tutti stranieri come nella norma delle stagioni passate,  gli stessi di sempre, compresi alcuni debutti di direttori praticamente sconosciuti, di cui sono pronti a raccontarci meraviglie. Nessun nuovo arrivo di direttori di gran nome di cui da tempo si invoca e viene promessa, invano, la presenza: lo staff dell'Accademia è troppo impegnato a dirigere il traffico esistente per andare a impelagarsi in territori che da tempo non frequenta, temendone insidie generate eventualmente dalla rottura di precedenti equilibri.
Per il secondo o terzo anno consecutivo, Pollini diserta, dopo decenni, la stagione ceciliana. Perchè?
  Grandi novità, invece, sembrano esserci nelle parole d'ordine dell'Accademia. La prima, sputata dal sovrintendente: 'da soli ormai non si va da nessuna parte', per giustificare le numerose (due,in realtà, e le solite con qualche appendice) collaborazioni con altre istituzioni: la commissione congiunta  a Peter  Eotvos, dell'Accademia, della Scala, dell'Orchestra  Rai e dell'Opera di Firenze; con Musica per Roma per 'Luglio suona bene'; con l'Opera di Roma per  Bussotti  e per  l'offerta promozionale di quattro spettacoli fra Opera e Accademia; e  con Romaeuropa per un'opera di Lucia Ronchetti per sole voci (commissionata, in verità, dal Massimo di Palermo; dunque collaborazione per l'ospitata a pochi giorni dalla prima siciliana che avverrà a metà ottobre).
 La seconda parola d'ordine, lanciata da Antonio Pappano, doveva giustificare il cambio dei giorni dei concerti, sia sinfonici che cameristici: 'un direttore di nome non  si può  pretendere  che resti a Roma per tre concerti quattro giorni', riposando la domenica, come avviene ancora oggi.
Pappano,  forse a causa della sua non perfetta conoscenza della lingua italiana, non si è reso conto della volgarità e dozzinarietà della sua affermazione. I cavalieri dell'arte, i difensori della civiltà del bello, vogliono arrivare a Roma, fare tre prove al massimo (magari facendosi precedere da qualche assistente e limitandosi alla 'generale'), e poi dopo i tre concerti uno di seguito all'altro, via su un aereo per atterrare in un'altra piazza, dove fare nuovi... danni. Un meccanismo che va veloce, e che non ha più tempo per essere oleato a dovere. Per questo i concerti saranno di giovedì, venerdì, sabato. Mercoledì per i concerti da camera, nei quali si segnala l'impresa titanica di avviare l'esecuzione delle 100 e passa sinfonie di Haydn da qui al 2032...  praticamente fino all'eternità, affidate ad Antonini sul podio dell'orchestra da camera di Basilea.
 Il sovrintendente ha poi annunciato che a partire dall'anno prossimo, stagione 2017-18, prenderà il via un altro progetto che durerà fino al 2050 ( trecento anni dalla morte),  e che prevede l'esecuzione integrale del catalogo di Bach; e, dalla stagione successiva quella del 2018-2019, un terzo dedicato a Mozart (esecuzione integrale della sua opera, che si concluderà nel 2091 ( terzo centenario della morte).
 Invece, per gli anni prossimi sono state annunciate le inaugurazioni di stagione, dopo quella con il Fidelio ( ottobre  2016); per il 2017 si annuncia 'Il re Ruggero' di Szimanowski - che senso ha riprendere un lavoro che in Italia è stato già presentato, se ricordiamo bene, al Massimo di Palermo, alcuni anni fa senza che nulla a causa di quella ripresa accadesse di positivo all'opera -  e, nel 2018 un omaggio a Bernstein con West Side Story.
 Perciò non solo non si va da nessuna parte se si è soli; non solo dobbiamo stringere  i tempi perchè il mondo corre, ma  dobbiamo anche pensare al domani, e progettare per l'eternità. Quanto pensano di durare i dirigenti dell'Accademia? confidano così tanto nei progressi della medicina?

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