lunedì 25 aprile 2016

Jackson,Bowie,Prince. Sempre lo stesso inutile rituale.

Muore una star della musica di grande consumo e diffusione, ed ogni volta  la famiglia mette in atto il medesimo stanco rituale. Funerali privati, cremazione nella maggior parte dei casi, e sepoltura  (o custodia) delle ceneri in luogo segreto.
Perchè, viene da domandarsi? Per volontà dei diretti interessati che avranno espresso, quando erano in vita, la volontà di scomparire con il proprio corpo dopo la morte, perché sufficientemente e bastantemente rappresentati dalla loro musica? Verrebbe da rispondere di sì, considerando che in molti casi quella loro vita nel corpo, per l'esausto connubio di 'genio e sregolatezza',  in totale disuso, meglio dimenticarla.
 (Diversamente sono andate le cose, post mortem, per altri giganti della musica, come Stravinskij o Boulez o Stockhausen, morti e sepolti sotto gli occhi di tutti).
 Ed invece,  magari anche  per volontà dei diretti interessati, la decisione di  custodire le ceneri in luoghi segretissimi l'assumono i famigliari, e per più d'una ragione, la principale delle quali  ha a che fare con i soldi.
Cioè? Gli eredi temono che qualcuno trafughi quelle ceneri, ormai inutili, e chieda un riscatto, a pagare il quale, agli occhi del mondo, non potrebbero rifiutarsi, visto che per anni e anni, senza merito e fatica,  hanno goduto ed ancora godranno dei benefici economici del loro parente defunto.
 Ma c'è anche un altro rito, altrettanto stucchevole ed ugualmente legato ai soldi, che la parentela tutta  e i suoi più stretti collaboratori inscenano. Questo secondo è da mettere in rapporto con l'opera del defunto. Sii sparge la voce che  esista un baule segretissimo colmo di tesori musicali, che pian piano verranno disvelati. Nel caso di Prince i giornali hanno parlato, alcuni di  circa duemila inediti, altri addirittura di ventimila o trentamila. Inediti che acquisterebbero valore solo se il defunto sia stato, in vita, assai avaro - cosa che non si può certo dire di Prince che, in vita, ha pubblicato una cinquantina circa di album e dunque un bel pò. Che altro possiamo scoprire di lui che già non ci ha fatto conoscere?
Serve solo per mettere in ansia i produttori  e lo stesso mercato discografico sul quale far giungere, ad intervalli regolari altra 'merce' da vendere a caro prezzo, promettendo sempre il capolavoro. Un giornale, a tal proposito, ha parlato, del baule segreto di Prince, come del  santo Graal, è custodito  la musica perfetta. Tutti quelli già noti non lo sarebbero- vien da ribattere?
 Si potrebbe obiettare che anche per musicisti di altro ambito si va alla ricerca di archivi segreti. Anche recentemente se ne è parlato. Sì, è vero, come nei casi - fra i più noti - di Verdi e Puccini. Ma la ragione di tale affannosa ricerca ha un diverso scopo, che è quello di venire a capo e studiare la genesi e la tormentata, più o meno, gestazione di questa o quell'opera,  sulla quale si nutrono dubbi per qualche passaggio talora importante, per realizzare le cosiddette edizioni critiche attraverso lo studio approfondito di tutti i materiali a disposizione.
Nessuna ricerca di Graal in  questo caso, perchè ci si attiene alla volontà del musicista che quando ha licenziato un'opera, rendendola pubblica, ha messo la parola fine ad ogni dubbio ad ogni variante, ad ogni alternativa.
 E nessuna ricerca di Graal anche per un'altra ragione . E cioè, che se pure si scoprisse qualcosa di assolutamente sconosciuto, sarebbe opportuno osservare la consegna del musicista che, salvo  casi particolari, non ha voluto rendere pubblica questa o quella musica, ritenendosi sufficientemente rappresentato dal resto.
 Noi perciò non attenderemo la scoperta del Graal di Prince o di Bowie, il loro Graal di qualunque metallo esso sia, lo abbiamo già trovato nelle loro opere, in quantità sufficiente per  farci inebriare. Per chi se ne inebri.

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