domenica 14 febbraio 2016

Vittorio Emiliani interviene su Affittopoli a Roma, ma non ci convince.

Come non ci aveva convinto Paolo Fallai, sul Corriere, il quale dopo aver ingranato le marce alte per andare a sbattere  contro 'affittopoli' a Roma, aveva messo il freno - 'non sarà che ora se la prendono con la povera gente?' - non ci convince ugualmente Vittorio Emiliani.
 Si era letto nei giorni precedenti l'intervento di Fallai che gli intellettuali ed artisti in centro, a poche lire, erano arrivati dopo la guerra, per incentivare il meticciato abitativo, inteso a non ridurre tutto il centro storico a ghetto per poveracci. E intellettuali ed artisti, controvoglia ma incentivati da affitti irrisori, si trasferirono nei centri storici onde evitarne il degrado umano e sociale. Accadeva negli anni Cinquanta o ai primi Sessanta, e sono trascorsi già cinquant'anni da quella deportazione pilotata.
 Poi è arrivata la moda dei centri storici, in alcuni casi risanati - ma non a Roma,  per lo meno  non  tutta Roma, con un centro storico vastissimo - e si è chiesto al mercato di gestire queste zone, divenute di pregio.
 Come fare, se in moltissimi di quegli alloggi, proprio a causa di quella come di altre deportazioni  pilotate,  abitano tanti poveri che le varie amministrazioni comunali  hanno sistemato non avendo mai incentivato nuove costruzioni di edilizia popolare?
 Vittorio Emiliani, dopo aver constatato che dai centri storici, Roma inclusa, sono sparite tanta gente comune, botteghe artigiane, giovani non autosufficienti,  si chiede se non si vuole farne delle isole per soli ricchi, gli unici che possono permettersi affitti o acquisti di abitazioni storiche -  questo si domanda Emiliani che fa capire di non volere centri storici per soli ricchi. ( Ci sia consentito anche aggiungere, per  Emiliani, che sotto  Rutelli e Veltroni,  per iniziativa di Causi, molte abitazioni in cui abitavano ricchi e privilegiati furono vendute a quegli stessi inquilini, a prezzi di favore;  e che anche a questo furto legalizzato, Tronca dovrebbe rimediare, nonostante siano passati alcuni anni).
 Neanche noi li vogliamo i centri storici per soli ricchi, specie quando ricchi, potenti e privilegiati, che vi abitano da tempo, pagano affitti da poveri.
Sta qui il punto dove il ragionamento di Emiliani non ci convince. I poveri che abitano in centro non possono essere sfrattati alla stessa maniera con cui  vanno subito sfrattati i ricchi, se non hanno titolo a restare in quegli immobili - che qualcuno chiama 'alloggi', per non dare nell'occhio;  tutte le situazioni  vanno esaminate una per una -  e ,se si è fatto tutto lo schifo possibile per anni e decenni, si potrà venire incontro a gente davvero bisognosa, magari  chiedendo un adeguamento - dove possibile, senza favoritismi - del canone d'affitto.
 Ma ciò che Tronca deve  assolutamente fare è mandare via, se non pagano il dovuto, tutti i ricchi, i privilegiati e gli imbroglioni - ve ne sono anche fra politici ed ex politici - che pagano, con l'inganno, affitti da poveracci, anche per immobili adibiti ad uso commerciale. Tronca deve essere chiaro su questo punto: la pacchia è finita,  Roma per loro non è il paese di 'bengodi' . Se vogliono restare paghino il giusto, chi non vuole va via. Sono questi i casi che non devono più verificarsi e che vanno sanzionati in quarantott'ore, lasciando in pace i poveri cristi che non hanno altra possibilità di ripararsi sotto un tetto.
 Perciò, caro Emiliani, le cose stanno diversamente da come lei teme: i ricchi devono sloggiare dal centro storico. E sono tanti. Sono i casi che tutta Roma chiede a Tronca di risolvere. Non il contrario.

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