mercoledì 3 febbraio 2016

Scandalo case del Comune a Roma. Dellapasqua e Menicucci del Corriere più severi del procuratore Pignatone.

Non finisce qui, ancora servizi su servizi sui giornali, e nei telegiornali e chiacchiere su chiachiere al bar e per strada. Dove si apprendono altri particolari. Ad esempio che Alemanno non ne sapeva nulla e che  la colpa di tutto questo era del Dipartimento Patrimonio  con il quale anche lui ha dovuto insistere per avere alcune  notizie; ma lui  non si era mai reso conto delle dimensioni dello scandalo... certo lui badava ad altri più redditizi affari e a non andare a muovere le acque in un campo che avrebbe potuto procurargli, da parte degli amici degli amici, qualche guaio. Ora che, prima Marino e poi Tronca sono venuti a conoscenza dei fatti, bene hanno fatto a muoversi, ha dichiarato l'ex sindaco. Che lezione di moralità.
 Ma sui giornali e nelle interviste televisive, mai che venisse fuori un nome eccellente, come invece ha fatto, in un suo pezzo, Merlo su Repubblica', quando ha rinfrescato la memoria sul famoso attico dato a De Mita, in zona Fontana di Trevi, alle spalle del Quirinale. Tutti vanno ad intervistare i molti casi di gente con seri problemi, dunque non professionisti o politici con ben altri, alti  redditi che si sono infilati in molte delle case di pregio a prezzi stracciati.
 Nessun giornale,  dopo aver criticato gli amministratori per aver chiuso tutti e due gli occhi, fa poi qualche nome eccellente che già altre volte sono venuti fuori, perché, lo abbiamo già scritto, è da oltre vent'anni che si parla di questa storia di abusi e privilegi illegittimi ( e gli elenchi sono venuti fuori regolarmente) come tanti altri di cui in Italia si parla a cadenza regolare ma che mai si risolve.
  Fra parentesi. L'altro ieri la senatrice del PD Sereni, rispondendo ad una inchiesta del Corriere sugli stipendi dei dipendenti del Parlamento faceva notare che intanto il tetto del 240.000 Euro annui - non dei 240 Euro mensili, come per molti disgraziati che  abitano alcune di quelle case sfitte - è attivo fino al 2018. Intanto, ha scritto la senatrice, è una cosa, meglio che niente. Insomma i privilegi dei dipendenti del Parlamento di cui tanto si è detto e scritto, non sono privilegi ma diritti acquisiti, come si ama definirli in Italia dai diretti interessati, e perciò c'è da attendersi che dopo due anni di moratoria, tornino ad essere quelli di un tempo. Perchè ai dipendenti del Palazzo  le 'fregature' - o quelle che loro considerano tali - della cancellazione di privilegi ingiustificati deve essere inflitta gradualmente, non si sa mai gli venisse un colpo per il taglio di tali privilegi e decidessero i parenti di far causa allo Stato.
 E, infine, la chicca uscita dalla penna dei due giornalisti del Corriere, Erica Dellapasqua e Ernesto Menicucci che hanno firmato oggi l'inchiesta sulle case del Comune,  dove si legge: " Il Commissario è per il pugno duro: chi non ha i requisiti verrà sfrattato. Con buona pace anche di chi ha una pensione sociale".
 Che, tradotto per farlo capire anche a Dellapasqua e Menicucci, è come dire,  a causa degli studi di settore,  che il fisco,  senza sentire ragione,  vuole dai due le stesse tasse che paga Paolo Mieli, che come loro è giornalista, dunque... Solo allora anche Dellapasqua e Menicucci andranno a dire  al Fisco che sì anche loro sono giornalisti ma con lo stipendio del giornalista Mieli si potrebbero pagare quelli di una decina di colleghi.

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