lunedì 22 febbraio 2016

Georges Pretre baldanzoso novantenne torna alla Scala, questa sera.

L'appuntamento milanese della passata stagione, mancato a causa di una caduta e seguente rottura del femore, non ha fermato Pretre, che  a novantuno anni, questa sera torna, baldanzoso, sul podio della Scala per festeggiare, oltre che il compleanno, i settant'anni di carriera, ed i cinquant'anni di presenza al Piermarini.
 Il direttore gentiluomo, negli ultimi anni, lo abbiamo frequentato spesso, specie a Venezia, dove ha diretto nel Capodanno2005 e 2009 il Concerto trasmesso in diretta da RAI 1,   e che noi per incarico della RAi abbiamo seguito da vicino.
 All'età di 85 anni, splendidamente portati, l'infaticabile signore, francese, del podio, con una carriera alle spalle fra le più longeve e gloriose, nella quale le grandi orchestre se lo sono contese, specie nel repertorio a lui più caro, si lamentò - in una intervista che gentilmente ci concesse  e che noi pubblicammo su 'Il Giornale'  - di non aver mai diretto il Concerto di Capodanno di Vienna, fratello maggiore di quello veneziano che lo aveva invitato per primo, e certamente più famoso di quello veneziano - anche se fra i due quello veneziano, benchè più giovane, aveva in quegli anni molti più telespettatori di quanti ne avesse avuto negli anni quello viennese, quando non aveva rivali (in questi ultimi due anni il pubblico televisivo di quello veneziano si è assottigliato, ma un giorno racconteremo la nostra  personale analisi del fenomeno).
 Quella dichiarazione rivolta ai Wiener Philharmoniker che l'avevano visto sul podio quasi ogni anno, sortì il suo effetto e Pretre ebbe l'agognato invito a dirigere il Concerto dalla Sala d'oro di Vienna.
 Quando tornò nel 2009 a dirigere a Venezia, gli ricordammo quell'episodio. 'Maestro, le ha portato bene dirigere a Venezia; senza  il Concerto di Capodanno veneziano del 2005, lei non avrebbe forse mai diretto quello viennese'. Non ricordava quella intervista, fece finta di non ricordarla.
 Resta comunque, nonostante la memoria un pò labile, un grande gentiluomo del podio, al quale rivolgiamo anche i nostri personali auguri.

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