giovedì 4 febbraio 2016

A' Tronca, stai scoprendo l'acqua calda. Parola di Marco Causi, ex assessore al Bilancio

Tronca, come suppongono alcuni, starebbe alzando un gran polverone sul caso 'affittopoli' a Roma, perché vuole guadagnarsi sul campo - dove resterà ancora per pochi mesi  e dunque deve fare in fretta - il lasciapassare  per arrivare al comando della polizia, dove aspira anche Gabrielli che in questi ultimi mesi lavora 'nel silenzio'.
 Anche se Marco Causi, ex assessore al bilancio nelle giunte Rutelli e Veltroni e vice sindaco per poco  con Marino, non lo sostiene  direttamente, comunque, manda a dire a Tronca che sta per scoprire l'acqua calda. Se ne accorgerà quando verrà a sapere tutto su 'affittopoli', caso sul quale sta alzando un inutile polverone. Perché la storia di 'affittopoli' è nota da tempo; lui quando era assessore avviò la vendita di parte del patrimonio immobiliare di Roma, vendita fermata poi da Alemanno. Nel corso di quel censimento, ai fini della vendita del patrimonio immobiliare di Roma - che per metà circa degli immobili fu attuata -  si venne a sapere che per buona parte - dice Causi " si tratta di unità abitative che non sono alloggi popolari ma che, nel corso del tempo, sono stati assegnati a soggetti che erano titolati ad avere una casa popolare".
Sostiene Causi che molti aventi diritto ad una casa popolare, furono loro malgrado assegnatari di appartamenti a Palazzo Barberini, a Palazzo Borghese, a Piazza Navona e a Via del Corso. Loro  non volevano, ma furono costretti ad accettare, questo in sintesi dice Causi, che aggiunge: c'era proprio bisogno di fare un censimento ulteriore, se  tutto il patrimonio immobiliare del Comune di Roma è censito ed è consultabile on-line?
 Perchè non li avete venduti tutti - chiede a Causi il giornalista di Repubblica? E lui risponde: " Perchè c'erano problematiche di tipo sociale. Dagli accertamenti risultò che gli inquilini erano anziani a basso reddito, famiglie in difficoltà, con disabili o disoccupati. E questi sono esattamente quelli SCOPERTI da Tronca".
Tronca sta facendo un gran casino per niente, tutto quello che vuole scoprire può saperlo già, perché di censimenti  ne sono stati fatti due: sotto Veltroni e Rutelli.
 Dunque non c'è nulla da scoprire, semmai - punta il dito Causi - "l'inefficienza gestionale e l'opportunismo dei locatari, uniti talvolta alla corruzione hanno fatto sì che chi un tempo aveva i titoli per occupare un alloggio ( bel termine: alloggio, pare di star al campo!) del Comune, se lo sia poi tenuto, passandolo magari ai digli o in subaffitto. E ciò perché i censimenti, I CUI RISULTATI SONO ON-LINE vanno mantenuti e aggiornati. Alemanno non lo fece, Marino sì". E poi?
 E  poi termina: "quando nel 2014 si varò la delibera di riordino con gli sfratti di morosi ed abusivi, ne nacque un enorme contenzioso ( spiegaci bene , Causi!). Questo associato all'inerzia amministrativa e a episodi di vera e propria illegalità, conferma una volta di più il malfunzionamento dell'istituzione capitolina", della quale anche lui ha avuto responsabilità in ben due gabinetti, anzi tre.
 Allora la conclusione cui Causi giunge, senza dirlo apertamente, è che Tronca farà un buco nell'acqua, e che l'ennesimo censimento porterà a concludere che gli illeciti sono pochissimi e che gran parte di quegli alloggi sono occupati da persone indigenti.
 Non abbiamo ragioni per non credere a Causi, perchè lui la macchina amministrativa 'illegale'  e 'mal funzionante' del Comune  la conosce bene. Però abbiamo il sospetto che Causi voglia chiudere subito il discorso per non aprirlo, ad esempio, sul caso delle sedi di partito, o dei politici e potenti beneficiari a prezzi stracciati di 'alloggi'  MAGARI A DUE PASSI DAL COLOSSEO O DAL PANTHEON.  E non ci riferiamo naturalmente ai casi di poveracci che vivono in 30 metri quadri ed hanno una pensione sociale di  300/400 Euro.
AUGURIAMO A CAUSI DI NON ESSERE SMENTITO DA TRONCA, ALTRIMENTI DOVREMMO PENSARE CHE LA SUA DIFESA  VOGLIA NASCONDERE I NUMEROSI CASI DI APPARTAMENTI AFFITTATI AGLI AMICI DEGLI AMICI. A lui  forse no, altrimenti non si sarebbe esposto.


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