sabato 16 gennaio 2016

Ravello finalmente in mani sicure e competenti: Baffettone, Alessio Vlad, figlio del compianto Roman, e Laura Valente

 Tanto per parlare; senza nulla personale aspirazione agli alti incarichi per i quali sono state scelte le persone più idonee, avendo noi da tempo superata l'età canonica dei 35 anni, che rende candidabile chiunque, ed essendo digiuni di inglese, condizione indispensabile per aspirare agli incarichi in questione, venendo buon terze capacità  e competenza, alle quali, chi sarebbe disposto a riconoscere il relativo punteggio, mancando le prime due, fondamentali e preliminari?
Rispettando i tempi, allo scopo di evitare intrusioni e interventi indesiderati e sventare manovre di qualunque genere , il consiglio di amministrazione della Fondazione Ravello, composto da Sebastiano Baffettone ( presidente e consigliere politico del governatore De Luca,  da Antonio Bottiglieri, Paola Manzi (politici eletti)e Genoveffa Tortora ( prof. universitario, informatica) ha nominato i vertici della Fondazione cui spetta principalmente il compito della programmazione del Ravello Festival (tassativamente all'inglese, da quando vi sbarcarono gli alleati). E sono Alessio Vlad, " figlio del compianto Roman - come si legge  nel verbale di nomina, forse a significare che  la sua nomina a direttore artistico sarebbe un atto concreto di riconoscenza nei confronti di suo padre; benché in anni passati, quand'era ancora vivo Roman, avesse diretto la sezione 'tendenze - e la dott. Laura Valente, già capo ufficio stampa del Teatro San Carlo, incarico che ha lasciato  per seguire 'nuovi progetti nel campo della danza'. Segretario generale viene nominato il dott. Renato Quaglia, con un passato ed anche un presente di direzioni artistiche, prevalentemente nel campo del teatro, da far invidia e impallidire anche i curriculum dell'attuale coppia di direttori artistici.
 Dunque Baffettone ha scelto di affidarsi ad una coppia, ma non per un capriccio personale avallato dai quattro gatti del consiglio di amministrazione, bensì perchè i curriculum dei due erano di quelli che non si potevano ignorare. E infatti sono i più luminosi dei 27 che si sono candidati ( chi sono gli altri 25? perchè  Baffettone non ha reso noti i loro nomi? Così facendo viene il cattivo pensiero - subito scacciato, s'intende - che i due siano stati  consigliati (obbligati?) ad inviare il loro curriculum, perchè erano già 'nominandi',  prima dell'esame degli  altri aspiranti.
Passando sopra il caso della dott. Laura Valente, sveglia e svelta, ben introdotta in Campania, la nomina di Alessio Vlad, " figlio del compianto Roman" - è bene non dimenticare mai tale qualifica genitoriale, perchè spiega l'intera carriera del giovane Alessio, per la quale il compianto Roman si è sempre in tutti i modi applicato, e in ogni luogo - va a sommarsi ad altri incarichi, come quello di direttore artistico all'Opera di Roma, per volontà di Riccardo Muti riconoscente verso Roman, cui deve gli esordi di direttore a Firenze, e riconfermato da Fuortes ( il destino ha voluto che anche a Roma l'incarico di direttore artistico è  'uno e bino', essendo Alessio in coppia con Giorgio, Battistelli; forse l'incarico a Ravello potrebbe preludere ad una sua prossima uscita da Roma) e quello di 'direttore per la musica' allo 'Spoleto Festival' ( tassativamente in inglese per  lascito del fondatore italo americano, Menotti), dove regna quel mammasantissima di  Giorgio Ferrara sempre riconfermato ad ogni scadenza. Insomma tre incarichi, due dei quali almeno confliggono fra loro ( Roma e Ravello) ma il cui conflitto  nessuno si interessa a risolvere.
 Se si scorre brevemente la storia degli ultimi anni di Ravello, non è difficile  notare avvicendamenti  continui, quantomeno sospetti e  numerosi nella direzione artistica. Alla presidenza, un tempo c'era De Masi - per tutta l'epoca in cui si sentiva dappertutto l'odore dei soldi elargiti dal Monte dei Paschi - e la direzione artistica vide diversi avvicendamenti, fino a quando Stefano Valanzuolo - inizialmente  in posizione defilata nel festival ma deciso a scalare zitto zitto e ubbidiente al capo di turno - ne assunse la direzione, confermata anche all'epoca in cui presidente venne nominato il prof. Renato Brunetta che, fosse dipeso da lui,  avrebbe volentieri cancellati tutti i festival d'Italia , ma che, spalleggiato da Caldoro - che gli aveva dato un pacco di soldi ( due milioni di Euro, se non andiamo errati) s'era insediato  nella cittadina dove aveva celebrato il suo matrimonio ed aveva una casa, con colonne antiche (in stile, s'intende, come recitava la sua lista di nozze!).
Cambiato il governatore,  si  doveva cambiare anche la dirigenza della Fondazione Ravello: a Caldoro succede l'ispirato De Luca, che, veloce come un fulmine, invia a Ravello il suo consigliere politico, Baffettone, il quale  fa a sua volta, veloce come un fulmine, un bando per la nomina del direttore artistico e segretario generale, ed altrettanto velocemente, procede alle nomine.
 Ora i nuovi arrivati hanno un futuro davanti, un futuro già iniziato, da riempire di belle trovate, come ha saputo fare  anche Valanzuolo ( una per tutte: i concerti all'alba, con gli strumenti miagolanti).
Nella nomina dei consiglieri del CDA, ligio alla regola di estromettere la politica dalle istituzioni culturali, De Luca  e compagni hanno nominato consiglieri comunali o regionali e comunque tutti eletti nelle liste del PD, fatta eccezione per Baffettone, filosofo,  semplicemente suo consigliere politico.
 P.S. L'uscita di scena di Amitrano , segretario generale, e Valanzuolo, direttore generale della Fondazione Ravello, voluta da De Masi, è stata accompagnata dalla pubblicazione di lettere velenose , con botta e risposta e  accuse reciproche fra De Masi, intervenuto per  un brevissimo periodo dopo l'uscita di Brunetta, prima di Baffettone, al vertice di Ravello e i vertici uscenti. In tutte le lettere si parla di  cachet, di poteri, di scelte avventate, e di molto altro, mai una sola parola su capacità e competenze dei vertici uscenti - la stessa cosa può dirsi per quelli entranti - al momento del loro primo incarico (parliamo naturalmente  dei direttori, più che del segretario generale). Noi, tanto per dirne una, conosciamo Valanzuolo da molti anni, da quando  collaborava ad un nostro giornale( Applausi), da Napoli, dopo l'indisponibilità di Marina Mayrhofer che aveva esercitato il medesimo incarico per un'altra nostra rivista(Piano Time). Valanzuolo, non ricordiamo più se già allora o in seguito,  collaborava in qualità di critico musicale al quotidiano 'Il Mattino', ma le rare volte in cui  lo cercammo noi, lo facemmo telefonando ad uno studio di commercialisti dove egli lavorava, ofrose era suo; e presumiamo quella fosse la sua principale attività. Ma poi evidentemente, la passione musicale,  sostenuta dall'impiego in tale settore, ha avuto il sopravvento.

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