domenica 17 gennaio 2016

Marco Carrai, amico del premier, avanti tutta. Statali, chi sbaglia è fuori

" Dopo il Bataclan", ha pensato il premier, devo trovare un posto all'amico Carrai - come ha anticipato Il Fatto quotidiano, i cui vertici, fotografatissimi, erano fra gli invitati alle sue  nozze con la filosofa. In Italia c'è bisogno di qualcuno che si intenda e curi specificamente la 'sicurezza informatica'; e il mio amico Carrai - forse l'unico rimasto a vigilare su Firenze dopo la sbarco a Roma di Matteo - è l'uomo giusto al posto giusto e nel momento giusto. A questo punto,viene da pensare, disastri a parte, che Renzi giorno e notte pensava a come premiare per l'ennesima volta l'amico Carrai, che ora gestisce i servizi dell'aeroporto  e ai tempi del Matteo fiorentino, era il suo capo gabinetto. In fondo Carrai è rimasto l'unico del giglio magico ad essere rimasto a Firenze; è giunta l'ora perciò di far venire a Roma anche lui, magari in questo caso sarà Renzi ad offrirgli ospitalità a Palazzo Chigi, in cambio dell'ospitalità che l'amico gli offriva quando il sindaco si tratteneva a Firenze. Gratuitamente, s'intende, come  a Firenze.
 Carrai è titolare di una impresa di sicurezza informatica, dunque avrebbe le carte in regola per quell' incarico, alle dirette dipendenze del premier. Ma come si fa ad affidare la sicurezza di un paese ad una agenzia privata di proprietà dell'amico del premier.  Com simili presupposti forse il nostro paese  sarebbe più scuro senza Carrai. Il quale non avendo tutto il resto delle carte in regola, pensa già di lasciare  in mani altrui la cura diretta dei propri interessi, come la presidenza dell'Aeroporto di Firenze - senza che possa al momento escludere che non abbiano mai ad intrecciarsi con quelli del nuovo incarico.
 Solo che a Renzi non puoi rimproverare di aver pensato alla sicurezza anche attraverso l'informatica. Come fai, se lui chiama in causa l'attentato al Bataclan che, con  una maggiore attenzione ed un intervento più sollecito degli addetti alla sicurezza ed all'intelligence, poteva forse essere sventato. Con l'arrivo di Carrai è sicuro che ci sarà un giro di poltrone fra gli uomini, civili e militari, che oggi sovrintendono alla sicurezza del nostro paese.
 Grazie Renzi,   ma se Carrai è l'ultimo dei tuoi amici a  venire a Roma, possiamo dormire sonni tran quilli?

Madia, la madonna del gabinetto Renzi, non vuole sentire ragioni. E' uscita dal quadro chela ritraeva in trono fra gli angioli, ha messo l'elmo, vestito la corazza ed è partita lancia in resta contro i pubblici dipendenti colti in flagrante. Con il decreto di riforma della pubblica amministrazione, chi sbaglia paga. Non solo. Paga subito, senza inutili attese. Sembra di assistere ad uno di quei reality televisivi dalla formuletta semplice semplice: ' sei fuori!', tanto di moda
 Un tempo si diceva 'dipendente pubblico ' e si pensava 'lavoratore privilegiato'. Oggi dici 'dipendente pubblico ' e pensi ' lavoratore bistrattato', 'peggio pagato' e d'ora in poi 'più licenziabile' degli altri. Resta comunque sempre in vigore, per il settore pubblico, l'art.18, abolito per il settore privato. Anche l'ultimo tabù, quello dell'intoccabilità dei dipendenti pubblici, è caduto. E così Renzi e la sua madonna vogliono diffondere il verbo della nuova morale . Bene, anche se non del tutto. Però occorre intendersi.
 Non può e non deve accadere che un lavoratore che ha lavorato ININTERROTTAMENTE nella scuola pubblica, in diversi ordini, per 42 anni, se ne veda riconosciuti ai fini della anzianità di servizio soltanto 29, e di dieci gli freghino anche la cosiddetta 'liquidazione' . Le colpe  di tali furti legali  sono delle istituzioni di servizio, degli istituti di previdenza  degli statali, ma anche delle regole antiche dei cosiddetti 'ricongiungimenti'  e 'riscatti'. In questa materia Boeri, dovrebbe poter dare qualche risposta; non deve essere più consentito che tutti se ne lavino le mani, ai danni del povero dipendente pubblico.  Licenziabile sì, anche in 48 ore, se sbaglia, ma se poi è truffato legalmente è - sinceramente - troppo.

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