sabato 9 gennaio 2016

LA RELIGIONE PENSI ALLE ANIME E DENUNCI LE INGIUSTIZIE. LASCI STARE LA SATIRA E L'INFORMAZIONE.

LE RELIGIONI, IN QUESTO CASO CATTOLICA E MUSULMANA, se la sono prese con  Charlie Hebdo per la copertina dell'ultimo  numero del settimanale, ad un anno esatto dalla tragedia che ha decimato la redazione del giornale satirico.
 La copertina che ha tanto irritato la religione raffigurava in bianco e nero, un dio con la barba  che aveva un mitra a tracolla e fuggiva a gambe levate. La scritta spiegava: è ancora in fuga, per significare che gli assassini i quali hanno compiuto la strage  nella redazione del giornale francese, sono ancora in fuga, e sono stati armati dalla religione. L'unica macchia colorata era costituita dal rosso sangue  che grondava ancora dalle braccia del dio in fuga.
 E' evidente che non è stato Dio a compiere quella strage; ma che gli assassini lo abbiano fatto- stando ai loro proclami- in nome di una  religione, è fuori di dubbio. Diranno i capi religiosi che nessuna religione può uccidere; vero, ma che l'integralismo degli assassini abbia radici religiose, anche questo è fuori di dubbio.
 Uccidere in nome di Dio, per fortuna, oggi non  accade più nella Chiesa cattolica, come un tempo non lontanissimo; ma che i musulmani lo facciano ancora oggi è sotto gli occhi di tutti.
 Dunque le religioni si adoperino perchè i loro templi non siano laboratori di morte e polveriere pronte a scoppiare. E non si offendano per una copertina satirica. Ognuno  deve fare il suo mestiere; alla satira lascino fare il proprio.

Abbastanza inquietante una dichiarazione, che ci sembra attribuita a mons. Fisichella, resa pubblica nei primi giorni delle celebrazioni giubilari, quando le folle attese  sembrarono deludere le aspettative degli organizzatori a Roma che l'attribuirono agli eccessivi e lunghi controlli ai quali venivano sottoposti i pellegrini, i quali, preoccupati per tali lungaggini, sarebbero stati dissuasi dal recarsi in piazza. Magari si è dimenticato di citare la paura degli attentati parigini di metà novembre e l'allarme terrorismo in Europa, che avevano consigliato e messo in atto quei controlli.
 In quella dichiarazione non pochi, noi compresi, leggemmo il timore della Chiesa di veder non riuscito 'esteriormente', il Giubileo della misericordia, con l'invito ad essere meno pignoli nei controlli.
 Una aberrazione. L' esigenza di avere folle in piazza avrebbe dovuto  convincere le forze di polizia ad allentare i controlli, facendo correre un reale pericolo ai credenti? Pura follia. Il Giubileo riuscirà non se ci saranno folle di pellegrini venuti a Roma  per pregare sulla tomba degli Apostoli, ma se, folle o non folle, i cristiani  prenderanno la risoluzione di mostrare al mondo la misercordia di Dio.
 

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