sabato 2 gennaio 2016

I Concerti di Capodanno in tv meritano qualche riflessione. Venezia in calo

 UNA RIFLESSIONE, A VOLER ESSERE PRECISI, SI IMPONE, almeno sul concerto dalla Fenice di Venezia - tanto quello da Vienna è così da quando è nato, piaccia o non piaccia,  e resterà sempre lo stesso, e se non fosse per i magnifici Wiener...- una riflessione che però non può essere dello stesso tenore di quella  partorita dalla lucida mente di Francesco Maria Ghiro, che svegliandosi dal lungo sonno, ha ripreso il ritornello stantio: torniamo a Vienna! Perchè tanto Vienna non è mai sparita dal teleschermo, e Venezia, sebbene accusi qualche calo,  ha sempre superato il gemello, in fatto di  share e telespettatori. E Ghiro, perciò appartiene alla minoranza che in democrazia...
 Se si prendono in esame i dati degli ultimi anni, andando indietro fino al 2012, il Concerto di Capodanno dalla Fenice ha registrato sempre un lento ma continuo aumento di gradimento, passando, nel computo dei telespettatori, dai 4.320.000 del 2012, ai 4.381.000 del 2013 ed ai 4.407.000 del 2014.
E poi, poi , questa marcia trionfale, si è arrestata, a cominciare dall'anno scorso quando in un solo anno ha perso 260.000 telespettatori, ai quali quest'anno se ne sono aggiunti altri 70.000 circa, con  una perdita secca in  due anni di circa 330.000 telespettatori.
 Certo il Concerto veneziano resta ancor al di sopra dei 4.000.000  di telespettatori ( 4.082.000) , ma  la perdita di pubblico per due anni consecutivi, e dopo anni di ascesa continua fino a sfiorare i 4.500.000 telespettatori, deve far riflettere.
Specie se a questa perdita fa da contraltare la risalita del Concerto da Vienna, che  negli anni dal 2012 al 2014, aveva accusato un perdita costante, mentre specie quest'anno sembra aver rialzato la testa, acquisendo oltre 200.000 telespettatori in più rispetto all'edizione passata.  Riflessione: se Venezia i telespettatori non lo gradiscono come un tempo, vi rinunciano a guardarlo in tv e tornano a Vienna. Che è poi ciò che accaduto in questi ultimi due anni.
Ma perchè Venezia accusa, di recente, un calo di interesse nel pubblico televisivo? Noi qualche idea ce l'abbiamo, anche perchè in tutti questi anni abbiamo seguito il Concerto veneziano  da molto vicino e dunque lo conosciamo come le nostre tasche.
 Per ora ci  contentiamo di riprendere, perchè lo condividiamo, il parere del  nostro collega, Cappelletto, da 'La stampa' di oggi. Un parere sofferto, essendo il nostro collega veneziano di origine, e legato, per vari aspetti, alla Fenice.
Il nostro collega scrive che affidare l'apertura del concerto a 'Chi del gitano' è  stato un errore madornale; mentre l'apertura, almeno fino a due anni fa, la si faceva obbligatoriamente  con un breve brano strumentale, spesso rossiniano, e sempre brillante. Bene,bravo!
Poi le due sinfonie (dal Viaggio a Reims  e dai Vespri siciliani) troppo lunghe  ed inadatte, rese ancora più lunghe da quegli inutili balletti che, nelle intenzioni degli autori, avrebbero dovuto alleggerire quelle musiche. Bene,  ancora bravo!
E, infine, il tono decisamente mesto, e cupo dell'intero programma, quando invece  serviva musica  capace di dare la sveglia, in un mattino sonnolento seguito ad una notte  di bagordi, come da tradizione,  a principio d'anno. Bene,bravo! Bis.
 La batosta dello scorso anno, insomma, quando  è stato riproposto perfino 'Che gelida manina/Mi chiamano Mimì' - roba da mettere voglia di rimettersi a letto e non alzarsi più, altro che inizio d'anno nuovo e vita  nuova - nulla ha insegnato alla direzione della Fenice che ha proseguito sulla medesima strada, meritandosi una seconda batosta, o uno schiaffone, e  per il secondo anno consecutivo.
 La confezione del programma del Concerto di Capodanno è fondamentale - e questo la dirigenza della Fenice deve capirlo - e si basa su poche regole elementari: brani sempre brevi (quest'anno due soli brani arrivavano ad una ventina di minuti circa, su una durata complessiva del concerto di una cinquantina di minuti) con alternanza continua di canto orchestra e coro,  e con continuo cambio di umori, ma con una prevalenza di brani leggeri e allegri - se così si può dire.
Naturalmente basterebbero queste correzioni a rimettere in carreggiata il Concerto veneziano, riportandolo agli antichi splendori. Ed altro non aggiungiamo.

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