martedì 5 gennaio 2016

Gianandrea Noseda, direttore a Washington (National Symphony Orchestra). Era fondato il sospetto di Vergnano?

Poco più d'un anno fa, si svolse in America il 'Tour 'Rossini', protagonisti i complessi del Teatro Regio di Torino con il suo direttore Noseda; un  tour promosso da Barilla, Eni, Eataly, Lavazza ma che al Regio costò evidentemente troppo, nonostante gli sponsor, se ebbe a lamentarsene l'allora, e tuttora, sovrintendente Vergnano, che siede sulla poltrona più alta del Regio da quindici anni, forse anche di più. Erano i mesi in cui esplodeva il dissidio fra direttore musicale e sovrintendente, con minaccia da parte di Noseda di lasciare. Il dissidio fu poi composto con la mediazione di Fassino che vide nel candidato Gaston Fournier, uscito dalla Scala dopo l'era Lissner , il candidato capace di  riappacificare Noseda ( che proponeva candidati improbabili, del genere tappetino, che 'fa quel che dico io') con Vergnano, e far tornare a nuova vita il Regio. Se poi i due si siano realmente riappacificati o vivano da separati in casa, noi non sappiamo.
 Sappiamo solo che  all'epoca del dissidio una delle accuse mosse da Vergnano a Noseda riguardava proprio la tournée americana che, a suo dire era costata troppo al teatro e  sarebbe servita più che al Regio, a Noseda per far alzare le sue quotazioni negli USA. Se sia stata quella tournée a far prendere in considerazione  dalle istituzioni americane una eventuale candidatura di Noseda a direttore di un'orchestra americana non possiamo dire, ma alla luce dei fatti, e della nomina che verrà ufficializzata solo fra due giorni, forse l'ambiente musicale americano deve aver apprezzato l'operato di Noseda, se ora l'ha nominato a capo di una sua importante orchestra, la National Symphony di Washington, residente al Kennedy Center, succedendo a Eschenbach, e in passato diretta anche da Rostropovich. Sebbene l'orchestra di Washington sia da considerarsi fra le americane, un'orchestra di di 'seconda fila', dopo quelle grandi come le orchestre di Chicago (Muti), Los Angeles (Dudamel), Cleveland( Welser-Moest), Filadelfia ( Nézet-Seguin), New York (Gilbert), può costituire il primo passo per un direttore che aspira a salire più in alto. Allora Vergnano aveva ragione? Forse sì, ma se lo hanno scelto, per quanto possa essersi trattato di scelta azzardata, una qualche ragione devono averla avuta.
 Ci piacerebbe sapere cosa ne pensa di questa promozione il nostro illustre collega Paolo Isotta che di Noseda ha dichiarato apertamente di avere una totale disistima, come dell'altro, Fabio Luisi, altro nostro direttore oggi richiestissimo, che Isotta  invitava a tornare a fare il 'maestro sostituto', come aveva fatto ai suoi esordi a Martina Franc, nel Festival della Valle d'Itria, diretto da Celletti.

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