sabato 19 dicembre 2015

Villa Verdi (Sant'Agata) a Villanova d'Arda e Villa Puccini a Torre del lago: ville dei misteri

Dopo aver premesso che gli eredi di una grande personalità non si rendono mai degni della eredità da custodire, anche perché non sono all'altezza, non sembri duro ribadire che la loro custodia della memoria si limita soltanto agli affari economici, e sotto tale bandiera è organizzata. In parole povere, GLI EREDI DI UNA GRANDE PERSONALITA' PENSANO QUASI ESCLUSIVAMENTE AI SOLDI ED A SPILLARLI A CHICCHESSIA, in nome della loro discendenza di sangue. Qualunque iniziativa li coinvolgerebbe soltanto nel caso in cui ci fossero di mezzo soldi; in cambio dei quali  svendono nome e memoria e cimeli.
 Che c'entra questo con le residenze di due dei nostri più grandi musicisti, come Verdi e Puccini? C'entra con la storia di manoscritti ed abbozzi pucciniani spariti, ma di cui si conosceva l'esistenza e che erano custoditi nella villa del musicista a Torre del Lago - in questo caso si parla di furti ma anche di svendita per far soldi, da parte di chi non si sa o non si osa dirlo, ma certamente, nella seconda ipotesi, da parte degli eredi - e nel caso di Verdi, di un misterioso baule, prezioso quanto uno scrigno di gioie secondo gli studiosi, a causa dei misteri che potrebbero riuscire a risolvere sui capolavori del musicista; secondo gli eredi 'lontani' del musicista, che continuano a litigare fra loro, per attribuirsene la proprietà, perché li autorizzerebbe a venderli, facendoci molti soldi.
 Del baule verdiano, dato per presente a Villa Sant'Agata, si sa che è custodito dagli eredi - ma quale degli eredi ?-  nella villa del musicista, o, secondo, altri, in qualche banca svizzera.
Chi da questi furti, svendite o sparizioni presunte riceve il danno maggiore? Innanzitutto Puccini e Verdi che non possono essere studiati a fondo, e poi gli studiosi che amerebbero, ma non a fini di lucro - che sono, invece, lo ribadiamo: gli unici fini che hanno in testa gli eredi -  mettere le mani su quei manoscritti per restituirci, fin dove  è possibile, la volontà dei compositori, relativa alle loro opere.
 Ci sono studiosi che queste storie le conoscono a fondo, molto di più dei redattori della rivista italiana di musica che in ogni numero deve trovare uno scoop vero o finto non importa, purché uno scoop almeno sembri.
Ad esempio Michele Girardi, esimio studioso di Puccini, potrebbe sapere qualcosa per quelle carte sparite o vendute; e per Verdi, Fabrizio Della Seta che, una volta, ha potuto vedere le carte verdiane relative a 'Traviata', in occasione della edizione critica dell'opera da lui curata. Perchè, allora non parlano loro che hanno notizie più sicure ed attendibili degli 'scoopettisti' ad ogni costo, un tanto al mese?

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