mercoledì 30 dicembre 2015

Ninni Cutaia al posto di Salvo Nastasi al Ministero, come Direttore generale dello Spettacolo dal vivo

Ad ottobre, all'indomani dell'uscita di Nastasi dal MIBACT, per insediarsi a Palazzo Chigi, come Vice segretario generale, ed a Bagnoli come Commissario al risanamento, arriva dal Ministero la promozione a Ninni Cutaia, il dirigente  di più alto grado al Ministero, addentro ai misteri italiani dello spettacolo dal vivo.
 Fino ad oggi  neanche una voce flebile, uscita dalla sua bocca,  è filtrata all'esterno, relativamente alla toppa da mettere  all'ultimo disastro compiuto da Nastasi, prima di andarsene, e cioè a come risolvere con un minimo di logica vera, l'applicazione della legge del luglio 2014, per la spartizione del FUS,  che Nastasi ha affidato ad un algoritmo, che avrebbe  dovuto introdurre criteri di equità, basati su parametri certi, ed invece ha gettato nel panico e nella disperazione  buona parte delle istituzioni, piccole medie e grandi, finanziate da sempre dal FUS: oltre centocinquanta soggetti sono stati fatti fuori, senza preavviso e ad attività già avanzata se non conclusa, da quell'infame algoritmo, benedetto da Nastasi e Francechini ( è inutile che anche 'mezzo disastro' Franceschini si nasconda dietro il paravento dell'algoritmo!).
 Franceschini, che quando si tratta di aprire bocca  non ci pensa due volte, s'è difeso dicendo: chiedevate che la politica uscisse fuori dalla gestione dei fondi della cultura? Lo abbiamo fatto, affidando tale compito ad un algoritmo, ora non potete lamentarvi quando l'algoritmo ha fatto piazza pulita.  Certo, 'mezzo disastro', lei ha ragione. Solo che l'algoritmo pilotato da Nastasi, non ha fatto piazza pulita (altrimenti non si capirebbero gli stanziamenti  aggiuntivi della legge finanziaria al mondo dello Spettocolo  - tre milioni per festival , cori e bande; come non si capiscono gli stanziamenti del ministero al MAXXI delle amiche Melandri e Veaute, o al Teatro Valle, per favorire la mogliettina Di Biase, ex presidente della Commissione cultura al Comune di Roma), bensì tabula rasa. In un sol colpo ha  distrutto quanto costruito in decenni.
 Una cosa non abbiamo capito di questa operazione barbarica a firma Nastasi e Franceschini: i soldi risparmiati  dove sono andati a finire? A finanziare  le istituzioni amiche o a ridurre la dotazione del FUS  destinata allo spettacolo dal vivo, magari per ricostruire la platea del Colosseo che farà passare 'mezzo disastro' Franceschini, come il ministro 'delle ricostruzioni'?
 Adesso, a fine anno, si  fa sentire anche Cutaia, a proposito dell'ultima tegola piovuta sulle Fondazioni liriche, a seguito della pronuncia della Consulta, sollecitata da un lavoratore ingiustamente licenziato dalla Fondazione del Maggio Fiorentino - come si chiamava un tempo - che ora, invece, ha mutato la sua ragione sociale in 'Opera di Firenze'.
 Il caso era stato portato all'attenzione di tutti, per la sua possibile grave incidenza sui bilanci futuri delle fondazioni, che a fatica si stanno risollevando dalla allegra gestione degli anni passati, dal quotidiano 'Il messaggero', qualche giorno fa (in  tale occasione ne abbiamo scritto su questo blog) con un articolo di Valeria Arnaldi che aveva sentito anche il presidente dell'associazione che riunisce le Fondazioni liriche italiane, Cristiano Chiarot, sovrintendente di  quella veneziana. il quale, preoccupato dei possibili futuri risvolti della cause tuttora pendenti nelle varie fondazioni ( circa un migliaio) aveva annunciato la costituzione di un pool di giuristi che aiutassero a sbrigare la matassa, e la richiesta di aiuto al ministero senza la cui mediazione difficilmente una situazione simile poteva risolversi.
 A stretto di giro di posta, appena qualche giorno dopo, sempre dal Messaggero, e sempre Valeria Arnaldi, intervista  sull'argomento Ninni Cutaia il quale autorevolmente dichiara: abbiamo interpellato un pool di giuristi per capire come uscirne ( ma è lo stesso pool delle Fondazioni o un secondo?). E basta. Non dice altro, oltre che la situazione rischia di mandare a monte il lavoro di risanamento che si sta svolgendo nelle Fondazioni. E c'era bisogno  che ce lo dicesse lui?
Temiamo che questa  inutile uscita di Cutaia serva al Messaggero per accreditarsi come 'portavoce' delle soffiate del ministero, allo stesso modo in cui lo ha fatto con Nastasi in tutti questi anni.
Ma se Cutaia vuol fare sapere che esiste e lavora, batta un colpo, quando ha qualcosa da dire. Come  ci piacerebbe sentire anche la voce di un altro alto dirigente del mondo dello spettacolo, e cioè di Carlo Fontana che, da quando si è insediato alla presidenza dell'AGIS, abbiamo saputo solo che ha salutato Nastasi, ringraziandolo per la collaborazione - ringraziamento reciproco - ai danni dello spettacolo,  ed ha incontrato Cutaia che ha preso il suo posto. E poi? E poi basta!

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