domenica 1 novembre 2015

WWW.UPAPERLACULTURA.ORG

UPA è l'associazione che riunisce le più importanti e prestigiose aziende industriali italiane, commerciali e di servizi, che investono in pubblicità e comunicazione in Italia; e oggi rappresentano 500 imprese investitrici, che vuol dire il 90% dell'intero mercato pubblicitario e della comunicazione. Il progetto - Upaperlacultura - che ha la benedizione del ministro Franceschini, offre un database di progetti di sponsorizzazioni o partnership culturale, proposti da Enti pubblici o soggetti di diritto privato in vari campi: archeologia, arte, architettura, musica, cinema, teatro, libri.
Gli enti pubblici o privati che agiscono in questi settori  possono collegarsi al sito e riempire una scheda descrittiva dei loro progetti per i quali chiedono alle aziende investimenti. E queste possono fare altrettanto, consultando nel sito i progetti fra i quali si spera ne trovino di loro interesse per investirvi. Almeno questa è la speranza anche di Franceschini che non fa che richiamare le aziende  ai vantaggi della sua azione di governo. Come aveva fatto già Veltroni, quando trasformò gli Enti lirici in Fondazioni, ma la fila delle aziende pronte ad investire nella cultura, neanche Veltroni è riuscito a vederla.
 Per ora si tratta di un semplice strumento che mette in rapporto i soggetti di domanda ed offerta, nei vari campi della cultura, Ma è già qualcosa. Sebbene sappiamo bene che in passato, e non c'è ragione per pensare che ora cambi improvvisamente e del tutto il costume in Italia, molte sponsorizzazioni avvenivano attraverso contatti privatissimi, quasi segreti, fra istituzioni culturali ed aziende investitrici. Le quali non sempre sceglievano il progetto più interessante, perché costrette a scegliere per i loro investimenti i progetti più sponsorizzati.
 Del resto la composizione di molti CDA di imprese culturali, bisognose sempre di appoggi e fondi, sta a dimostrare con chiarezza tale prassi. Quel caravanserraglio - detto senza nessun intento dispregiativo - del CDA di Musica per Roma, come prospettato in agosto, con 15 membri, in rappresentanza di tutti i poteri forti nei campi della politica e della finanza che altro poteva significare? E non è che quello a 5 membri, messo in pista all'ultimo minuto dal Marino scordarello,  sia diverso, nella sua pur ridotta composizione.
 Vale il discorso anche per l'Accademia di Santa Cecilia , il cui CDA è rappresentativo di tale logica: senza disconoscere che l'Accademia si è guadagnata una notevole fama e prestigio e la brava Maniezzo, che si occupa del settore, vanta lunga esperienza in tale campo e giuste conoscenze.
 Alla fine viene fuori che le due istituzioni più importanti del nostro paese hanno al loro vertice due uomini Mediaset, come vicepresidenti: Ermolli alla Scala, Letta a Santa cecilia, e nei loro CDA quelli che contano. Non si sa mai. E forse per questo sono le uniche ad avere finora ottenuto autonomia di gestione. C'è bisogno di aggiungere altro?
 Della Valle, che ha aperto la fila dei grandi industriali investitori in cultura (restauro), seguito poi da Fendi, Bulgari, Brioni ecc... ha invitato gli industriali italiani a seguire il suo esempio.

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