sabato 3 ottobre 2015

RAI 5 deve decidere cosa vuole essere. Ascoltando l'inaugurazione dell'Accademia di Santa Cecilia con Pappano sul podio. Musiche di Francesconi e Beethoven.

 Stiamo  ancora ascoltando la diretta della serata inaugurale della stagione sinfonica dell'Accademia di Santa Cecilia, ora presieduta, dopo la lunga permanenza di Bruno Cagli, da Michele dall'Ongaro, secondo Maria Concetta Mattei 'conduttore televisivo -i telespettatori di RAI 5 lo conoscono - ed anche radiofonico - come ben sanno gli ascoltatori di Radio 3 - intervistatore, compositore e direttore d'orchestra'. Anche direttore d'orchestra è troppo; giacchè finora ha fatto il direttore nella sigla del suo programma di RAI 5, dove fa finta di dirigere l'Orchestra della Rai di Torino, della quale era fino all'altro ieri sovrintendente.
 Il problema naturalmente non è dall'Ongaro per RAI 5, specie ora che è andato via.
 Il problema di RAI 5 è RAI 5. La rete affidata a Pasquale D'Alessandro, entrata sotto l'ombrello di Rai Cultura, deve decidere se essere una rete per professionisti o intenditori nei vari rami dello spettacolo e, più in generale nell'arte, oppure configurarsi, pur trasmettendo  spettacoli di qualità, come una rete divulgativa. Gli ascolti finora non l'hanno  certamente premiata nell'una come nell'altra configurazione.
 Nei giorni scorsi ascoltavamo una lunga intervista ad Emma Dante, che amiamo da sempre. L'intervista, fatta a regola d'arte e da persona competente, era interrotta da prove dei suoi spettacoli e brandelli degli stessi. Ci ha soddisfatti al punto che ci siamo chiesti perchè altrettanta competenza, proprietà di linguaggio, e capacità di evitare banalità luoghi comuni ed anche idiozie scambiate per divulgazione, non si possa avere nella musica.
E ce lo siamo chiesti ancora oggi nell'ascoltare i vari interventi e le interviste della Bella ma incompetente Mattei che presentava il concerto in diretta. Possibile che a RAI 5 non ci sia una sola persona in grado di scrivere testi appropriati alla presentatrice e domande simili a quelle che il bravo intervistatore rivolgeva alla Dante?
 Sempre la Mattei, presentando un critico, quando lo invita a parlare della Nona di Beethoven,  fa notare che egli è autore di una monografia sul grande musicista, mentre avrebbe dovuto sapere che  in realtà si tratta di un suo libercolo di molti anni fa - e forse anche questo gliel'ha scritto uno che non conosce il senso delle parole.  Imprecisioni dopo imprecisioni; e in una cade anche il dotto critico quando cita un'opera 'giovanile' di Mozart - pronta la povera Mattei: allora l'ascolteremo più volentieri; che voleva dire? Basta con le idiozie giovanilistiche!  - ne sbaglia il titolo che è 'Misericordias Domini' e non 'Misericordia, Domine', un offertorio, nel quale il dotto critico ha fatto intendere esistano rinvenuto tracce dell'Inno alla gioia di Beethoven.
 Infine si mostra Pappano che prova, e per sottolineare il rapporto amichevole (quando mai?) con gli orchestrali, la Mattei, sempre lei, aggiunge: di origini beneventane. Per favore fatela star zitta.
 Concludendo, RAI 5 cosa vuole essere? Una rete per intenditori o per chiunque che voglia entrare nel mondo dell'arte? Nell'uno come nell'altro caso, la proprietà di linguaggio e la competenza di chi parla - od anche di chi necessariamente scrive testi e domande - è d'obbligo. Non può dire la Mattei, più d'una volta che Pappano è il 'maestro musicale' dell'Accademia di Santa Cecilia.
 Dobbiamo, infine, cambiar parere sul brano di Francesconi sul quale avevamo preventivamente espresso qualche riserva, per il suo accostamento alla Nona, ed anche per l'operazione 'Beethoven e i contemporanei' per la quale sussistono le nostre perplessità, già espresse su questo blog nei giorni passati. Intanto è un bel pezzo, di  durata anche consistente, scritto con bravura ed estro, ed anche un pizzico di quella furbizia che non ci piace molto, ma comunque...
Per dimostrare che non è il primo caso di concerto  con musiche di ieri e di oggi a Santa Cecilia, RAI 5  ha mostrato un breve inserto di un altro concerto  della scorsa primavera, quando è stato presentato il nuovo strarodinario lavoro su 'Orfeo'  - Euridice in realtà, da Rilke - di Salvatore Sciarrino e, nella seconda parte, il Magnificat di Bach. (Mattei attenta a pronunciare bene i nomi di Bach, per favore!). Ecco quello di Sciarrino era un lavoro  non scritto non furbizia, e che ci piace di più.
 Ora è appena finito il concerto. Per fortuna RAI 5 ci ha risparmiato i saluti della Mattei e dei suoi ospiti, che ci avrebbero mandato di traverso l'intero concerto.

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