giovedì 22 ottobre 2015

Paolo Isotta. Con rispetto parlando

L'anticipazione di Camillo Langone ( Il Giornale.it) sul nuovo libro di Paolo Isotta, da oggi in libreria, ad un anno esatto dal precedente, e dal titolo 'Altri canti di Marte', edito ancora da Marsilio, ci aveva procurato un pò di agitazione. Perchè il giornalista, intento alla lettura del nuovo libro di Isotta, durante il viaggio di ritorno da Venezia a Parma, come egli stesso racconta, aveva immediatamente raccolto un accenno alle riviste musicali, - spregiativamente virgolettate nel testo -  con la seguente specifica che Langone riportava alla lettera:( Una parentesi  per dire che questi professori universitari - il riferimento  a Carli Ballola, Pestelli, Gallarati, ndr - per non trenta ma tre shekel collaborano con preziosi articoli a " riviste musicali" fatte da cretini o per cretini che s'intitolano "Amadeus","Classic Voice", " Piano time"...).
 Rispettando la consegna del 'voi', che mi avevate detto usarsi fra persone che si stimano, caro maestro, desidero battermi per l' esclusione di 'Piano Time' dalle "riviste musicali"  cosiddette, " fatte da cretini o per cretini", alle quali avrebbero collaborato i suddetti professori universitari, tirati in ballo per denunciarne la inadeguatezza di fronte alla monumentale opera beethoveniana di Piero Buscaroli, vostro stimatissimo amico.
 A proposito della monografia di Buscaroli, anche l'Accademia di Santa Cecilia, in occasione di esecuzioni beethoveniane, nell'era Cagli, mai  pensò di includere  quella monumentale opera musicologica fra quelle suggerite nei programmi di sala. Appena notata, la voluta colpevole dimenticanza -  più precisamente: esclusione - non mancammo di segnalarlo pubblicamente.
 Tornando alle "riviste musicali" cosiddette, vi potrebbe essere sfuggito il particolare che "Piano Time" ha cessato le pubblicazioni da oltre dieci anni, e che la nostra direzione durò dall'origine ( 1983) fino al principio del 1990. Quel che accadde a "Piano Time",  cosa vi si pubblicò, e chi collaborò per i successivi dieci anni circa, non sappiamo nè mai ci interessò.
 Ma per il periodo di nostra responsabilità dobbiamo dirvi, da 're' di tutti i cretini che scrissero su quella rivista, sotto il nostro regno, che la vostra memoria di elefante potrebbe avervi indotto a  generalizzare un episodio singolo - che abbiamo ben presente - nel quale, uno fra i detti professori e Buscaroli ebbero a dibattere, proprio a proposito di Beethoven, o di Mozart, non importa.
 Nessuno di quei professori universitari ebbe a scrivere per "Piano Time"; due di essi  in una sola occasione, che non serve  ricordare  nei particolari.
 Ciò che invece ci preme  segnalare, caro maestro, fermo restando la riconoscenza nei vostri riguardi, per un fatto di cui sappiamo entrambi e che noi non dimentichiamo, è che a quella rivista, fra i cretini che vi scrissero, anche più di una volta,  vi furono il vostro  maestro Vincenzo Vitale, il pianista Franco Mannino ed anche Piero Buscaroli che a "Piano Time", dietro nostra richiesta, destinò un lungo saggio su Furtwaegler e la 'Tetralogia' a  Roma.  Ed anche, stavamo per dimenticarlo, Francesco Nicolosi.
 Di Vincenzo Vitale, veneratissimo  vostro maestro e  nostro insostituibile consigliere, ricordiamo con grande nostalgia gli incontri che avemmo a Roma, quando ci disse che  con "Piano Time"  noi avevamo realizzato un sogno che avrebbe voluto realizzare lui , quello cioè di  fra tornare in vita la prestigiosa rivista di inizio secolo "L'Arte pianistica".  E l'apprezzamento dell'indimenticato maestro  per "Piano Time" si concretizzò quando ci fece  il preziosissimo duplice regalo - che senz'altro anche voi conoscete ed avete letto all'epoca - dei ritratti sorprendenti  di Carlo Zecchi e Vladimir Horowitz. Due capolavori. Per i quali ci viene da pensare che assieme alla musica il grande maestro vi abbia iniettato il gusto ed il dono della scrittura
 Ora non continuiamo  per non tediarvi, rubandovi altro tempo ed energia. Vi preghiamo solo di precisare alla prima occasione, al prossimo libro, che "Piano Time" non era fatto da cretini; mentre, e qui conveniamo, non  ci sentiamo di giurare che fra i lettori  non ve ne fossero. Di cretini.
Vostro Pietro Acquafredda

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