sabato 3 ottobre 2015

Ignazio Marino o 'del delirio di bischeraggine', secondo l'espressione di mons. Paglia

Mons. Paglia doveva essere più attento nel rispondere con sincerità, seppure nel corso di una telefonata che immaginava privata, alle domande postegli da un 'finto' premier, con il quale evidentemente il prelato ha qualche familiarità, non solo telefonica, specie dopo che è stato prosciolto da quella compravendita diocesana, in quel di Terni, per la quale era stato imputato, in concorso, di truffa.
 Paglia, quando Renzi , il finto Renzi, gli chiede di Marino, risponde in tutta sincerità: Marino è un imbucato ed un bischero. Imbucato, perché il sindaco di Roma non se ne perde una per apparire, sempre con la fascia tricolore, per paura che non  lo riconoscano, dove sono puntati i riflettori, anche se la sua prima azione da imbucato è stata quella di candidarsi e salire al Campidoglio.
 E bischero perché ogni giorno gliene capita - NE COMBINA - una, per sua incapacità ed inadeguatezza al ruolo che purtroppo il voto popolare, IGNARO,  gli ha attribuito, quello di amministratore della Capitale d'Italia. Frutto anch'esso, indirettamente, della disaffezione verso la politica che arriva a premiare,  per andare contro tutti i partiti, un esterno - ESTRANEO, AMERICANO - che di amministrazione pubblica non capisce  nulla.
 Ogni giorno accade qualcosa, Marino si lava sempre le mani ed ostenta sicurezza da bischero, sì da bischero. Al punto che arriva perfino a dire, nel corso di una trasmissione televisiva, alla quale l'hanno invitato per 'metterlo in mezzo'- come si dice  in gergo - che  se fosse stato lui il papa non  avrebbe risposto al giornalista che gli chiedeva  se era stato lui ad invitare Marino a Filadelfia.
 Dopo quella dichiarazione, 'fossi stato io Papa Francesco',  uno si aspettava che da Santa Maria della Pietà arrivasse un furgone del 'pronto intervento psichiatrico', lo vestisse di bianco per dargli l'impressione che papa lo era davvero e lo portasse all'ex nosocomio, dove ora non si dovrebbe stare neanche tanto male, dopo che Zingaretti l'ha risistemato trasformandolo in un '5 stelle' - ma non quelle di Grillo - per cittadini affetti da deliri vari, compreso quello della stupidità o bischeraggine, giusta l'annotazione azzeccata di mons. Paglia. Il quale la sa lunga e se si è lasciato andare l'ha fatto perchè vede quali altri guai potrebbe combinare a Roma durante il Giubileo, alla cui inaugurazione - Marino, attento, l'inaugurazione si fa con l'apertura della Porta santa, e non con la passerella di politici e politicanti -  dovrebbe presentarsi, se  proprio non riesce a starsene alla larga, con la fascia tricolore, ma non a tracolla, bensì  a mò di turbante, per fasciarsi la testa.
 Marino, ci faccia la MISERICORDIA GIUBILARE di star zitto e di mantenersi il più possibile  invisibile ed inattivo. Roma ha dovuto già pagare per l'errore di averla eletto sindaco; e siccome dovrà ancora sopportarla per un pò, a causa della politica, almeno limiti i danni. E l'inaugurazione del Giubileo, se la guardi da casa, alla tv, se non altro per risparmiare a Lei e a tutti noi, qualche altro intervento pesante di sua santità  papa Francesco il quale, per essersi sentito costretto a pronunciarsi sulla sua ( di Marino, lo sottolineamo, per evitare che anche questa volta lei possa equivocare e pensi che parliamo del papa) andata a Filadelfia, era veramente imbufalito, secondo la colorita ma efficace espressione di mons. Paglia.

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