giovedì 3 settembre 2015

ASSASSINI ! SIETE TUTTI ASSASSINI ! Il grido di un bambino adagiato sulla spiaggia turca, morto affogato.

Quel bambino adagiato, con i vestiti addosso portato delle onde, sul bagnasciuga della spiaggia turca, nella sua tragica dolcezza, grida a tutto il mondo 'assassini!'.
Il suo viso non si vede, ma le sue grida di soccorso quando è caduto in mare: aiuto, salvatemi, mamma, papà aiutatemi sto affogando... quelle i mari del mondo le riportano in tutti i continenti, nella speranza che si infrangano contro le coscienze  di tutti gli uomini del mondo. Ed invece no,  il mondo è sordo. le grida di quel bambino, di tre anni, come anche quelle di tanti bambini che muoiono di fame nell'Africa dei più poveri; o quelli che fuggono, seminudi, fra le braccia di mamma o papà dalle guerre, armate da quel macellaio di Assad e dai suoi pari merito assassini del califfato e di tanti altri, che non guardano in faccia a niente e nessuno e colpiscono anche quei volti innocenti; i bambini stretti, come fagotti, dalle mamme che si arrischiano a passare sotto il filo spinato che, da ultime, le canaglie dei governanti ungheresi  hanno posizionato per chilometri e chilometri onde vietarne il transito, che lascerà piaghe e sangue su loro corpicini; alle grida  di quei bambini il mondo non presta ascolto. Resta - dicono - impietrito. No impietrito, complice degli assassini.
 Che fa la vecchia europa tutta, culla della democrazia? Le risposte ci sono come quella del governo di Praga che ha già vissuto in passato sulla sua pelle le ferite della persecuzione,  e marchia con numeretti i corpi dei profughi (hanno detto per evitare che nuclei familiari si disperdano) ; e dell'Ungheria che  si finge per un attimo più sensibile, carica i vagoni dei suoi treni con gli esuli che sognano di toccare il suolo tedesco, sul quale la cattivissima Merkel ha promesso di dare asilo ai profughi, ed invece,  fa fermare quel treno a pochi chilometri da Budapest, in un campo profughi allestito in poche ore , possiamo capire quanto disumano, più disumano dell'accampamento improvvisato sotto le arcate della stazione di Budapest e fuori sul piazzale antistante assediato dalla povertà e dal dolore.
Le immagini dei treni che portavano prigionieri da tutta Europa  nei lager torna prepotente alla mente.
Anche la distruzione di Palmira, un altro pezzo della nostra civiltà andato in malora, lascia indifferente il mondo che poi marcia, finge di marciare, in difesa dei diritti dei cittadini e della civiltà.
 L'Europa, di fronte a questa marea umana preceduta dalla bandiera di quel corpo di bambino adagiato dolcemente sulla spiaggia,  e che grida a tutti assassini,  se la prende comoda: si riunirà il 14 settembre a Bruxellles, tanto c'è tempo per chi ci governa. Quegli stessi che, invece, sono lesti ad arraffare tutto quello che possono nei giorni in cui amministrano il potere e pono attribuirsi privilegi che sono  autentici furti veri ed anche furti di legalità.
 Assassini!

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