lunedì 13 luglio 2015

Nutrire l'anima. Nell'attesa facciamoci Gilda. Stupri in palcoscenico a Londra e Macerata. Uffa.

Non nomineremo mai i due registi ai quali va attribuita la paternità delle ultime due trovate sessualmente violente sul palcoscenico operistico (' Guglielmo Tell' a Londra e, dopodomani, 'Rigoletto' a Macerata).
'Gugliemo Tell' campione di libertà e Gilda vittima di un sopruso per punire suo padre, Rigoletto, il buffone di corte del Duca di Mantova. Nell'uno come nell'altro caso due stupri, e, nel caso di Gilda, addirittura uno stupro di gruppo.
 In nessuno dei casi lo prevede la storia, in ambedue i casi semplicemente una trovata dei rispettivi registi, che non nomineremo, per far parlare di sè, pensando forse che altrimenti nessun giornale si sarebbe occupato di una bella edizione 'musicale' del celebre capolavoro di Rossini, come di quello verdiano il cui esito ancora non conosciamo, perchè la prima allo Sferisterio di Macerata - retto da Francesco Micheli che l'anno scorso ha messo donne dappertutto, anche in buca (d'orchestra), e quest'anno  ne fa violentare una da un gruppo (uno troppo poco!) di satanassi - deve ancora debuttare. Ma il clamore arriva addirittura prima, come il regista, complice il regista-direttore artistico,in fondo si augurava.
Perchè, si chiede Giuseppina Manin sul Corriere di ieri - giornale che per la terza volta, nel giro di un paio di settimane, torna a parlare di questi fatti, con intere paginate che mai verrebbero riservate alla musica senza tale contorno, gli unici che possono ormai interessare i giornali, la musica no - insistere su una formula che scontenta tutti,spettatori e critica ? Ma non registi e direttori artistici e giornali - ci permettiamo di aggiungere noi'? Semplicemente perchè i giornali, ai quali più di ogni altra cosa interessano, ne parlino, anche se - riprendiamo il discorso della Manin - ' non allarga neanche le platee della lirica.
 Non mancano , come da copione, dissociazioni di direttori artistici e direttori musicali, i quali naturalmente sapevano delle trovate ma non hanno voluto - in nome della libertà dei registi;falsi! - intervenire.

P.S. Ci hanno scritto dallo Sferisterio di Macerata in difesa del regista ( ma anche del direttore artistico) del Rigoletto prossimamente in scena. La Manin, hanno precisato, non può parlare di uno spettacolo d'opera senza averlo visto, come invece ha fatto l'altro ieri sul Corriere. Ma qualcuno le avrà pure passato qualche notizia, magari con l'intento di attrarre pubblico: lei poi ha amplificato la cosa ed il giornale ha sbagliato titolo, perchè oggetto della violenza non è Gilda, bensì la figlia di Monterone,  cortigiano del Duca di Mantova cui il  signore libertino violentò - ecco lo stupro - la figlia. 
 Resta il fatto che senza una qualche inutile gratuita ed idiota novità registica i giornali difficilmente si butterebbero a capo fitto su uno spettacolo d'opera , del quale diciamolo in tutta sincerità ormai non frega nulla a nessuno, nonostante che il melodramma, a partire da quello italiano, sia ancora oggi motivo di grande attrazione in Italia o negli altri paesi.

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