giovedì 30 luglio 2015

Di Giovanni Allevi, autodefinitosi 'pianista-compositore classico/contemporaneo', non ne facciamo un martire

Pur augurando a Giovanni Allevi - come facciamo da tempo - tutto il successo che lui spera ed in- segue con tutte le forze - senza meritarselo, secondo il nostro modestissimo parere - dobbiamo ribadire che egli sarebbe un  modesto compositore ed un pianista senza futuro in un mondo, quale il nostro non è, in cui le parole hanno un senso e le professioni un banco di prova oggettivo.
La modestia ed anche banalità delle sue composizioni sono evidenti, appena mimetizzate dalla massiccia dose di forte sentimentalismo, travasata in ogni espressione ed apparizione, al punto da farne un perfetto clone musicale del Moccia scrittore per adolescenti scombinati, ai quali ha fatto credere che appendendo un lucchetto chiuso, ai due lati di Ponte Milvio, ci si assicura un amore tutta passione e duraturo, ben sapendo che le cose stanno diversamente.
 L'ultima impresa dell'Allevi 'compositore classico/contemporaneo', è l'inno bilingue ( latino ed inglese, che pallone!) della Serie A del campionato di calcio italiano, caduta come manna dal cielo sulla organizzazione presieduta dal grande Beretta, giornalista economico, già direttore di Rai Uno (dove molti lo ricordano camminare muro muro per i corridoi con lo sguardo a terra. Modestia o vergogna?) e poi direttore generale di Confindustria nell'era Montezemolo, il quale ha dichiarato, gongolante per eccesso di incoscienza, che se ad uno arriva un regalo come quello di Allevi con il suo inno 'O generosa', non può che fare salti di gioia e ringraziare per tutta la vita calcistica, la sua, il noto compositore classico/contemporaneo.
 Noi l'inno non l'abbiamo ancora sentito e perciò non possiamo esprimere un parere a riguardo, però se nella professione musicale di Allevi non c'è stata, nel frattempo, una metamorfosi radicale, possiamo scommettere che si tratterà della solita dozzinale modesta solfa. Ne riparleremo quando l'avremo ascoltato, tanto avremo tempo un  intero campionato perché del 'povero' Allevi  si diffonderà in tv quel suo inno ogni volta che verrà trasmessa una partita di serie A.
 E qui termina il lavoro del cronista che  ha anche qualche nozione musicale ed una punta di gusto.
 Il resto, e cioè quel che si è letto in rete  nelle ultime settimane, addirittura le minacce di morte oltre agli insulti di varia efficacia, sono monnezza. E basta. Il cui unico esito potrebbe essere quello di fare di un  modesto musicista addirittura un martire. E sinceramente, Allevi non ha fatto  nulla per meritarlo.

Nessun commento:

Posta un commento