mercoledì 8 luglio 2015

A GIANNI LETTA riveliamo finalmente chi era 'quel signore che voleva commettere un sopruso ai danni di un giornalista...


Resoconto  di una telefonata.
Autunno 2011. Ufficio di Gianni Letta a Palazzo Chigi. Il sottosegretario, venuto a conoscenza di un episodio di scorrettezza evidente,  si fa chiamare al telefono il direttore generale della RAI, in quel momento assente. Si fa passare il vice direttore generale, al quale dice, a brutto muso: 'accade che un dirigente RAI - fa il suo nome e chiede: chi è questo signore... - che ha fatto causa ad un giornalista, nel 2007, ritenendosi diffamato da quanto da questi scritto; ora - autunno 2011 - si è rivolto all'ufficio legale della Rai, prima che la causa si concluda, per inibire al suddetto giornalista ogni sua collaborazione con la Rai. Questo è un sopruso, oltre che una ingiustizia, che non deve essere consentito a questo signore che non so chi sia'. Punto.
La faccenda delle collaborazioni  poi si risolve, per l'intervento di altre persone, ugualmente consapevoli del sopruso di quell'azione che veniva  fatta prima che il tribunale decidesse sulla causa promossa dal dirigente Rai, ma solo in parte ( quel dirigente Rai aveva già tagliato una collaborazione, sebbene di poco conto, a quel giornalista, ancora perdurante la causa) e certamente non per l'intervento accorato, ma forse non troppo interessato come in tanti altri casi  riguardanti altre persone, di Gianni Letta che, comunque, in quella telefonata  si era mostrato assai deciso a impedire quel sopruso.
Passano gli anni e giungiamo al 2013. Finalmente la causa giunge a sentenza, novembre 2013. Il giornalista viene completamente assolto, perchè ' ha esercitato correttamente e senza offendere la persona il suo diritto di critica', e il querelante condannato a pagare le spese di giudizio.
 Ora il querelante non ha fatto riavere a quel giornalista quella collaborazione, come sarebbe stato normale, avendo quella sua azione carattere  punitivo nei confronti del giornalista, prima ancora che il tribunale si pronunciasse.
 Il dirigente Rai nel frattempo, inizio 2015, è  passato ad altro incarico fuori della Rai, ancora più prestigioso, più di potere, rispetto a quello avuto in Rai, a seguito del quale si è  costruito - era quella nella sostanza la nostra critica - tutta la sua carriera, lenta ma inesorabile.
 E nel frattempo anche Gianni Letta - è notizia di questi giorni - ha  aggiunto al suo medagliere, la carica di Vice presidente dell'Accademia di santa Cecilia.
 A questo punto, ed a seguito di questo suo nuovo incarico, non crediamo sia più necessario rivelare a Gianni Letta chi è quel signore che nell'autunno del 2011 voleva compiere un sopruso, ai danni di un giornalista che aveva semplicemente esercitato, con correttezza, il suo diritto di critica, giusto la sentenza del tribunale del novembre 2013. Perché ora lo conosce bene e lo frequenta quasi giornalmente. Ma  ha rimosso quell'episodio. Volutamente.

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