sabato 6 giugno 2015

Veltroni un tempo, ed ora Zingaretti gomito a gomito con due mascalzoni

Chi era Odevaine? Il capo gabinetto dell'allora sindaco di Roma Veltroni, Uolter per tutti. E Venafro?  Il capo gabinetto del governatore Zingaretti. Veltroni e Zingaretti diranno che erano capi gabinetto ed ora non lo sono più, e per Venafro, Zingaretti aggiungerebbe s'è dimesso da tempo e successivamente è finito dietro le sbarre. Non fosse stato per la indagine della Porcura di Roma, quando mai saremmo venuti a capo di questa cloaca umana all'ombra della politica? La stessa cosa  potrebbe dire Uolter del suo ex capo gabinetto, il quale, caro ex sindaco, deve aver cominciato molto tempo fa a curare i suoi affari criminali, non l'altro ieri. Naturalmente non parliamo della gestione Alemanno e dei consiglieri comunali o regionali, di tutti gli schieramenti, finiti dietro le sbarre.
 Ora due politici di lungo corso si sono allevati ed hanno tenuto stretti due autentici malfattori che hanno lucrato perfino sugli sputi da pulire per terra, per non parlare degli appalti per lavori pubblici e per  iniziative assistenziali come quelle destinate ai Rom o agli immigrati?
 Ma ci dicano allora dove vanno a scegliersi i collaboratori Uolter e Zingaretti, per incarichi di grande responsabilità come lo è quello di capo gabinetto? Nel partito che è diventato un allevamento intensivo di ladri ed autentici delinquenti? Ma come fa il cittadino a fidarsi di politici che non si accorgono - così dichiarano, protestando la loro totale ed assoluta estraneità, alla quale non si può non credere -  di che pasta di merda sono fatti i  loro più stretti collaboratori?
 E se politici come loro, onesti ed anche bravi e capaci non si accorgono del malaffare o si girano dall'altra parte per non vedere, cosa dovremmo pensare di  tanti loro colleghi, ai vertici delle istituzioni, che hanno consentito il malaffare proprio e dei loro più stretti collaboratori, in un giro di ricatti e collusioni ignobili?
Perchè a questi politici il paese dovrebbe riservare un trattamento di favore dovuto ai soli servitori dello Stato e della Comunità? Non bastavano le mazzette che si sono rubati per ogni cosa, al punto che nell'ambiente della malavita organizzata con i quali avevano stretti rapporti, i loro nomi venivano indicati con aggettivi del tipo  'signor trentamila euro'.
 Bella storia, e Uolter e Zingaretti, onesti,  come anche il pur onesto Marino non possono chiamarsi fuori. Chi ha suggerito loro i nomi di questi farabutti? Possibile che solo loro erano all'oscuro dei loschi traffici di questi collaboratori, noti a tutti come i signori del 5 o 10 o 20 % su ogni spesa anche quelle di carità?
Filippo Ceccarelli oggi su Repubblica sussurra un'altra ipotesi, rammentando che il cavallo di Caligola  aveva come nome 'incitatus', e chi se non Caligola era il suo incitatore? che traduce così Ceccarelli: ricordate il caso di Andreotti e di Evangelisti, suo braccio destro e suo 'esattore' dai vari imprenditori, come il più famoso di tutti Gaetano Caltagirone che, alla sola vista di Evangelisti gli domandava, prima che aprisse bocca: 'A Fra' che te serve'? ed anche il  caso della segretaria di Galan. perchè - dice Ceccarelli- ci deve essere nel paese del malaffare quello che si sporca le mani  per conto del capo che deve rimanere, almeno all'apparenza, puro come un giglio. Ma non dimentica di ricordare sempre Ceccarelli che in questi due casi, alla fine del rapporto, per incidenti giudiziari, i due principali collaboratori hanno buttato la croce sulle spalle dei loro capi, come accadde con Andreotti ed anche con Galan, al quale le accuse più forti furono rivolte dalla sua ex Claudia Minutillo; e c'è anche il caso Marco Milanese che alla fine gettò anche lui la croce sulle spalle del suo ex capo, il ministro Tremonti.

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