martedì 16 giugno 2015

Quanta musica su Style, il mensile del Corriere della Sera!

Non ci capitava da tempo di contare  su un giornale  tanti spazi dedicati alla musica, come sull'ultimo numero del mensile allegato al Corriere, Style. Ed oltre tutti i servizi, anche l'inserto Moda con aitanti giovanotti ben vestiti, tutti con strumenti. Che bello, il mondo sta cambiando, ci siamo detti, nella speranza che una volta o l'altra succeda. E c'è anche l'editoriale firmato da Paola Turci sul quale sorvoliamo perchè ad una lettura veloce ci sembra non ci interessi.

A pag. 20, un servizio intitolato 'Musica Espresso' riferisce di una iniziativa berlinese, dove tre sale da concerto si sono accordate per una forma abbastanza inusuale, per noi bislacca, di distillare la musica. In alcuni giorni del mese le tre sale fanno concerti in ore inusitate, alle 14, durano  tre quarti d'ora circa, senza intervallo e si concludono con un caffè offerto dagli organizzatori, che pretendono solo un biglietto da 6 Euro, poco più di un caffè, dicono loro,  acquistando invece un'oretta di buona musica.  Pausa caffè e pausa musica? Servirà alla causa di acquisire nuovo pubblico o testare nuove forme di concerto?

 A pag.118 ( dopo il lunghissimo inserto moda-musica), un servizio intitolato assai idiotamente  'Mehta di villeggiatura' presenta  il prossimo Festival di Verbier, dove Zubin Mehta è uno dei direttori presenti. Firmato da Beba Marsano, il breve servizio si avventura perfino nella categoria dei neologismi musicali, dove scrive di Thomas Quasthoff  "alla sua prima conduzione con la Passione secondo matteo di bach". Non serve commentare, basta aggiungere che, dopo, il servizio vira sul lato villeggiatura, e vaffanc...la musica, indicando alberghi e ristoranti .

A pag 157 si dà notizia di una serie tv che spopola in America, e che si vedrà da metà luglio su Sky, intitolata 'Mozart in the Jungle' il cui protagonista è "Rodrigo DeSousa, il giovane direttore d'orchestra ispirato a Gustavo Dudamel", che già ispira  figli e nipoti, il quale viene assunto da una orchestra di New York che manda a casa il vecchio direttore, nella speranza di risolvere le sorti critiche  della musica classica che, come ribadisce Battistoni, il nostro direttorino profeta, non è ' musica per vecchi'.

Per arrivare a pag. 170 e seguenti che ospitano un lungo servizio intitolato ' chi guadagna con la musica' a firma Andrea Laffranchi. Si legge che il disco rappresenta solo metà del fatturato, l'altra metà è invece rappresentato dal digitale: dall'economia del possesso si sta passando a quella dell'accesso, che oltre tutto occupa meno spazio ed offre un catalogo praticamente illimitato, al quale accedere in ogni momento ed in qualunque posto della terra. I ricavi complessivi dell'industria musicale ammontano oggi a 13,5 miliardi. E gli autori (d'accordo, ma non sempre, con gli editori) studiano nuove forme per far soldi.

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