domenica 21 giugno 2015

Quando non fare domande è più grave perfino del non dare risposte

Come è possibile che  Ministeri, Asl, la stessa Agenzia delle Entrate, e pure Palazzo Chigi non abbiamo pagato le tasse comunali da anni, accumulando nei confronti del Comune di Roma un debito di quasi 30 milioni di Euro? Chi per anni, e fino ad oggi, sì  fino ad oggi perchè il caso non è ancora risolto, non è andato a bussare alle loro porte per riscuotere i crediti vantati dal Comune, mentre a distanza di qualche mese verrebbe improrogabilmente a bussare alla nostra porta per esigere tributi di molto, ma molto minore entità, e, se non paghiamo, precederebbe con il sequestro o l'ipoteca di beni? Dal Comune rispondono che un  dirigente dell'ufficio incaricato di tali riscossioni è in permesso sindacale, e perciò assente per lunghi periodi. Tutto regolare. Perchè, invece, il dirigente dell'ufficio preposto alla riscossione delle tasse varie dai comuni cittadini sembra che lavori anche di notte, per l'impressione che si ha di lui nell'opinione pubblica: un vero persecutore?
 E il colabrodo del patrimonio immobiliare del Comune di Roma? Chi  dovrebbe porsi le domande necessarie, come quella, ad esempio, del perchè  quando il Comune affitta un suo appartamento - solitamente a gente che può pagare o che  forse non ne avrebbe diritto - lo fa a prezzi calmierati, quando poi lui intende , per sua necessità, affittare un appartamento, lo paga  a prezzi di mercato dieci cento volte più alti? Tutti fessi i dirigenti  comunali ed i sindaci che li hanno messi in quei posti  di responsabilità, oppure in gran parte furbi, profittatori e ladri, diciamolo con chiarezza? E perchè mai nessuno ha chiesto loro di pagare il conto?
Ci sono poi casi davvero impressionanti per la loro illegalità. C'è una immobiliarista, discendente di una famosa famiglia di costruttori che ha, a Roma soltanto, un patrimonio immenso; la quale affitta al Comune di Roma quasi 1500 appartamenti, da anni, destinati alle politiche abitative del Comune medesimo. Il Comune naturalmente le paga gli affitti, ma nessuno del medesimo Comune che paga gli affitti va a chiedere alla signora il pagamento delle tasse comunali sulle proprietà immobiliari. Nessuno, proprio nessuno pone alla sig.ra Armellini - è questo il suo cognome - una simile domanda. Non gliela pone nemmeno un politico di lungo corso, socialista e milanese, gran fustigatore delle malefatte pubbliche, che si chiama Tabacci, legato sentimentalmente alla signora. Possible mai che la signora non abbia mai rivelato al suo compagno una tale abnorme situazione? E possibile anche che il suo compagno non le abbia  mai detto: cocca mia, ma lo sai che stai evadendo le tasse? Evidentemente è stato possibile.
 Come altrettanto possibile fu, anni fa, che il procuratore generale di Milano, Francesco Saverio Borrelli, cognato di Roman Vlad, all'epoca direttore artistico della Scala,  aiutante al seguito  Paolo Arcà, che sicuramente ebbe tante volte ospite della sua casa milanese, non gli domandasse come conciliava il suo insegnamento al Conservatorio dell'Aquila ed il suo lavoro 'subordinato e continuativo' - con timbratura di cartellino - alla Scala di Milano. Quella domanda non gliela fece, ma avrebbe dovuto fargliela, essendo a conoscenza della sua professione anteriore e parallela di insegnante in un pubblico Conservatorio. Non credete? La risposta sarebbe stata la seguente. caro procuratore, ho fatto una  richiesta di aspettativa per gravi motivi di famiglia, il direttore del Conservatorio - a conoscenza della reale situazione, anche perchè la Scala non è in Africa - ha fatto finta di crederci, l'ha accettata e concessa, ben sapendo che era falsa; e così io posso essere per gran parte dell'anno qui a Milano a lavorare alla Scala. Borrelli non fece mai ad Arcà quella domanda, perchè?  Siamo sicuri che non gliel' abbia fatta altrimenti Arcà avrebbe risolto la sua situazione secondo la legge, e cioè dimettendosi dal Conservatorio. Invece l'insegnamento lo ha sempre mantenuto, anzi se lo è fatto spostare a Milano, per renderselo più agevole e più vicino al secondo lavoro  e nessuno gli ha detto mai nulla. Noi lo abbiamo scritto parecchie volte e su diverse riviste.  silenzio assoluto. Una volta ci dissero che avremmo dovuto sporgere denuncia in tribunale, ed allora la cosa sarebbe stata presa in esame. Come è accaduto, sempre nel Conservatorio aquilano, che alcuni anni fa un insegnante, nominato direttore artistico di un teatro di provincia, a seguito di denuncia dell'amministrazione comunale, sia stato processato e condannato a restituire all'amministrazione scolastica i compensi degli anni del doppio incarico che, evidentemente , non avrebbe dovuto avere.
Pensate che la cosa non accada più?  che non accada tuttora, nei conservatori o tanti altri pubblici uffici?  Vi sbagliate. Noi stessi, proprio sulla rivista del Conservatorio aquilano, Music@, che abbiamo inventato e diretto per anni, abbiamo denunciato altri casi. Mai alla denuncia è seguita richiesta di spiegazioni e rimozione delle incompatibilità che tuttora esistono. Perchè? Semplicemente perchè chi doveva porsi simili domande non lo ha mai fatto, lasciando incancrenire tante patenti illegalità, di cui tutti paghiamo il prezzo.

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