giovedì 25 giugno 2015

I diari di Ignazio Marino

Il sindaco di Roma in una lunga intervista  rilasciata a Concita De Gregorio di Repubblica, una difesa su tutta la linea, dopo aver detto che lui neanche con le cannonate va via, e quindi si mettano tutti l'animo in pace che resterà fino al 2018 - forse anche oltre Renzi che potrebbe cadere prima, ma lui no, nessuno lo può rimuovere - e magari ricandidarsi per restare al Campidoglio fino al 2023, tira fuori l'arma segreta, o il Piano B - come lo avrebbero chiamato il suo principale avversario Renzi  o qualcuno del suo partito - i diari, non più segreti, sui quali lui, come faceva un  tempo Andreotti e come fa anche qualche noto giornalista, annota ogni giorno tutto quello che gli accade  e che accade intorno a lui. E fra le tante cose, guarda caso, tira fuori che il giorno tal dei tali, dal partito gli telefonarono per  caldeggiare assessorati e posti di responsabilità per Coratti e Ozzimo. Non sono quelli indagati della sua giunta o del coniglio comunale? Giusto. Il partito è avvisato.  Di  ciascuna telefonata, incontro, pressione, raccomandazione in quei diari c'è traccia - Marino lo ha detto chiaramente.
 Non é la minaccia di Buzzi: se parlo cade mezzo governo; ma poco ci manca. E' un avvertimento ai notabili del suo partito ed a Renzi stesso. Non è neppure il caso di sottolineare che Marino non è Buzzi, onesto l'uno disonesto l'altro; solo che Buzzi agiva, Marino sembra star fermo, che è poi, al di là degli arresti della sua giunta e del consiglio,  l'appunto maggiore che si fa al suo governo. Insomma, fermo restando che lui è persona onesta,  che per ora sta zitto,  e che se gli rompono le scatole  ha l'arma segreta da tirar fuori - i diari - resta il fatto che finora non ha dato le risposte che la città  desiderava. E che, se non riesce a darle in breve tempo, anche l'ultimo treno per  la sua salvezza, passa senza che lui possa prenderlo. E dovrà dimettersi a furor di popolo e non perchè glielo impone il partito o Renzi.
 Infine il problema della nuova giunta fatta di persone competenti: ma perchè pur conoscendole, le persone competenti, non si ricorre a loro subito  e si attende, invece, che accada qualche disastro, per chiedere loro aiuto? Parliamo dei commissari, ai quali vengono affidate le salvezze in extremis,  e che dovrebbero, in un paese normale, essere i governanti della prima ora.
 Ed anche su questo punto Marino non ha brillato di autonomia;  e forse il partito gli ha imposto dei nomi. Nei diari c'è scritto.

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