domenica 10 maggio 2015

Il Presidente della corte dei conti precisa sulle fondazioni lirico-sinfoniche a seguito della relazione relativa all'esercizio 2013.

  1. I contributi pubblici e privati segnano, nel complesso una riduzione nell’anno in esame, pari al 5,7 per cento. Il sostegno pubblico del settore, rappresenta circa l’86 per cento del totale delle contribuzioni, in linea con il dato dell’esercizio precedente (circa 87%), ma diminuisce del 5,6 per cento. L’apporto dello Stato (55,9% del totale dei contributi) decresce difatti nel 2013 del 5,5 per cento, calo che conferma la tendenza già riscontrata l’anno precedente (-8,4%). Anche le risorse erogate dalle Amministrazioni territoriali (30,4% del totale dei contributi) segnano una riduzione, pari al 5,1 per cento dopo il calo registrato nell’esercizio precedente (-5,0%) ed evidenziano, comunque, l’inadeguatezza della loro contribuzione rispetto al fabbisogno, soprattutto se commisurata al peso politico da esse esercitato nell’ambito delle Fondazioni. Le fonti di finanziamento private (13,6% del totale) segnano anch’esse un calo (-6,8%) e si dimostrano in genere, salvo alcune eccezioni, non adeguate al fabbisogno; 
  2.  le risorse proprie delle Fondazioni provenienti dai ricavi da vendite e prestazioni hanno registrato, nell’esercizio in esame, un aumento (+ 6,6%), che inverte il dato relativo all’anno precedente (calo del 5,7%), ma ancora inferiore al risultato del 2011, allorché l’incremento era stato del 21 per cento. Seppure in miglioramento nell’anno, dunque, esse si confermano di limitato significato rispetto sia al valore della produzione (incidendo per il 29%), sia in  quanto insufficienti riguardo ai costi gestionali, coperti per il 27,5 per cento. I più ragguardevoli rimangono i ricavi della Scala di Milano e dell’Arena di Verona che da soli rappresentano oltre la metà del totale dei ricavi di tutte le Fondazioni. Nel quadro generale di aumento dei ricavi registrato nell’anno sono però da evidenziare le significative contrazioni fatte segnare dal Maggio musicale fiorentino, dal Teatro Lirico di Trieste e dal Carlo Felice di Genova; 
  3.  i costi complessivi della produzione registrano un aumento pari all’1,9 per cento, mentre vi era stata una diminuzione nell’esercizio precedente (-2,1%). L’aumento dei costi si accompagna a una leggera contrazione del valore della produzione (-1%, dovuta al calo dei contributi). In aumento consistente risulta, in particolare, il costo del personale (+4,9%), che da sempre costituisce la componente più onerosa della produzione. Nel 2013 soltanto il Teatro Massimo di Palermo e il Teatro Lirico di Trieste segnano una lieve diminuzione (lievissima per Trieste), mentre lievitano i costi per il personale di tutti gli altri teatri, con incrementi molto consistenti per il Carlo Felice di Genova e per l’Opera di Roma; 
  4.  i complessivi risultati economici d’esercizio presentano un quadro nel complesso molto negativo con una perdita di 26,5 milioni di euro, in ulteriore peggioramento, rispetto al dato già preoccupante del 2012 (- € 20,6 milioni di euro). Al risultato fortemente negativo dell’Opera di Roma, del Maggio musicale di Firenze e delle Fondazioni di Genova, Bologna e Bari fanno però riscontro gli esiti positivi in particolare del Lirico di Trieste e, in minor misura, di quasi tutti gli altri teatri; 
  5.  il valore complessivo del patrimonio netto registra nel 2013 una consistenza pari a 424 milioni di euro, con una diminuzione del 3,6 per cento rispetto all’esercizio precedente, a sua volta in lieve contrazione (-1,4%) rispetto al 2011. Forti riduzioni del patrimonio netto registrano in particolare il Maggio musicale di Firenze, approdato a un valore negativo, con un crollo in valore assoluto di oltre 9 milioni di euro, come pure l’Opera di Roma, ancora in territorio positivo, ma con una riduzione di quasi 13 milioni di euro. Anche la Fondazione di Bari transita nel quadrante negativo, con una perdita di patrimonio netto pari a poco meno di 2 milioni di euro. Il teatro di Genova, a sua volta, vede il proprio patrimonio netto ridursi di quasi 6 milioni di euro. In aumento risulta invece il patrimonio netto delle altre Fondazioni, fra le quali 4 sono degni di nota i progressi registrati dal teatro Lirico di Trieste (con un aumento di quasi 5 milioni di euro, a seguito di conferimenti ricevuti dalla Regione), dal Teatro Comunale di Bologna (con un aumento di oltre 4 milioni di euro, a seguito di conferimento di beni immobili e contributo straordinario da parte del Comune) e dal Teatro San Carlo di Napoli (con un aumento di circa 1 milione di euro, anche a seguito di apporti della locale Camera di Commercio). Nel 2012, oltre al teatro del Maggio Musicale Fiorentino, avevano registrato diminuzioni nel patrimonio netto anche i teatri di Bologna, Palermo e Torino; 
  6.  il volume dei crediti si riduce (-14,3%) nel 2013 dopo aver registrato un aumento consistente (+23,9%) nel 2012 e tocca la consistenza di 224,5 milioni di euro; l’ammontare complessivo dei debiti, che prevale costantemente su quello dei crediti, è invece in aumento (+10,6%), confermando il trend dell’anno precedente (+4,3%), ed è in genere condizionato dalle esposizioni verso gli Istituti di credito, riguardanti le anticipazioni richieste per fronteggiare sia la diminuzione dei contributi privati e pubblici, sia i ritardi nell’erogazione delle risorse da parte degli enti territoriali, sia infine le sofferenze accumulate nelle gestioni precedenti; 
  7.  i costi strutturali restano eccessivi, soprattutto per quanto concerne gli oneri per il personale, ma anche in rapporto alle nuove produzioni, e non sufficientemente ammortizzati da un adeguato numero di rappresentazioni e certamente comprimibili senza comprometterne la qualità, in genere molto elevata. Un maggior ricorso al repertorio e alla valorizzazione delle risorse interne e delle coproduzioni potrebbe certamente contribuire a un migliore rapporto tra costi e ricavi, soprattutto per le Fondazioni di più limitata dimensione, ma è da chiedersi, in ultima analisi, se il sistema lirico-sinfonico italiano, nelle condizioni date, sia in grado di sostenere la presenza di 14 Fondazioni; 
  8.  nell’anno di riferimento il legislatore è intervenuto introducendo una importante legge di riforma del settore, la legge 7 ottobre 2013, n. 112, di conversione del decreto legge 8 agosto 2013, n. 91, (cd. “Valore cultura”), indirizzata al risanamento delle Fondazioni lirico-sinfoniche e al rilancio del 5 sistema nazionale musicale di eccellenza. Il provvedimento è stato poi in parte modificato dal successivo decreto legge 31 maggio 2014, n. 83, come convertito nella legge 29 luglio 2014, n. 106 (cd. “Artbonus”). La riforma destina risorse aggiuntive rispetto al FUS, a valere su un apposito fondo di rotazione, alle Fondazioni che siano, o siano state, in regime di amministrazione straordinaria nel corso degli ultimi due esercizi o che non possano far fronte ai debiti certi ed esigibili. Ma la concessione di tali risorse (prestiti a tassi agevolati) è subordinata all’approvazione per decreto ministeriale di un piano pluriennale di risanamento rigoroso, predisposto sotto la sorveglianza di un Commissario straordinario all’uopo istituito. Delle 14 Fondazioni lirico-sinfoniche, 8 sono attualmente assoggettate a tale procedura, sul cui andamento si riferirà nelle prossime relazioni; 
  9.  dal lato ordinamentale effetti positivi possono essere attesi dalla intrapresa razionalizzazione della governance delle fondazioni, caratterizzata da una più marcata separazione dei poteri e dal qualificato vaglio di correttezza contabile da parte del Collegio dei revisori; 
  10.  oltre alla ricerca di nuovi flussi di ricavo attraverso forme di sponsorizzazione e partnership locali, nazionali e internazionali, va certamente potenziata la scelta di un maggiore coinvolgimento di soggetti privati, sinora intervenuti, salvo casi limitati, in misura marginale. In questa direzione si auspica possa espletare a pieno i suoi effetti la legge 106/2014 (“Artbonus”) volta a rafforzare le agevolazioni fiscali per le donazioni a favore delle fondazioni, semplificando le relative procedure. 



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