giovedì 28 maggio 2015

Il grosso abbaglio del quotidiano La Repubblica, l'unico giornale che papa Francesco, imprudente, ha dichiarato di leggere. Pubblicato, come inedito, un testo di Solgenitsyn uscito da Mondadori 40 anni fa

'La Repubblica' dopo che è stata smascherata non si è preoccupata - come  farebbe ogni buon giornale che tiene ai suoi lettori - di scusarsi con loro. No, ha fatto finta di niente ed ha tirato avanti. Cosa è accaduto? E' accaduto che due giorni fa sia uscito nelle pagine centrali del quotidiano un lungo testo del grande scrittore sovietico dissidente Solgenitsyn, gabellato come inedito. E che i redattori della 'cultura' di Repubblica' credessero a quel che scrivevano si deduce anche dal fatto che l'eccezionalità dell'inedito veniva anticipata anche in prima pagina. Il titolo dell'inedito pubblicato da Repubblica era: 'Vivere senza menzogna', che era poi il titolo originale  del testo, con un sottotitolo coniato dalla redazione che suonava: 'Perchè la ribellione alla menzogna è la vera resistenza'.  Ma il bello, anzi il brutto per La Repubblica era che con quel titolo, e contenente ovviamente quel testo, era uscito nientemeno che da Mondadori, nel 1974, dunque 40 anni fa, un libretto che includeva anche la 'Lettera ai dirigenti dell'Unione sovietica'. Rivelazione di Antonio Socci su 'Libero'
 All'indomani, cioè ieri, Antonio Socci,  in una ricca paginata di Libero, metteva alla berlina il quotidiano romano, il quale ovviamente taceva sull'accaduto, spiegando ai suoi redattori che  la vergogna alla quale Solgenitsyn si riferiva era il partito comunista sovietico; aggiunge che lui quel libro lo aveva letto all'epoca, quand'era un liceale, e quando anche in Italia la sinistra imperava. Aggiunge poi che lo stesso clima si respira anche oggi - non scherziamo  Socci! - e che Repubblica avrebbe dovuto chiosare quel testo, facendo capire che se Solgenitsyn fosse oggi vivo avrebbe preferito Putin ad Obama ed avrebbe - testuale - " condiviso la condanna putiniana di quei Paesi che stanno rinnegando le loro radici, tra cui i valori cristiani che sono alla base della civiltà occidentale. Stanno negando i principi mortali e la propria identità:nazionale,culturale,religiosa e perfino sessuale".
 E qui Socci, con qualche ragione appena a suo favore, la spara più grossa di quanto non abbia fatto Repubblica pubblicando un finto inedito pubblicato da una grande casa editrice molti anni fa.
Perchè Socci è contro l'attuale pontefice, alfiere di una modernità che egli non condivide e che molti nel mondo invece non solo condividono ma approvano. Il che rende ancora più furioso Socci che in papa Francesco vede addirittura un anticristo, almeno così si legge fra le righe.
E, invece, papa Francesco anticristo non è anche se qualche vola dovrebbe essere più attento a parlare, come non ha fatto alcuni giorni fa in una lunga intervista ad un giornale argentino, subito ripresa ovviamente da Repubblica, più attenta al papa dello stesso Osservatore romano, della quale egli dichiara che è l'unico giornale che legge ogni mattina, sebbene 'di corsa'. Sarebbe stato meglio non l'avesse detto, anche se l'ha fatto per omaggiare 'Barbapapà' che lo riempie di attenzioni.
 Papa Francesco, pur non trattandosi di dottrina - perchè come si vede  sbaglia anche in cose meno gravi - avrebbe dovuto prendere a modello quella espressione che risuonò nelle navate della basilica di San Pietro durante le sessioni del Concilio vaticano II per bocca del teologo Hans Kung, se non andiamo errati:' non amo ( o frse disse .temo') la Chiesa di un solo teologo', e Kung si riferiva a San Tommaso d'Aquino, che della dottrina cristiana è  stato esegeta  fondamentale come  Barbapapà non può essere considerato della dottrina di Francesco, perchè gli mancano i fondamentali; e ancor meno può ritenersi La Repubblica, nonostante che sia l'unico quotidiano che papa Francesco legge ogni mattina.

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