giovedì 26 marzo 2015

Francesca Barracciu, sottosegretario ai beni culturali, nei guai si è messa da sola. Alessandro Gassman non c'entra

Questi giorni, Francesca Barracciu, è alla ribalta della cronaca. Ed è la prima volta, da quando nel febbraio del 2014 Renzi l'ha nominata sottosegretario ai Beni culturali, per toglierla dai guai nei quali s'era cacciata nella nativa Sardegna.
Sorvolando sulla gaffe della commemorazione del Satta confuso, della quale s'è scusata dicendo in pratica: oh, ma io sono laureata in filosofia, vi pare che non me ne sia accorta? mentre ha insistito a commemorarlo, gettando poi la croce dello scambio di persona, sulle spalle del suo staff. Stessa scusa di quell'altra laureata della Gelmini,  che sul tunnel da Ginevra al Gran sasso, incolpò il suo segretario, che ovviamente aveva studiato nella sua stessa università.
 Laureata in filosofia la Barraciu, ha insegnato nelle scuole superiori, laureata come tantissimi altri, insegnante come tantissimi altri; solo che, a differenza di tantissimi altri, lei come la Gelmini - non so chi si deve scusare con l'altra per l'accostamento - se non si mettevano a fare politica, dove si vede di tutto,  la Barracciu sarebbe ancora a fare l'onesta insegnante, e la Gelmini, a fare l'avvocata onesta, mentre fino ad oggi la Gelmini non passa giorno senza che ci dispensi briciole di sapienza, e la Barracciu di giorni ne ha lasciati passare tanti, troppi, senza spiegarci le ragioni vere della sua scappata in continente, aggrappata all'ancora che le ha gettato Renzi.
Non vogliamo parlare anche di Alessandro Gassman che le direzioni degli Stabili deve forse non alla sola sua bravura, sulla quale non osiamo neppure dubitare. Come invece ha osato fare la Barracciu, che se dovesse applicare a se  stessa il criterio che ha usato con Gassman, dovrebbe giungere alle medesime conclusioni e conseguente autoconfessione. Lei, che meriti per fare il sottosegretario ai beni culturali, ed anche competenze non ne  può vantare, bensì solo la sua laurea in filosofia, con la quale ha potuto insegnar. perciò su simili rivendicazioni professionali è preferibile tacere dall'una e dall'altra parte.
 Le medaglie al petto che chiunque esibisce, a fronte di un incarico di responsabilità e prestigio, si valutano partendo da quelle guadagnate in trincea. Tanto per restare ai beni culturali, la sig.ra Ilaria Borletti Buitoni, sarà anche laureata oppure no non importa, ma da presidente del FAI, dove ha dimostrato cosa sapeva fare, la sua nomina a sottosegretario è più che giustificata dalla sua competenza dimostrata sul campo; mentre altrettanto non si può dire nè della Barracciu nè dello stesso ministro Franceschini. Condizioni queste per l'esplosione del potere del Nastasi grande&grosso.
 Tornando alla Barracciu, la sua fuga in continente, dopo essere stata eletta anche parlamentare europea, subentrata a Crocetta, salvata da Renzi, lei renziana, ovviamente, nasce dal clamore suscitato dalle sue spese 'pazze' - così le definì l'opinione pubblica - da consigliera regionale: 33.000 Euro circa di carburante in tre anni - così almeno si legge negli articoli di giornali riguardanti il suo caso.
 Calcolatrice alla mano, se il carburante costava all'epoca all'incirca 1,70 Euro, e con un litro di carburante lei poteva percorrere mediamente una ventina di km, in tre anni la Barracciu avrebbe percorso con la sua macchina 390.000 Km. circa, e perciò ogni anno avrebbe  potuto oltre cento volte percorrere la distanza 'dalle Alpi alle piramidi' della nostra amata penisola, lunga 1200 Km circa, solo che quegli oltre 130.000 km annui, li avrebbe percorsi nella 'incarcata' patria Sardegna, lunga 270 Km. ( l'avrebbe percorsa 500 volte circa circa per anno, una volta e mezza al giorno per tutti i giorni e per tutti e tre  gli anni, ogni giorno) andando su e già all'impazzata, con l'acceleratore a tavoletta, perchè l'altra ipotesi sarebbe, oltre quella dell'alta cilindrata della sua macchina, che non sapendo la consigliera guidare, abbia consumato il doppio o il triplo di quanto consumerebbe un normale ma avveduto guidatore.
 Morale della favola. La cultura, quella vera,  che dovrebbe essere appannaggio di ogni politico, benché non lo sia quasi di nessuno, non dovrebbe far cadere il politico di turno nelle trappole dei falsi o indebiti rimborsi che sono una vergogna fin troppo diffusa nel nostro paese,. E non aggiungiamo altro. L'unico vantaggio, adesso che sta al ministero, è chela Barracciu, usi la macchina di servizio e perciò non debba farsi rimborsare nulla. E con ciò evita altri  possibili addebiti politico culturali futuri.

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