martedì 24 febbraio 2015

Nuova razza padrona. Quasi tutti debuttanti allo sbaraglio. I casi di Fuortes,Pizzo,Conte,Biscardi,Sani

Tolto Carlo Fuortes che il suo battesimo di idiozia l'ha giù avuto con l'insano progetto della 'esternalizzazione' di Orchestra e Coro dell'Opera di Roma, per mettere un freno allo strapotere dei sindacati; e che, seppure non in teatro d'opera, ad eccezione della breve parentesi al Petruzzelli di Bari, ma a Musica per Roma spa che è ben altra cosa, il mestiere dell'amministratore lo faceva già e aveva costituito, per tanto tempo, materia dei suoi studi; e tolto anche Pierangelo Conte, già a capo della segreteria artistica della Fenice di Venezia, che è ora passato a Firenze in veste di direttore artistico, con un aggravio di responsabilità, ma per continuare a fare un mestiere che ha imparato bene a Venezia; tutti gli altri componenti la nuova razza padrona che si pavoneggia, negli ultimi mesi, nelle fondazioni liriche, proviene dallo show - in Italia molto frequentato e diffuso - dei 'dilettanti allo sbaraglio'.
Tutti sono debuttanti nel rispettivo mestiere, di grande responsabilità per giunta, ma che non hanno mai svolto prima. E tutto con la benedizione dei politici ( Ministero di Franceschini e Nastasi) che poi invocano ed esigono, a parole, competenza e buona amministrazione.
Nicola Sani che ha scalzato, per designazione del primo cittadino bolognese, Francesco Ernani dalla poltrona di sovrintendente, per sedervisi lui, non ha mai fatto, prima di Bologna, il sovrintendente di un teatro. Semmai ha fatto il direttore artistico, prima a Roma e poi a Bologna, chiamatovi nell'uno come nell'altro caso proprio da Ernani. Che egli non ha ritenuto opportuno e conveniente salutare nel suo discorso ufficiale di insediamento. Vatti a fidare di certi collaboratori, dei quali ti accorgi ,quando non puoi più rimediarvi, che ti sei allevata una serpe in seno.
Il discorso vale anche per Oscar Pizzo che, a fianco di Carlo Fuortes ha fatto il giro d'Italia, dando l'impressione che fosse una sua costola, ma molto più navigato in musiche con elicotteri o in performances con centinaia di metronomi ed altoparlanti o con esecutori atletici maratoneti, ora occupa, sotto le ali protettive del grande Francesco Giambrone, sovrintendente due volte, per volontà dello Spirito santo e del Sindaco di Palermo, il posto di direttore artistico di un grande teatro. Capirà di repertorio e di voci, trattandosi di un teatro d'opera? Giambrone garantisce per lui, ma a noi  ciò non toglie tutti i dubbi.
Massimo Biscardi, infine, che ha alle spalle numerose esperienze di direzione artistica, soprattutto in quel di Cagliari, al fianco del 'pirata' - solo per via di quei capelli ricci e neri - Mauro Meli, spedito sulla terraferma per i buchi prodotti nel bilancio del Teatro cagliaritano e poi tornato ancora sull'isola, sebbene per poco tempo, ha ora la sovrintendenza del Petruzzelli di Bari, ultima, in ordine di tempo, fondazione lirica italiana. Ma anche lui il sovrintendente non l'ha mai fatto.

Ed allora sorge spontanea la domanda. In caso di ammanchi, cattiva gestione, irregolarità, con chi dovremmo prendercela? Con i nostri dilettanti o con chi li ha messi lì ben sapendo che nei rispettivi ruoli erano debuttanti? E il Ministero di Franceschini e Nastasi ancora una volta farà l'antico gioco di chiamarsi fuori?

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