mercoledì 18 febbraio 2015

Dal fronte delle nostre fondazioni liriche. Ballerini decapitati, tagliati privilegi. I festival si coalizzano

Firenze ha scritto definitivamente la parola fine sul destino del corpo di Ballo del Maggio. Licenziato. Ne erano rimasti pochi ormai di ballerini, alcuni in pensione, altri incentivati ad uscire, e così Bianchi può portare a casa il primo risultato nel capitolo del drastico ridimensionamento delle spese. Speriamo solo che poi non si vada a spendere e spandere in altri settori e che dopo il taglio dei ballerini non si vadano a tagliare anche orchestra e coro.Strano  è che proprio nel momento in cui la danza riscuote un successo  di pubblico sempre crescente, si ritenga l'esistenza di un corpo di ballo, anche di prestigio, troppo costosa ed inutile.
 A Firenze si tagliano teste e gambe, a Roma privilegi, onde evitare quella pazzesca trovata di Fuortes e Marino di esternalizzare orchestra e coro.Detto per inciso, lo steso Marino che era per la esternalizzazione, senza capire bene la storia,  per il settore 'biblioteche' a Roma, spinge per la internalizzazione, che tradotto vuol dire far passare sotto il diretto controllo tutte le biblioteche, per ridurne spese ma anche , sicuramente, finanziamenti necessari, e magari tagliandone anche qualcuna, dimenticando che 'più libri più liberi' e che 'dove meno si legge c'è meno legge'.
 All'Opera di Roma il contratto integrativo, che dovrebbe essere stato appena firmato dai sindacati prevede cancellazione del cosiddetto 'premio di produzione' per due anni (naturalmente sarebbe interessante sapere  per quale produzione o produttività i dipendenti del teatro dovrebbero percepire il relativo premio) riduzione dell'indennità Caracalla, che partirà dal 25 giugno e non dal primo del mese, come avveniva un tempo; ed infine taglio della cosiddetta indennità concerto' e cioè l'indennità percepita  dall'orchestra quando non si esibiva in buca. Che siano stati cancellati questi assurdi privilegi è un bene, nonostante il ritardo. Si adeguino ora tutti i teatri, laddove tali retaggi di tempi migliori resistono ancora.
 Sempre da Roma, con l'insediamento prossimo di Fuortes, si attende anche la tornata di nomine dei vertici del teatro, dal direttore artistico el direttore del corpo di ballo  ecc... in attesa che Muti ritorni- s'è letto. Ma Muti non tornerà.
 E poi, per seguire alla lettera i consigli, non tanto disinteressati, del direttore generale Nastasi che vuole continuare a fare come gli apre con gli amici, i festival cominciano a coalizzarsi per una più intensa e programmata coproduzione. Lo fanno due fra i più  importanti, ambedue  nelle grazie di Nastasi e del ministero, e cioè Ravenna e Spoleto, i quali avrebbero ora una qualche giustificazione in più per il trattamento di favore ad essi riservato.
 La stessa medicina si è prescritta ai 'piccoli' fra teatri ed istituzioni, perchè ai piccoli, benchè prestigiosi, il ministero non intende più dare finanziamenti. Non dicevano già  i romani che 'de minimis non curat... Nastasi?

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