martedì 13 gennaio 2015

Possibile che non si possa far nulla contro le bestie dello Stadio Olimpico di Roma e le belve di Boko Haram in Nigeria?

In Francia si muore per difendere la libertà di espressione e, nelle stesse ore della grande manifestazione popolare a Parigi, alcune bestie - come altro definirle - all'uscita dallo Stadio Olimpico,  dopo la partita Roma-Lazio, finita in parità, giocano  a farsi la guerra per futili, animaleschi motivi. E che si fa contro di loro, visto che non sono nuovi a simili dimostrazioni di bestialità criminale? Nulla, oltre che fermarli, perquisirli, a cose fatte, e sequestrargli le armi proprie ed improprie con le quali le bestie si combattono. Possibile che non si possa fare altro? Che non sono disponibili gabbie vuote per richiudere queste bestie disumane, prima della prossimo scontro - che ci sarà se non si fa nulla.
 E ancor, nelle stesse ore in cui il mondo si è dato appuntamento a Parigi per rispondere alla sfida del terrore,  gli occhi che dovrebbero essere distolti, almeno per un attimo, da Place de la Republique,  per essere puntati soprattutto in Nigeria, dove quelle belve di  Boko Haram  hanno superato con le loro nefandezze ogni più terribile previsione umana, restano chiusi o distratti.
 Che altro si aspetta che facciano? Hanno rapito in massa studentesse nigeriane, per il solo motivo che  ambivano istruirsi  e con l'arma dell'istruzione  in testa combattere quei macellai, quantomeno fermarne l'avanzata; hanno distrutto interi villaggi - negli ultimi giorni hanno fatto oltre duemila morti, una strage; hanno  nascosto sotto gli umili vestiti di bambine esplosivi che hanno fatto esplodere all'aperto ma in luoghi affollati dove potevano fare più morti ( mercati, soprattutto), bambine incluse martiri a loro insaputa, ed ancora nessuno si muove; non ci sono contingenti internazionali pronti a partire; non c'è nazione che si faccia carico di questo genocidio, ancora più grave di tutti quelli del passato perché cade quando nell'Occidente la pace regna da oltre mezzo secolo.
 Non si può restare   inerti e fermi, è giunto il momento di muoversi e con determinazione. Saranno feroci i seguaci di Boko Haram, ma son pur sempre ancora pochi;  perchè, allora, aspettare che diventi  sempre più folto quel manipolo di belve sanguinarie,  rendendo la loro  resa  più difficile?

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