martedì 27 gennaio 2015

L'italietta dura a morire

L'altro giorno sul sito di Luigi Boschi ( Parma) un lungo articolo segnalava l'ennesimo imbroglio del ministero di Franceschini, relativamente al FUS, a causa del quale, una quota non irrilevante viene ora elargita dal ministero ( NASTASIIIIIIIIIIII1) secondo criteri  qualitativi apparentemente oggettivi, realmente alla mercé del Ministero medesimo che valuta qualità, ma prima ancora schieramenti, amicizie ecc... complice la cosiddetta Commissione centrale Musica (Toniolo, Licalsi, Colasanti) della quale  più di una volta abbiamo segnalato, da una parte la non profonda conoscenza della materia, e dall'altra l'assoluta dipendenza da Nastasi che l'ha nominata, chiedendone preventivamente obbedienza gesuitica 'perinde ac cadaver'. Da tali criteri risultano premiati per 'produttività' teatri che stanno chiusi 300 giorni su 365 e via tacendo....
 Giunge ora  una notizia inquietante da uno dei teatri che si vuole rimesso in riga, quello di Firenze, il 'teatro del principe', affidato ad un suo funzionario, un banchiere dalla cui famiglia il principe ha attinto più d'una forza lavoro. La notizia è che ' a causa di uno sciopero indetto per il giorno... dalle 20 alle 21. la recita di .... prevista per le 20.30, potrà subire qualche ritardo nell'ora di inizio.
 Ora da Firenze, dopo l'uscita della Colombo le cose, a detta della corte del principe, sembravano essersi messe a posto, gli stipendi pagati ecc... ( mancano solo un pò di milioni per completare la faraonica nuova sede del teatro). E allora perché lo sciopero? E soprattutto perché a subirne gli effetti deve essere il pubblico che paga il biglietto, con i cui ricavi si pagano anche gli stipendi? Non sembri un discorso superficiale. Occorre cambiare mentalità.
 Come mentalità devono cambiare anche quei pochi delegati CGIL che, il prossimo primo maggio, vorrebbero far saltare alla Scala la prima di 'Turandot', in coincidenza con l'apertura dell'EXPO, quando migliaia di altri lavoratori milanesi di ogni settore saranno impegnati per l'apertura della esposizione milanese.  e solo quella decina di delegati sente l'imperativo morale di partecipare, invece, alle manifestazioni per la festa dei lavoratori. Sembra una burla ordita dalla Camusso.
 E, infine, l'Italietta di sempre che è dura a morire. A Davos, dove si  sono riuniti i grandi del mondo, concerto di Andrea Bocelli. All'inaugurazione dell'EXPO di Milano, concerto di Andrea Bocelli. Alla chiusura del semestre di presidenza  italiana dell'Unione Europea, concerto di Bocelli?  No, concerto dei Solisti veneti diretti da Scimone. E non si sa  qual è peggio; ma ambedue dipingono alla perfezione l'Italietta, agli occhi del mondo e per colpa di  quelli che ci comandano.

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