martedì 6 gennaio 2015

Imitare Palermo. Pizzo e Ferro lavorano gratis al Massimo.

La Sicilia dei miracoli. Sessanta persone a guardia della casa natale di Pirandello e, di contro, direttore artistico e direttore musicale del Teatro Massimo di Palermo, ambedue con incarico triennale, che  prestano la loro opera, preziosissima, GRATUITAMENTE. Gli eroi della cultura si chiamano rispettivamente Oscar Pizzo e Gabriele Ferro, ambedue insediatisi solo qualche mese fa, chiamati dal grande bravissimo sovrintendente Francesco Giambrone, che per tali risparmi, notevoli, viene compensato con 170.000 Euro l'anno. Tutti meritati.
E che ora, con un colpo da maestro, s'è assicurato , in apertura di stagione, la prima italiana, di 'Gisela', ultima composizione di Hans Werner Henze, opera che parla di una tedesca che fugge dalla cupa Germania e si stabilisce a Napoli, per amore di un 'pulcinella' ( regia di Emma Dante) che certamente non piacerà alla cancelliera Merkel.
Ma perchè Pizzo e Ferro non pesano  sulle casse del Massimo  per l'incarico nell'isola? Perchè  Pizzo,  è fuggito dalla provinciale Roma per riparare nella capitale Palermo, e perciò, grato di tale asilo,  ripaga il Massimo con la sua opera di direttore artistico.
E Ferro, siciliano come Pizzo, contento finalmente di tornare alla terra delle sue origini, si fa pagare solo per i concerti o le opere che dirige, come del resto fa Pappano (così ci sembra) a Roma, e sempre a Roma faceva Muti all'Opera, che per il suo prestigiosissimo incarico di 'direttore onorario a vita' non percepiva neppure un Euro, come compenso simbolico; lo aveva rifiutato quando glielo avevano proposto, limitandosi a pretendere solo il compenso per le sue presenze sul podio. Solamente quelle.

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