venerdì 2 gennaio 2015

Dopo anni, gioisce un vecchio critico musicale:Mario Messinis, mentre l'auditel piange

Mario Messinis, ben sopra gli ottanta, ancora critico musicale del Gazzettino, da mezzo secolo e forse più (dal 1962 per la precisione) e, contemporaneamente, direttore artistico del festival  'I Grandi interpreti' di Bologna ( che quest'anno ha registrato qualche vivace polemica), presidente del Premio 'Una vita nella musica' di Venezia, e che non ha mai gradito la confezione del programma del Concerto di Capodanno da Venezia ribadendolo anche quest'anno: 'i soliti mini spezzoni voluti dalla RAI' - egli che è stato anche direttore artistico di una orchestra RAI, ha diretto la Biennale ed anche La Fenice e, se fosse dipeso dalle suoi tic, chissà quanta musica avrebbe affossato - finalmente è stato accontentato dai premurosi  e sensibili dirigenti della Fenice che, nel programma di quest'anno, accanto ad alcuni inevitabili 'mini spezzoni'- come li chiama lui - gli hanno messo anche un bel 'pezzone': il finale del Primo quadro da 'La Bohème' di Puccini. E, cioè, in un blocco unico, senza interruzione; 'che gelida manina' - cantata dal tenore, con Mimì assente ; 'sì, mi chiamano Mimì' - cantata dal soprano  che si è materializzata, subito dopo gli applausi al tenore, sacrosanti e logici, visto che in palcoscenico non c'era il soprano accanto al tenore; e 'o soave fanciulla' cantata dai due che poi si avviano dietro le quinte, per mimare, secondo una regia intelligente anzi acutissima, l'uscita dei protagonisti che, nell'opera, raggiungono gli amici  in strada.
 Un blocco che non s'era mai visto nel Concerto di Capodanno da Venezia, di 15 minuti, per una durata complessiva del concerto di 42 minuti circa. Una vera follia. Un'anomalia, messa in campo per vedere finalmente il vecchio critico Messinis sorridente, non gradendo egli i 'mini spezzoni' voluti dalla RAI e graditi dal pubblico, del quale a Messinis ovviamente poco importa. E, di fatto, Messinis, almeno lui, era raggiante alla fine del Concerto.
 Oggi la sua gioia è si è tramutata in 'una lacrima sul viso' dei dirigenti della Fenice che, dopo molti anni di lenta e costante crescita del pubblico televisivo del Concerto da Venezia, ha dovuto registrare una battuta d'arresto, perdendo in un solo anno 256.000 telespettatori, che l'anno scorso erano stati 4.407.000 e quest'anno 4.151.000.
 Il Concerto veneziano resta sempre il più visto fra i concerti 'classici' della televisione italiana, ma la perdita di una così bella fetta di pubblico, molto probabilmente a causa di quel blocco indigesto della durata di ben 15 minuti, tutto lacrime, a mezzogiorno di Capodanno, deve aver avuto una qualche responsabilità.
 Anche se Messinis dovesse nuovamente  lagnarsi, al prossimo Concerto di Capodanno, il suo lamento non arriverà  agli oltre quattro milioni di telespettatori che si spera, scontentando nuovamente il vecchio critico, torneranno a crescere.

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