venerdì 30 gennaio 2015

Ancora su Schubert/Berio, sigla di Radio 3

Se si voleva, attraverso quella sigla , dare una mano ai compositori d'oggi, bistrattati ed ignorati  anche dalla radio di Stato - salvo alcuni, amici degli amici - quella mano era più logico darla ad altri compositori meno esposti ed eseguiti di Berio e perciò impossibilitati a ricavare dal loro lavoro di musicisti un solo Euro. Berio  non ne aveva bisogno. Ma se quello era il 'pio' scopo, allora  era più serio, dopo aver cominciato con Berio,  passare, ogni due o tre anni, ad altri compositori. Mentre Berio resiste da almeno una quindicina d'anni e forse più (Non è che l'uso di quella sigla coincise con l'arrivo di Berio a Roma, prima Commissario e poi Sovrintendente dell'Accademia? Per ingraziarselo?) E invece no. Berio, solo lui e gli altri si arrangino.
 Ma c'è anche un'altra ragione, più squisitamente artistica, per togliere quella musica, anche se da questo orecchio coloro i quali hanno promosso ed avallato l'operazione Berio non ci sentono. E cioè che Berio, in questo caso, lucrerebbe sulla pelle di Schubert. Povero.  E non sulla musica solo sua, cioè farina esclusiva del suo sacco.
Nella sua vita ed attività, operazioni simili a questa, di cannibalismo musicale,  Berio ne ha fatte più d'una, a cominciare da Boccherini (Ritirata notturna di Madrid sulla quale ha prodotto quattro versioni con un giochetto, rifilate alla Scala) per finire a Puccini(Turandot), costruendo il finale dell'opera incompiuta (?) destinandola a Chailly che l'ha più volte  utilizzato, ma che non è riuscito a scalzare quello più usato. E  forse Chailly  lo utilizzerà anche per le recite previste all'inizio dell Expo di Milano, alla Scala.
Per questa seconda ragione, soprattutto, quella musichetta dovrebbe sparire da Radio 3. In Italia di musica molto più bella e più adatta allo scopo di quella di Berio ve ne è a josa, c'è solo l'imbarazzo della scelta, che dovrebbe cadere di colpo, al tintinnare del denaro che finisce nelle tasche dei suoi eredi.

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