martedì 23 dicembre 2014

Gianni Letta al prefetto Pecoraro: non lo faccio più. Il ministro Franceschini rivolta il ministero, ma lascia 'grande e grosso' la suo posto, e boccia la Buzzi

Quel civico di Largo del Nazareno, n.8,  è una sorta di crocevia, di 'rotonda' obbligatoria da cui tutto passa, ogni intervento, decisione... e via tacendo. A quel civico  hanno sede alcuni uffici di Mediaset a Roma, e soprattutto ha l'ufficio Gianni Letta, l'onnipotente, l'onnipresente, il deus ex machina della politica anche quando apparentemente sembra in panchina, fuori dal campo, come ora. Poteva egli non aver incrociato nel corso degli anni il Buzzi - se non altro per via del suo nome: Salvatore - re della cooperazione a Roma, stipendiato con appena 25.000 Euro netti al mese, a spese della 'solidarietà'?
 Anche lui va da Letta, al quale gli chiede un favore, anzi di intercedere per ottenere un  favore,  l'ennesimo appalto illecito sul quale far soldi sulla pelle dei poveracci. E Letta, con un sistema consolidato  negli anni dalla pratica, chiama a telefono chiunque per  raccomandare chiunque - è il caso di dirlo - chiede al Prefetto Pecoraro - quello che voleva da subito commissariare il Comune di Roma, per via del malaffare  incentrato soprattutto sul clan Carminati, di cui Buzzi era pedina di riferimento - di ricevere Buzzi (Pecoraro lo riceverà all'indomani di quella richiesta). Ma poi si dimentica il suo nome, se lo dimentica perfino nei giorni dello scandalo emerso in tutta la sua complessità. Non ha nulla da rimproverarsi, e Buzzi non lo conosce. Ma, allora, signor prefetto, quell'incontro con Buzzi? Ah, scusatemi, me l'ero dimenticato - ha detto in sostanza. Ma come, se l'è dimenticato? Poi rivela un curioso tenero segreto. L'ha ricevuto, Buzzi, solo perchè glielo ha chiesto Letta - come poteva dire di no al sottosegretario? Ma l'indomani telefona a Letta e gli dice: ma chi mi hai mandato? e Letta, prontamente: non lo faccio più.
 Capite in che mani siamo?  e come ambedue facciano il gioco di chi la spara più grossa? Eppure uno , il cardinale, è sottosegretario alla presidenza del consiglio, e l'altro, il Pecoraro, è prefetto della capitale. Sembrano tornati bambini, sulla nostra pelle.
 Ma forse i due non sono tornati bambini, solo soltanto cinici. Quelle telefonate si fanno tanto per farle, rientrano nel gioco politico di far finta di interessarsi ai problemi della società. Una vergogna. Perchè poi certe alte  telefonate si fanno e i risultati si ottengono. Potremmo farne un lungo elenco e del resto il nome del telefonatore quante volte è venuto fuori in tutti questi anni? Non c'è  caso di un certa importanza in cui non compaia. alla prossima
 Ora, invece, il Ministro Franceschini - che Renzi chiama 'mezzo disastro' - ha deciso di rivoltare come un pedalino il suo ministero, cambiando le direzioni generali. Tutte salvo l'unica che forse avrebbe dovuto cambiare, come da tempo e da più parti gli si va dicendo, e cioè quella di 'direttore generale dello spettacolo dal vivo, affidata a 'grande e grosso' Nastasi. Padrino Letta, anche senza telefonata - o no ?- dai tempi del ministro URBANI- sembra la preistoria.
 Anche in questo caso c'entra una telefonata. E' bastata una telefonata con richiesta di raccomandazione - fatta dalla sorella di Buzzi, direttore generale del ministero di 'mezzo disastro' a suo fratello, il mostro ( per davvero!) per raccomandare sua figlia che 'mezzo disastro' per dimostrare al mondo che lui è un ministro integerrimo nemico delle raccomandazioni, per  punirla  e lasciarla senza promozione in quest tornata di nomine. Come se, caro Franceschini, lei non abbia mai fatto o fatto fare, una telefonata, vera o minacciata, per raccomandare, che so io, al sindaco Marino, la sua neo mogliettina. Ma su, lei solo non fa raccomandazioni?  E perciò non tollerando che le facciano gli altri, punisce una sua dirigente perché ha chiesto una  raccomandazione per sua figlia al fratello che oggi viene guardato - i sintomi suono quelli della grave malattia- come un appestato ? Piuttosto avrebbe dovuto domandarsi come era arrivata a quell'incarico dirigenziale; se ne aveva i titoli e le competenze. Questo avrebbe dovuto farlo - ma è ancora in tempo per farlo - per tutti i suoi dirigenti, specie per quelli su cui tutti hanno da ridire, primo della lista ... è inutile che  le faccia il suo nome per l'ennesima volta.

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