mercoledì 17 dicembre 2014

Bruno Cagli, ammiraglio di lungo corso, che non ha più memoria di elefante

Ancora non si sa se lascerà definitivamente il timone dell'Accademia di Santa Cecilia in altre mani, o se tenterà l'ennesimo colpo, affondando i due contendenti-pretendenti e restando ancora al timone. Se dobbiamo dar credito ai risultati della seconda tornata di votazioni, lui dovrebbe essere fuori gioco; ma non c'è da fidarsi totalmente. Anche quando andò via da Santa Cecilia, a mandato non concluso, nel 1999, dopo nove anni ininterrotti di gestione ceciliana, per via dello nuovo statuto sgradito ai più, ci fu chi disse, conoscendolo bene, vedrete che tornerà. E infatti dopo la trasferta  a Parma, dove arrivò con il treno dei suoi fedelissimi, tutti ancora in auge ed in pieno servizio, per il 'Festival Verdi' nel centenario della morte del grande musicista, è tornato a Roma, ha scalato nuovamente l'Accademia - secondo le accuse rivoltegli dal card Bartolucci, facendo promesse agli elettori, quasi sempre non mantenute; oppure più tardi punendo gli avversari con l'esclusione, dopo anni ed anni, dal cartellone dell'Accademia, come scrisse altrove il m. Michele Campanella - che regge da dieci anni ancora. In totale 19 anni, e forse se dipendesse da lui, non avrebbe nulla in contrario a protrarre la presidenza.
 Alla fine di un  mandato si usa fare bilanci, quelli economici innanzitutto. E, a proposito della sua permanenza a Santa Cecilia, negli ultimi dieci anni, Cagli avrebbe percepito complessivamente quasi 3.000.000 di Euro, senza contare i benefit che si è dato, con l'avallo del CDA, nel quale siedono persone a lui vicine quando non fedeli, estratte  sorte nei salotti che contano. E negli anni dal 1990 al 1999, quando non c'era ancora l'Euro, se non proprio una cifra equivalente  in Lire, non molto meno. Sappiamo che Berio aveva ritenuto il suo stipendio da presidente/sovrintendente, non adeguato alla sua fama ( ed anche fame) di grande compositore e perciò se l'era (fatto) aumentare (aumentato). Arrivato Cagli, non ritenne  decoroso ribassarselo e  riportarlo a quello del passato e perciò se lo tenne, quello di Berio, intorno ai 300.000 Euro, fino a pochi mesi fa , quando esplose lo scandalo di molti compensi in Istituzioni finanziate dallo Stato superiori a quello del Presidente della repubblica ( 240.000 Euro). Cagli l'ha portato, 'sua sponte' ? , a quella cifra. Nel frattempo ha premiato anche i suoi più stretti collaboratori, presenti nella direzione artistica, che a Santa cecilia è superaffollata: Lui,  anche direttore artistico, per la quale carica percepiva 100.000 Euro ( che andavano ad aggiungersi ai 200.000 come Sovrintendente; ma forse la somma era più alta di 300.000); Tony Pappano, direttore musicale 150.000 ( ma il suo nome di recente è scomparso dalla pagina ceciliana 'amministrazione trasparente', oppure noi non riusciamo più a trovarla), c'è poi il Vice presidente, candidato 'cagliano' alla sovrintendenza, Michele dall'Ongaro che percepiva 30-40.000 Euro per la sua 'consulenza' alla direzione artistica (anche il suo nome di recente non compare più nella pagina del sito relativa agli incarichi di vertice e relativi compensi): Mauro Bucarelli, segretario artistico  con 134.000 Euro; m. Cupolillo, direttore programmazione esecutiva e direzione operativa con 166.000 Euro, fissi, poi ci potrebbe essere anche il 'mobile' come la donna ( a proposito, c'è anche sua moglie, incaricata del settore 'didattica' dell'Accademia, ben stipendiata); Nicoletti Altimari, consulente direzione artistica 69,000 Euro.
Un invito a maggiore decoro nei compensi, evidentemente  un pò indecorosi, veniva rivolto all'Accademia già l'ottobre 2013 da 'Il fatto Quotidiano, proprio quando ci si lamentava dei finanziamenti sempre insufficienti: abbassatevi i compensi, consigliava  il giornale.
 E queste cifre rappresentano la quota fissa, perchè nelle tabelle c'è anche la colonna destinata, eventualmente, se non bastano, ad una quota aggiuntiva sulla base dei risultati. Tutti questi dati erano anche questi presenti nella denuncia de 'Il fatto Quotidiano' dello scorso ( 2013) ottobre.
 Insomma se sommiamo tutte le cifre risulta che la direzione artistica di santa Cecilia viene a costare intorno ai 650.000 Euro.
Perchè ci siamo messi a fare i conti in tasca ai vertici artistici dell'Accademia, oltre che per invidia 'economica'?
 Perchè ancora oggi, dalla pagine del Messaggero, il sovrintendente in scadenza lancia l'appello ennesimo di aiuto per la Juni Orchestra,  sua benemerita iniziativa, a far data dal 2006, composta più o meno da  alcune centinaia di giovani che pagano annualmente una retta di 8-900 Euro che evidentemente non basta a reggere la baracca.
Sommessamente. Vogliamo ricordare che il 'sistema' delle orchestre e cori giovanili, modello Abreu, da poco impiantato in Italia si regge solo con le proprie forze, ed il Ministero, ciò constatato, gli ha negato qualunque finanziamento: perché dobbiamo finanziarvi se finora siete andati avanti con le vostre sole forze? ha testualmente risposto 'grande e grosso'( Nastasi) a Roberto Grossi,presidente Federculture, che dell'esperienza italiana è l'anima e l'organizzatore.
 A gran voce, invece. Non era il caso di tenere i compensi, della corte fedelissima,  un pò più bassi, anche per sostenere le attività culturali dell'Accademia, alle quali c'è anche un'altra fedelissima che  sovrintende, eletta anche accademica ( fra qualche polemica)  e che viene compensata con  105.000 Euro annui, di fisso?
Nelle dichiarazioni relative ai suoi meriti e demeriti, Cagli  sbaglia alcune date, quando parla della 'Orchestra giovanile di Santa Cecilia'- neanche noi ricordiamo se fatta nascere anche quella da lui, o forse addirittura da Siciliani, o forse no.
 Comunque il suo scioglimento avvenne negli anni in cui Cagli era fuori dell'Accademia, ad opera del grande Berio, perché il ministro (o sindaco?) Rutelli - come si vede uno dopo l'altro vanno citati  più per le infinite malefatte - non aveva più i 400.000.000 di lire necessarie per il suo mantenimento. Dunque almeno la chiusura della Orchestra giovanile non va addebitata a Cagli, al quale semmai va addebitata la tiepida volontà di riaprirla, quando fu sollecitato, dietro nostra spinta, da Ludovica Rossini Purini,  alla quale avevamo consigliato di indirizzare le risorse che  riusciva a trovare in quella direzione. Dopo la tournée dei Berliner con Abbado, la Purini ha preferito fare 'l'americana'( con il concerto dell'11 settembre ed altre cosucce) e Cagli s'è scrollato di dosso un impegno che gli avrebbe fatto onore.
 In tutto questo bailamme, è possibile che Cagli trovi anche il tempo per ordinare alla sua addetta stampa di non concederci nessun biglietto omaggio per i concerti, a noi che facciamo il critico musicale, anche quando scriviamo queste cosucce che a gli non piacciono. e che perciò ne avremmo diritto, in una Istituzione pubblica che non è proprietà del sovrintendente?

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