lunedì 15 dicembre 2014

Accademia di Santa Cecilia. Alle lettere che li accusano di gestione clientelare, i padroni dell'Accademia reagiscono con ostracismi e cacciate

Queste lettere aperte inviate all'Accademia di Santa Cecilia, nell'estate/autunno 2013, da illustrissimi accademici ( Card. Bartolucci, Campanella ed altri anonimi) che accusavano Cagli di una gestione  clientelare e poco specchiata dell'Accademia, le anticipò 'Il Fatto Quotidiano', in un articolo di Elisabetta Ambrosi, e noi le pubblicammo su questo sito molti mesi fa.
 Le ripubblichiamo ora alla vigilia della decisiva tornata di votazioni, fissata al 12 gennaio, per l'elezione del nuovo presidente  dell'Accademia che sostituirà Cagli. Perchè in esse si fa esplicito riferimento , in termini non elogiativi, per il modo con cui ha scalato la vicepresidenza, ad uno dei due contendenti della Presidenza, e cioè a Michele dall'Ongaro, sostenuto da Cagli per ragioni che nelle lettere vengono elencate per filo e per segno.Sempre le stesse
 Ma le ripubblichiamo anche per far sapere che  in questa strategia di gestione clientelare rientra anche la negazione del biglietto stampa a chi osa esprimere critiche. Come accaduto al sottoscritto, per la terza volta consecutiva, in poco tempo, cui è stato negato con scuse ignobili, l'ingresso al concerto.
 I signori del vapore di turno credono di poter amministrare Istituzioni pubbliche finanziate con denaro di tutti, come un qualunque privato fa con cose di sua proprietà. E l'Accademia di Santa Cecilia non è di Cagli ora,  né sarà  domani di dall'Ongaro o Battistelli. E noi, che non abbiamo mai partecipato a banchetti e spartizioni, né intendiamo cominciare, vogliamo continuare. oggi e domani, a scrivere liberamente ciò che pensiamo, senza essere per questo messi alla porta. (P.A.) 

                             Lettera aperta ai colleghi Accademici di Santa Cecilia

Il canto gregoriano, base della grande civiltà musicale dell'Occidente, la polifonia sacra e profana, le prime espressioni dell'opera in musica, l'oratorio sacro che da Carissimi approda a Refice e a Perosi fanno parte di quella grande tradizione musicale romana alla quale io ho potuto dare il mio modesto contributo. Le maggiori istituzioni che nei secoli hanno valorizzato e trasmesso questa tradizione sono la cappella Musicale Pontificia (Sistina) e la Congregazione dei musici, poi Accademia di S. Cecilia. Purtroppo, da oltre due decenni la tradizione musicale romana è totalmente trascurata dalle Istituzioni locali, in primis dall'Accademia la quale dovrebbe riservare una parte dei suoi programmi allo studio e all'esecuzione delle composizioni di questa tradizione della quale peraltro si vanta nei messaggi promozionali relativi alle proprie attività concertistiche dove spesso appare il volto di Palestrina, principe della musica. Basterà ricordare tra le tante omissioni, l'indifferenza riservata all'anniversario della nascita di Carissimi. Notevole spazio alla polifonia veniva dato dall'Accademia negli anni '60 quando la Cappella Sistina da me diretta era presente annualmente nella stagione dei Concerti. Successivamente, per non doversi avvalere di una istituzione esterna si pensò a ragione di far eseguire il repertorio polifonico al Coro dell'Accademia e io stesso per molto tempo ne ho curato settimanalmente la preparazione in vista di importanti esecuzioni in ltalia e all'estero. Accanto a questo impegno ho potuto prestare il mio contributo - spesso gratuitamente - in diverse occasioni nelle quali l'Accademia ha voluto presentare miei lavori sinfonico corali. Il tutto ad indicare quanto grande sia stata la mia affezione per il prestigio di una Istituzione che viveva in un clima di condivisione, collaborazione e confronto tra gli Accademici. Per quanto mi riguarda figuro tra di essi come compositore ma l'Accademia non ha più ravvisato l'opportunità di programmare niente di mio, né volle salutare con un semplice e formale biglietto di congratulazioni la mia nomina a cardinale che non per me ma per l’Istituzione avrebbe dovuto essere di vanto ed orgoglio! Confesso che mi avrebbe fatto piacere poter condividere con voi tale evento del tutto inatteso. Questa assenza di attenzione, ai limiti del dispregio, contrasta con le reiterate e spontanee promesse di inserire mie musiche nella programmazione, espresse più volte nell'ultimo decennio con forte impegno a me o ai miei collaboratori, specialmente in occasione delle elezioni per il rinnovo della carica di Presidente... A 96 anni e come Accademico più anziano di nomina - nel 2015 saranno 50 anni - mi sento in dovere di esternare a voi queste considerazioni personali con le quali non desidero tanto lamentare il trattamento a me riservato del quale poco mi importa, quanto invitarvi a una seria riflessione sul futuro dell'Istituzione di cui tutti e ciascuno di noi siamo parte essenziale. Con rammarico noto che diversi colleghi non prendono parte, forse per disaffezione, alle votazioni, che lo spirito di condivisione del quale accennavo poco sopra è da tempo sparito, che fra le proposte di nuovi accademici appaiono a volte nomi del tutto inappropriati, e che non è più possibile discutere della programmazione la quale ci viene comunicata senza poter esprimere alcun parere. Profondo disagio mi è stato manifestato da vari colleghi anche per le recenti votazioni del Consiglio di Amministrazione tenutesi per alzata di mano e non a scrutinio segreto. Non è questo lo spirito di una Istituzione che dovrebbe tenere in massima considerazione il corpo degli Accademici, ma solo con l'impegno di tutti sarà forse possibile sanare una situazione che molti non ritengono più compatibile con la storia e le peculiarità dell'Accademia di Santa Cecilia. Con i migliori auguri.
                                                                                               Domenico Bartolucci
                                                                                              (Roma, 26 giugno 2013)


                                           Agli Accademici di Santa Cecilia
Cari colleghi,
mi è giunta come credo a tutti voi la lettera del M° Bartolucci che francamente non mi sarei mai aspettato, dando per scontato che lui potesse essere più o meno in linea con l'attuale gestione dell'Accademia. In realtà questo viene palesemente smentito e il fatto che una tale personalità abbia espresso una critica aperta cosi puntuale mi rallegra e mi rafforza nelle mie opinioni critiche che purtroppo non posso esprimere con la stessa franchezza. Il trattamento personale che è stato riservato al Maestro non è comunque un’eccezione e non mi meraviglia, poiché specie dopo le ultime elezioni dovremmo sapere tutti quante promesse e quante telefonate siano state fatte a molti di noi al fine di guadagnarsi - in un modo che lascio a voi definire - un voto che forse senza tali manovre non si sarebbe espresso. Prendendo spunto dall'accaduto e dalle elezioni dei nuovi accademici che ricorreranno da qui a pochi giorni mi sento di invitare TUTTl a votare, poiché TUTTI facciamo parte di questo corpo e dobbiamo sentire la responsabilità di come l'Accademia viene gestita ed amministrata senza disinteressarcene. Personalmente ritengo che un segnale forte sia quello di votare scheda bianca anche per non permettere che ancora una volta, a causa dell'assenza di molti di noi, siano elette senza il necessario ampio consenso alcune persone verso le quali si può avere la massima stima e considerazione per l'operato svolto, ma che non hanno i giusti requisiti per far parte del corpo degli Accademici. Questo potrebbe costituire l'inizio di un percorso critico costruttivo per il futuro. Mi dispiace dover rimanere nell'ombra e di questo mi scuso con tutti ma la situazione presente non lascia spazio ad un confronto libero e sereno tra di noi.
                                                                                                    Lettera non firmata



                                        Agli Accademici di Santa Cecilia
Cari e stimati colleghi,
le tre lettere che ho ricevuto in queste ultime settimane mi hanno fatto molto riflettere sulla situazione attuale della nostra Accademia. Sono accademico da molti anni, un riconoscimento di cui sono orgoglioso, ma con molta e fraterna sincerità devo dirvi che il contenuto delle lettere ha risvegliato dentro di me, e spero in molti di noi, quella parte di coscienza etica e morale che per molto tempo si è assopita. Alle ultime elezioni ho votato il nostro attuale Presidente, come ho sempre fatto, confesso che la tentazione di votare Battistelli è stata molto forte, ma alla fine mi sono lasciato convincere dalle parole del nostro Presidente che mi ha fatto previsioni catastrofiche qualora ci fosse stato un cambiamento di Presidenza.
Durante la campagna elettorale sono state fatte promesse a molti di noi, di suonare, di essere eseguito, di pubblicare, di dirigere…Promesse quasi mai rispettate tranne con quelle persone che possono tornare utili al nostro Presidente, per esempio creare crediti con i nuovi Accademici oppure assecondare i capricci artistici ed economici di Abbado… Pollini…
Per molti di noi Accademici è umiliante essere considerati come coloro che chiedono sempre, ma ricordiamoci che il nostro Presidente non ci risparmia mai le sue continue false lamentele per un ruolo che vuole e che conserva da vent’anni e che non vuole assolutamente lasciare.
Sono contrariato dalla promozione/pressione che il Presidente ha fatto per far eleggere la Dottoressa Bini. Come pure trovo inelegante e inopportuno come il Presidente sta preparando la sua successione nel segno della continuazione con un imbarazzante appoggio all’onnipresente Dall’Ongaro che con la sua spropositata ambizione ci è stato presentato come “persona affidabile e utile, nipote di Claudio Abbado e dirigente Rai… e quindi porta un po’ di denaro nelle casse dell’Accademia” ( queste sono parole tue, Presidente).
Ai miei tempi si diventava Accademici per meriti artistici e non perché si è nipoti di… o dirigenti Rai. No, caro Bruno, questa volta non ti seguo. Hai aperto le porte dell’Accademia a politici e imprenditori per restare ben radicato sulla tua poltrona e rimango basito quando vedo alcuni Accademici che ti applaudono per quello che hai fatto. E’ paradossale!
Il nostro presidente in alcune occasioni critiche o di tensione ha fatto chiedere ad altri Accademici un segno di conferma e fiducia per la sua persona e per il suo operato e questo è stato chiesto per alzata di mano. Come pure ha fatto eleggere gli Accademici dell’attuale CDA proponendo ai pochi presenti all’Assemblea di farlo per alzata di mano. Queste sono situazioni dove il voto deve essere sempre a scrutinio segreto, senza l’ipocrisia e la farsa di chiedere agli Accademici cosa preferiscono fare, offrendo loro una falsa libertà di scelta. E’ una questione di trasparenza e di correttezza.
Purtroppo anch’io, come il ‘collega anonimo’ non ho la forza di firmare questa lettera e credetemi mi dispiace molto. Questo è il clima che ci troviamo a vivere all’interno della nostra Accademia, temere di esprimere le proprie opinioni e poi di pagarne le conseguenze. Mi auguro che in futuro possa esserci un vero cambiamento per il bene della nostra Accademia.
PS. Come sapete il nostro amico Sergio Perticaroli è molto malato e vi assicuro che non è in grado di poter compilare nessuna scheda.
                                                                                                    Lettera non firmata 
                                                                                                        (10 luglio 2013)



                                          Agli Accademici di Santa Cecilia
Cari Colleghi,
il risultato più triste della presidenza Cagli è la disaffezione che si è diffusa tra noi. Ormai la vita dell'Accademia è cosa che riguarda un'esigua minoranze di colleghi, mentre la gran parte di noi si tiene lontana dalle occasioni in cui viene deciso il futuro dell'istituzione: perché partecipare quando si conosce già il risultato? Alla vigilia delle scorse elezioni vi avevo inviato una lettera che qualcuno di voi forse ricorderà, nella quale auspicavo una svolta che recuperasse all'Accademia una vitalità, un dinamismo indispensabili alla sua sopravvivenza. Così esponendomi, mi sono condannato alle proscrizione: infatti sono stato escluso dal cartellone dei concerti sine die. A quanto mi risulta, non sono il solo a ricevere tale trattamento. Scrivo questo per dirvi che l'altra faccia delle promesse elettorali (sistematicamente elargite, assai spesso non mantenute) è l'isolamento. Chi non vota per il Presidente o per i candidati che lui suggerisce, merita una punizione....... Spero anch'io come il Cardinale Bartolucci e il nostro anonimo collega che sia arrivato il momento di prendere coscienza della necessità di una forte reazione alla decadenza etica nella quale l'Accademia sta affondando. La causa principale di essa è l’affezione al potere, che si autoalimenta in assenza di un'energica dialettica interna e che non teme di ledere la dignità degli Accademici attraverso atteggiamenti degni della peggiore politica. Che brutta aria che si respira in Accademia! Non rassegniamoci al suo declino! Vostro
                                                                                                      Michele Campanella




                          Al Presidente e agli Accademici di Santa Cecilia
             e p.c. ai Professori del Coro e dell'Orchestra, al Collegio dei Revisori
Cari colleghi,
dopo la pausa estiva desidero nuovamente rivolgermi a Voi per alcuni necessari chiarimenti riguardo alla lettera da me inviata prima dell'estate. Anzitutto voglio ringraziare i colleghi che mi hanno telefonato e scritto, manifestando comprensione e condivisione dei contenuti da me sollevati. Non credevo che un così grande numero di accademici condividesse le mie stesse perplessità sulla situazione. Come sapete, alla mia sono seguite due lettere anonime e la minuta di Campanella. Le lettere anonime mi hanno amareggiato. Vi rendete conto di cosa significa scrivere una lettera e non volerla firmare? Significa trovarsi in una situazione di disagio, dove il dialogo ed il confronto sereno si avverte come non possibile; significa essere consapevoli che uscire allo scoperto può determinare conseguenze che non si vogliono affrontare quali l'emarginazione e l'esclusione. Verso questi colleghi che sono sicuramente più giovani di me e impegnati nella loro professione non mi sento di esprimere in alcun modo biasimo o critica per non averci fatto conoscere i loro nomi, ma piuttosto comprensione. Ben più esplicito è stato Campanella che come me ha voluto rendere noto quanto a lui personalmente accaduto e le tristi conseguenze alle quali è andato incontro. Di esse mi dispiace. Sono certo che tutti voi abbiate compreso l'ampiezza della mia critica sull'attuale situazione dell'Accademia una critica che è molto difficile restringere alla caricatura di un compositore che si lamenta poiché non viene eseguito... Caro Presidente, i miei lavori sono stati eseguiti in Accademia fin dal 1963 e sono soddisfatto di quanto ho potuto fare per questa Istituzione, senza dover mai andare a pietire alcunché per l'esecuzione delle mie musiche e per tutte le volte che sono stato invitato a dirigere concerti di polifonia. Ed è proprio qui che voglio chiarire a tutti in modo definitivo quanto mi è capitato personalmente. Caro Presidente, dopo la scomparsa di Luciano Berio, tua sponte, sei venuto da me con delle bottiglie di champagne prima delle elezioni che ti videro nuovamente a capo dell'Accademia presentandomi il tuo desiderio di affidarmi delle esecuzioni di Palestrina (parlavi della Missa Esacordalis, ricordi?). Tutto questo è caduto nel vuoto come anche la Commissione su Palestina nella quale hai voluto inserirmi. Sono mai venuto a ricordartelo? No. Da quell'incontro sono ripresi i nostri contatti anche riguardo alla mia musica e credo che per un accademico compositore sia umana e legittima l'aspirazione ad essere eseguito. Tu però ogni anno promettevi, salvo poi dire che quello successivo fosse già occupato dalla programmazione fatta da Berio... Questo ritornello ti ha giovato per un po' di tempo, ma ti rammento che anche prima delle ultime elezioni sei sempre tu che hai telefonato per prendere contatto con me, e il Dott. Biciocchi, Segretario Generale della Fondazione che porta il mio nome e con il quale spesso vi siete incontrati, è venuto nel tuo ufficio e ha scritto “CAGLI" sulla scheda elettorale sotto i tuoi occhi. Tu stesso gli confidavi che nella prima votazione non eri stato eletto poiché "due scemi" - parole tue - si erano auto votati (mi pare di ricordare che Perticaroli e Petracchi presero un voto ciascuno dunque forse ti riferivi a loro) e che Battistelli non era capace “nemmeno di organizzare un concerto” per cui con lui l'Accademia sarebbe precipitata in chissà quale catastrofica situazione. Nello stesso incontro ti impegnavi con una stretta di mano ad eseguire il mio Stabat Mater dando il tutto come cosa fatta e dicendo: "è un impegno che prendo con lei, che mi importa io intanto programmo, poi chi viene dopo di me se lo trova". A quanto so, telefonasti seduta stante ad un tuo collaboratore dicendo che c'era lì pronta la partitura di Bartolucci da mandare in produzione. Dunque come vedi il tutto è partito da te e dal tuo modo di fare che apprendo essere abbastanza comune. Lo scorso l0 luglio quando hai rincontrato il Dott. Biciocchi che recapitava le mie schede in Via Vittoria per la votazione, ti sei lamentato della mia lettera definendola "menzognera" e gli hai chiesto se c'era qualche impegno formale disatteso da parte tua. Beh!, caro Presidente, questo lo giudico della più estrema gravità. E’ vero, sì, sulla carta non hai preso alcun impegno formale, ma nella mia etica di vita e professionale quanto hai fatto e detto è formale allo stesso modo. Anche l'avergli ribattuto: "Si, avevo promesso!" come a dire che dopo la mia lettera tale impegno non contava più nulla mi fa rabbrividire. Chi ti dà questo potere su di noi? Chi ti concede questa autorità di mortificarci nelle nostre aspirazioni umane ed artistiche, di disattendere ad impegni che tu stesso prendi? Chi ti consente di considerarci soggetti utili in campagna elettorale e poi non più? Cosa conta per te la parola data? Riguardo a questa situazione ti chiedo la cortesia se puoi, di non lavarti le mani con due parole, descrivendomi come un povero compositore mortificato perché non lo sono affatto. Il non essere eseguito in Accademia può dispiacermi, ma l'essere preso in giro in questo modo è inaccettabile. Peraltro rendo noto che nel mese di luglio u.s. ho presentato la richiesta di ricevere a mezzo mail, fax o posta copia dei verbali delle ultime tre Assemblee degli Accademici e, appena approvato, di quella del l0 luglio. La documentazione mi è stata negata dall'Accademia a motivo di “ovvie ragioni di riservatezza” che impedirebbero l'invio di verbali, disponibili per la consultazione presso la sede dell'Auditorium. Pur ritenendo molto strana tale ragione di riservatezza che impedirebbe di spedire dei verbali ad un accademico, lo scorso 3 settembre ho rinnovato la domanda, delegando il mio Segretario a recarsi presso detta Sede. Ad oggi non so ancora quando potrò essere accontentato e messo in condizione di poter esercitare i miei diritti e i miei doveri. Per coscienza riformulo espressamente la richiesta ai sensi e per gli effetti della legge che consente l’ "accesso agli atti", con la motivazione di voler comprendere i dubbi da molti verbalmente sollevati circa un possibile conflitto di interesse e/o incompatibilità esistenti, quale ad esempio quella eventuale del collega Michele dall' Ongaro che, a prescindere dalla stima che merita, è stato eletto Consigliere d'Amministrazione e Vice Presidente pur conservando i numerosi ruoli - a dire di molti confliggenti - che ricopre in ambito musicale (tra gli altri Sovrintendente dell'Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI e Responsabile della Programmazione Musicale di RAI Radio-Tre). Poiché alcuni colleghi si sono lamentati con me riguardo a ventilate altre deleghe recentemente attribuite allo stesso Maestro e, pare, ulteriormente confliggenti, desidero documentarmi su quanto accaduto nelle ultime assemblee. Il nostro Statuto - sull'osservanza del quale vigila il Collegio dei Revisori - prevede infatti l'astensione per il consigliere di amministrazione che ha rapporti di dipendenza con persone ed enti che possano avere interessi in conflitto con quelli della Fondazione (art. 7). Caro Presidente, io ormai sono vecchio e purtroppo la mia salute precaria non mi permette di venire a far sentire la mia voce di persona come sai che farei, ma questo scritto vuole costituire l'ultimo mio intervento su una situazione penosa che ha determinato prostrazione, disaffezione e malessere all'interno di una delle più prestigiose realtà musicali del nostro Paese, ove figurano i più illustri musicisti italiani. Mi hai profondamente deluso poiché con il tuo operato hai costretto molti accademici ad una umiliazione che nessuno di noi merita ed hai contribuito al decadimento dell'Accademia intitolata a Santa Cecilia patrona della musica sacra.
Con richiesta di protocollo.
                                                                                                       Domenico Bartolucci
                                                                                                               ( Roma,26 giugno 2013)



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