giovedì 9 ottobre 2014

Musica per la grande guerra. Omaggio a Re Alberto del Belgio: KING ALBERT'S BOOK.1914

In segno di riconoscenza e ringraziamento, il mondo intero si mobilitò a favore del Re del Belgio e del suo esercito, per la strenua difesa della sua neutralità contro l'avanzata tedesca. E il Daily Telegraph pubblicò l'infinita serie di omaggi, di ogni genere, per tanto valore. Fra i quali anche musiche di Debussy, Mascagni, Elgar.
Natale 1914. Il 'Daily Telegraph' pubblica il 'King Albert's Book'. 'Omaggio al re del Belgio ed al suo popolo da parte delle più rappresentative personalità, uomini e donne, di tutto il mondo'. Ragione di tanta attenzione ed insieme riconoscenza nei confronti del giovane sovrano belga, Alberto I, e del suo popolo è la difesa coraggiosa, strenua, alvolta eorica dei propri confini dall'invasione nemica, di fronte alla quale, purtroppo, anche il Belgio doveva poi capitolare.
Il mondo intero - politici, artisti, letterati, giornalisti, uomini di chiesa, scienziati - intese testimoniare tale riconoscenza aderendo all'iniziativa promosa da Hall Caine, ed inviando testimonianze di ogni genere raccolte con cura nel volume, edito dal 'Telegraph'.
Testi, pitture, sculture, musiche. Sì, anche musiche. All'omaggio non si sottrassero musicisti di gran nome, italiani, francesi, inglesi. Mascagni, Debussy, Saint-Saens, Elgar ed altri, meno noti ma ugualmente entusiasti e convinti. Mascagni, Debussy ed Elgar inviarono omaggi musicali veri e propri, brani di musica di diversa ampiezza , mentre Saint-Saens scrisse un profilo del re e della regina che egli aveva conosciuto a Montecarlo.
'Ho conosciuto - scrisse il musicista francese - le loro altezze reali il Principe Alberto e la Principessa del Belgio, futuri sovrani, presso un altro Alberto I, caro amico della Francia, che mi presentò a loro, e cioè sua altezza serenissima il Principe di Monaco. Grandi amanti della musica, essi mi fecero una bella accoglienza e manifestarono il desiderio di ascoltarmi suonare l'organo della cattedrale del principato, uno strumento eccellente ma di piccole dimensioni, più adatto ad accompagnare il canto che ad una esecuzione organistica vera e propria. Feci del mio meglio e l'indulgenza degli uditori fece il resto”.
Il Principe e la Principessa giravano la Costa azzurra su una minuscola automobile a due posti, offrendo un quadro charmant di ménage unito e felice. La Principessa era sempre vestita con grande semplicità, la semplicità delle grandi signore. Si divertiva moltissimo a fare foto, ed io stesso ero spesso preso di mira dalla sua macchina fotografica; per tale ragione ebbi l'onore di posare in gruppo con il suo nobile sposo”.
Grande, veloce, elegante, riservato, con un parlare sempre dolce e lento, il Re dei Belgi sconcerta al primo incontro, come persona enigmatica: chi non lo conosce pensa che egli abbia calato sul viso e sulla persona un velo impenetrabile. Nessun velo, nessun enigma. Dietro questa apparente freddezza ed insensibilità, egli si rivela invece affabile, persona di prim'ordine, uno che ha studiato ogni cosa, ogni cosa ha approfondito, e nulla gli è estraneo. Senza dubbio alcuno, a lui si deve attribuire la superiorità di cui l'armata belga ha dato prove così evidenti nella impari ma gloriosa lotta contro la Germania. Senza perdere la tranquillità, il giovane re, noto fino ad ora come un diplomatico, saggio, artista, sì è rivelato all'improvviso, anche un eroe, riscuotendo la meraviglia e l'ammirazione del mondo intero”.
E la graziosa regina, dall'apparenza così fragile, delicata, quale grande energia ha rivelato nel suo triplice ruolo di regina,sposa e madre. Di questa coppia reale, illuminata dall'aureola duplice della giovinezza e del martirio, la storia parlerà”. Firmato Camille Saint-Saens.
Al medesimo indomito coraggio si riferiva nel suo omaggio il nostro Luigi Barzini del 'Corriere della Sera', quando scriveva: “ Il Belgio è caduto, ma ha conquistato il cuore del mondo!... La sconfitta lo innalza e glorifica come il Martirio santifica e sublima la vittima e la sua fede...Il Belgio ha messo l'Indipendenza al di sopra dell'Esistenza. Non ha contato i nemici, non ha calcolato la probabilità: ha visto soltanto la giustizia e la santità della causa. Ha compiuto qusta cosa sublime: combattere senza speranza... man mano che avanzava inesorabile la pesante marea teutonica, mano a mano che il Belgio rimpiccoliva, noi lo vedevamo più grande. Ai nostri ochi il Belgio ingigantiva sulle rovine stesse del Belgio”. Dello stesso tenore l'omaggio di Anatole France: “Il Re Alberto è nato con l'anima di eroe e di uomo giusto. Dalla sua ascesa al trono ha sempre avuto la stima di tutto il suo popolo – me ne sono accertato personalmente – il rispetto di tutte le parti politiche e sociali, ed anche di coloro che sono meno disposti ad inchinarsi al cospetto delle prerogative reali. Egli ha ispirato fiducia in tutti. Gli si è riconosciuto sempre uno spirito di dirittura, saggezza, giustizia, dolcezza. Ancora giovane fu sottoposto ad una dura prova. Quando, a causa di un attentato mostruoso, i tedeschi violarono la neutralità del Belgio il Re non si inchinò alla forza e non si limitò a protestare contro la violazione dei trattati più sacri. Il Re oppose alle numerose milizie del Kaiser la piccola armata belga; e la sua spada lucente e pura a difesa di una giusta causa”.
Ma veniamo agli omaggi musicali, fra i quali i più importanti per il gran nome dei suoi autori. Cominciamo da Pietro Mascagni, il quale compose appositamente un foglio d'album per pianoforte - recentemente riscoperto ed incluso nel suo catalogo d'opera - dal titolo 'Sunt lacrymae rerum' . Di forma triparita si apre con una serie di accordi nel registro basso, che reca l'indicazione ' andante mesto', e l'andamento 'grave'. Appena creata l'atmosfera, si ascolta una melodia nel registro acuto, segnata dall'indicazione ' con espressione di tristezza' che occupa la gran parte del breve brano, per concludere con la ripresa degli accordi iniziali, ancora nel registro basso, con un 'piano' che, smorzandosi lentamente, arriva al pianissimo.
Curioso che un musicista che in seguito avrebbe fatto professione fascista - non è un mistero - facesse omaggio al coraggio del re belga e del suo popolo che avevano resistito, fino allo stremo all'invasione tedesca.
Edward Elgar inviò come suo personale omaggio all'eroico re belga ed al suo popolo, un brano dal titolo 'Carillon' per grande orchestra e voce recitante, ma presentato nella forma della 'riduzione per pianoforte' o di prima stesura, poi orchestrata ( come sarà dell'omaggio più alto al re belga, quello di Debussy) con il quale accompagnare ' Cantiamo, Belgi, Cantiamo', poema di Emile Cammaerts, in lingua francese. Nella forma del melologo in diversi punti, si presenta come un brano di notevoli dimensioni, variamente articolato. Una consistente introduzione ( Allegro), interrotta per dar modo al recitante di rivolgere ai Belgi l'invito a cantare il loro coraggio per la giusta causa. Un breve passaggio, in forma di melologo, dal sapore onomatopeico, egue sulle parole 'al suono del tamburo ecc...” che si termina con un secondo invito ai Belgi, a danzare; ancora un lungo episodio orchestrale , inframezzato dalla recitazione del seguito del poema, a sua volta seguito da un altro breve episodio in stile 'melologo', in questo caso in un' atmosfera raccolta, quasi di preghiera, per piangere sulla presa di città come Bruxelles, Malines, Lovanio, Liegi per concludersi con l'invito inziale 'Cantiamo, Belgi, Cantiamo!
Una curiosità musicale, prima di passare a Debussy. La musicista inglese Ethel Smyth inviò, come suo personale omaggio, una ' Marcia delle donne', brevissima ma con ritornelli, e di tono marziale.
Claude Debussy, infine, scrisse la 'Berceuse Heroique', 'per rendere omaggio a sua maestà il re Alberto I del Belgio e ai suoi soldati'. La composizione, ben nota, è scritta a tre parti, in attesa della succesiva orchestrazione con cui è oggi nota, avvenuta nel dicembre di quello stesso tragico 1914.
La storia della composizione la racconta il musicista, andata a vuoto la richiesta di scrivere una 'Marcia eroica', perchè “fare dell'eroismo nella tranquillità, al riparo dalle pallottole, mi sembrava ridicolo”.
In ottobre cadde Anversa, e subito dopo le armate tedesche raggiunsero la costa belga. Il mese successivo il romanziere Hall Caine, contattò artisti e personalità dei paesi alleati chiedendo a ciascuno di inviare qualcosa in omaggio al re Alberto I del Belgio. All'appello rispose anche Debussy , ed il suo omaggio, senz'altro il più importante dei musicisti francesi, finì nel 'King Albert's Book', che il Daily Telegraph stava preparando ed avrebbe pubblicato poco dopo - la prefazione reca la data 'Natale 1914'.
Racconta Debussy al suo amico Robert Godet: ”Sollecitato dal Daily Telegraph ho dovuto scrivere un pezzo per il 'King Albert's Book'. E' stato assai difficile, tanto più che la 'Brabanconne', (canto nazionale belga, del quale s'ode un'eco nella composizione di Debussy ) non ispira nessun eroismo nel cuore di chi non è stato allevato con essa. Il risultato di queste divagazioni s'intitola 'Berceuse Heroique'... E' quanto ho potuto fare, dato che la vicinanza delle ostilità mi turba fisicamente. Senza contare la mia inferiorità militare, perchè non saprei neanche maneggiare un fucile”.

In precedenza, alle prime avvisaglie di guerra in Francia, Debussy rifletteva: “Bisognerà serbare le energie per il dopoguerra, perché se saremo vittoriosi – e bisogna sperarlo ardentemente - le preoccupazioni artistiche saranno all'ultimo posto nelle nostre preoccupazioni.. Mai, in nessun tempo, l'arte e la guerra sono andate a braccetto... Per quanto ci si possa sforzare, tante catastrofi l'una dopo l'altra, tanti indicibili orrori ci stringono il cuore. Non parlo dei due mesi in cui non ho scritto una nota né toccato il pianoforte: non è nulla in confronto a questi tragici avvenimenti; ma non posso fare a meno di pensare a tutto questo con tristezza...Alla mia età, il tempo perduto è perduto per sempre”.

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