sabato 25 ottobre 2014

L'Opera di Roma chiede ai sindacati di risolvere i problemi che dovrebbe, invece, risolvere il sovrintendente

Una riunione dopo l'altra sia del CDA che dei sindacati con il rappresentante del teatro, che in questi ultimi tempi non è più il sovrintendente, codardo, ma il direttore del personale. Insomma il sovrintendente che , per la sua parte, ha creato problemi, ora quei problemi li dà da risolvere al direttore del personale, perché lui ha deciso di non farsi vedere. Naturalmente, resta inteso che i sindacati di problemi ne hanno creato anche loro. Ed anche tanti, ma non tutti quelli che ora si vorrebbe loro attribuire, come quello della scappata degli sponsor. Argomento davvero specioso.
Di sponsor importanti il teatro non ne ha avuti nel periodo in cui al Campidoglio  ha regnato Alemanno, a Piazza Gigli il suo 'inviato speciale' De Martino, con il compito di 'mettere ordine nei conti lasciati in rosso da Ernani', la qual cosa lui ha poi fatto con il buco da 13 milioni, e al Costanzi regnava Muti - almeno per un triennio. Sponsor zero, nonostante che per un periodo nel CDA dell'Opera Alemanno avesse cooptato (costretto) personalità del mondo delle istituzioni e della finanza che poi  si sono una dopo l'altra defilate. Ora all'improvviso c'era, a detta del teatro, una fila di sponsor che premevano per entrare a donare i loro soldi ad un teatro in profonda crisi e con un sindaco che adesso, ma non solo adesso, viene bocciato anche dal suo partito, dopo la solenne bocciatura dei suoi cittadini che hanno valutato zero la sua gestione.
 I sindacati - non si capisce però se tutti o buona parte di essi, ma si vorrebbe che fossero tutti, ovviamente - si sono dichiarati disponibili a trattare per aumentare, e di molto, la produttività ( si dice del 40%, che a noi sembra troppo e dettato quasi esclusivamente dalla buona volontà, e non da convinzione e da calcoli sicuri), mentre invece nulla si dice degli altri punti importanti ( l'integrativo, ed i vari capitoli poco chiari, come quello dei permessi artistici).
A proposito di questi ultimi, il teatro ha fatto sapere, attraverso il direttore del personale che, d'ora in avanti, secondo la legge, tali permessi devono essere richiesti  con almeno venti giorni di anticipo e non è detto che saranno sempre accordati, perchè il teatro valuterà la qualità  delle prestazioni esterne dei vari artisti. Ma se esisteva questa legge, perchè Fuortes non spiega come mai nell'anno circa di sua gestione abbia concesso tali permessi - ha specificato quasi 1000 in un anno, una enormità! - richiesti  non secondo le disposizioni di legge e per prestazioni esterne anche disonorevoli (si dovrebbe dire: IGNOBILI, anche di alcune delle prestazioni interne al teatro, come le Toccate e Fuga); perchè Fuortes ha lasciato andare le cose per il verso sbagliato e solo ora tira fuori le irregolarità che non ha saputo stroncare subito, all'indomani del suo arrivo in teatro?
E perchè non ha messo subito fine ai contratti di esterni  chiamati per raggiungere gli organici di volta in volta richiesti da questo o quel titolo, ma mancanti a causa  dell'assenteismo di vario genere dei titolari?
 Ai sindacati il CDA chiede ora una ricetta per risparmiare i 4 milioni di Euro che mancherebbero al bilancio, per  le minori entrate  a seguito degli scioperi e per la fuga dei sponsor. La quale somma   verrebbe trovata attraverso la esternalizzazione bocciata dal mondo intero fuorchè da Fuortes e Marino e Franceschini (e non dimentichiamoci di Nastasi, che questa sua miracolosa ricetta va predicando da tempo: si ricordi la sua relazione, inviata  e non letta di persona, per la vergogna ed il timore dei fischi, al convegno di Firenze di un paio di anni fa!).
Il teatro - cioè Fuortes e non il direttore del personale, insieme a Marino - incontri i sindacati e stabilisca con loro un patto su cui ricocostruire sulle rovine del teatro una nuova pace, più giusta e produttiva, con meno privilegi.
 Questo deve saper fare Fuortes.E non andare a fare le conferenza stampa dell'Auditorium o sfilare sul carpet che per lui  è rosso, ma per la vergogna.

Nessun commento:

Posta un commento