mercoledì 1 ottobre 2014

Il Pizzo a Palermo

Il mago Giambrone, Francesco ( da non confondere con il di lui fratello, noto esponente e parlamentare dell'ex partito di Di Pietro e capo del partito siciliano di Orlando) medico ed aspirante critico musicale passato a fare l' assessore  e il sovrintendente - andata e ritorno - e poi di nuovo  l'assessore  e  il sovrintendente,  in un film già visto, ha tirato fuori dal suo cilindro la soluzione da oscar per il Massimo, dove è tornato per volontà del suo padrone, il  sindaco di Palermo,  Orlando, per la seconda volta. L'aveva promesso. Per la direzione artistica - che avrebbe potuto tenere lui, con la stessa competenza con cui tiene la sovrintendenza -  ho in serbo una sorpresa: un nome che spiazzerà tutti. Detto fatto. Questo il nome, ed è da Oscar: Pizzo. In sostituzione del precedente, un regista, messo lì da Cognata, purtroppo a digiuno completo di musica, come  l'ottimo Giambrone ha avuto modo di sottolineare, pretendendo quella  competenza della quale ha fatto la sua bandiera professionale in tutta la vita.
 Con l'Oscar Pizzo questo problema non esiste. Pizzo è un pianista, anche se oggi non suona quasi più perchè ha saltato il fosso e s'è buttato, spinto da Fuortes, nella direzione artistica. Nel caso specifico quella rassegna di musica 'Contemporanea' che da qualche anno ha luogo all'Auditorium, nel corso della quale  egli ha attivato contemporaneamente un centinaio di metronomi, in una singolare sinfonia ritmica, ha fatto fare le ore piccole a tanti appassionati nella '24 ore Satie', ed infine ha fatto  atterrare nel piazzale  antistante l'Auditorium, ben quattro elicotteri e li ha poi fatti levare in volo, con i musicisti che avevano sotto braccio la musica di Stockhausen, tanto suonarla non serviva, a causa del rumore assordante delle pale di quei mostri volanti.
Giambrone, conoscendo queste imprese da Oscar, gli ha detto che voleva anche a Palermo  queste performances per le rinate - ad opera di Giambrone sovrintendente - 'settimane' musicali di molti decenni fa dedicate alla musica contemporanea. E  nelle prossime settimane egli farà sentire ai palermitani che sa davvero suonare, presentandosi proprio in uno dei concerti previsti da Giambrone. La qual cosa fa pensare alla lunga trattativa che Giambrone ha avuto con Fuortes, per fregargli quel diabolico inventore di cose pazze per l' Auditorium romano.
Giambrone, inoltre, ha avuto modo di saggiare da vicino la competenza del Pizzo  attraverso quelle rassegne italo-francesi che egli ha curato sotto l'egida dell'Ambasciata transalpina in Italia, 'Suona francese' che ha poi partorito anche un 'Suona italiano', nel corso delle quali ha avuto come partner anche i Conservatori italiani,  compreso quello di Palermo, presidente Giambrone, ancora lui, dominus  siciliano, che nelle ultime edizioni è stato oltremodo presente. L'opera del Pizzo in queste rassegne è stato prevalentemente quello del  'postino' smistatore il quale ha ricevuto tante proposte - in Italia ci sono persone che sanno farne -   e che se le pagano anche (come è accaduto per molti appuntamenti di queste rassegne), pur di apparire.
 Giambrone dunque ha apprezzato questa capacità di valorizzare tutto e tutti e, alla fine, ha deciso per  il  Pizzo. Il quale , dovendo fare il direttore artistico di un teatro, deve occuparsi prevalentemente di melodramma, come non ha mai fatto prima, ma le cui competenze, pari alle sue di Giambrone,  il medesimo Giambrone avrà avuto modo di verificare da vicino.
 Imparerà. Del resto la musica la conosce e la sa leggere. All'inizio sarà  forse  un pò  faticoso, ma a questo penserà Giambrone e tutta l'équipe del teatro che si occupa della produzione artistica. Del resto non è il primo caso di apprendistato  fatto non nelle  piccole ma istruttive botteghe, ma direttamente dagli scranni più alti di importanti istituzioni.
 Ci vengono alla mente altri esempi, recenti, di musicisti di successo, catapultati a fare cose che non avevano fatto mai prima e che dunque si temeva non sapessero fare.
 Ne parlava, accusandolo, Cagli, riferendosi a Giorgio Battistelli, compositore che del  film musicale ha fatto la sua carta vincente, in occasione delle ultime elezioni per la sovrintendenza di Santa Cecilia, che videro  Battistelli sfidare Cagli e Cagli vincere. Il quale parlando di Battistelli  aveva detto - come riportato in alcune lettere rese note ai giornali - che  'quello non era in grado neanche di organizzare un concerto'. Mentre lui sì. Che è poi ciò che, prima, Battistelli, a sua volta, aveva, più o meno, detto di un compositore romano, Nicola Sani, oggi  consulente artistico del Teatro di Bologna, al tempo della sua  direzione  artistica dell'Opera di Roma: 'quello del melodramma non sa neanche che  esiste'. L'uno e l'altro oggi fanno i direttori artistici, e perciò devono aver imparato. A meno che da ambedue non si pretenda che conoscano come si organizza un concerto, o quali voci sono necessarie per un particolare titolo operistico. A questo ci pensa  l'équipe tecnica che ogni istituzione musicale ha (  ed è costretta ad avere, per l'incapacità dichiarata di tanti direttori artistici. E questo vale dalla Scala a ... e il resto non dico!) nei vari 'esperti di voci'  o 'segretari'  e 'coordinatori' artistici e, nei teatri, 'responsabili di cast' e consulenti vari.
 Dunque anche il Pizzo può farcela, da lui Giambrone vuole idee che facciano accendere i riflettori sul suo teatro, che ha un'immagine un pò appannata.
Come l'ha presa questa fuga il Fuortes in grande difficoltà sulla piazza romana? Non lo sappiamo. Certo che privarsi dell'inventore sarà stato duro, anche perchè  difficile da rimpiazzare, uasi impossibile. A meno che  il Pizzo medesimo non decida di tenersi Roma ( 'Contemporanea') e  Parigi ('Suona francese' e 'Suona italiano'), insieme a Palermo.

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