lunedì 27 ottobre 2014

Che ci facciamo di tante istituzioni musicali a Roma? Perchè non le unifichiamo?

Non ricordiamo esattamente quando,  comunque mesi fa, su questo blog  facemmo uno scherzo: annunciammo  che due delle principali istituzioni romane ( l' Accademia di santa Cecilia e l'Accademia di Filarmonica Romana) stavano per fondersi e dar vita alla Romana Accademia Filarmonica di Santa Cecilia. Si trattava naturalmente  di uno scherzo che qualcuno prese sul serio, tanto che ci telefonò per chiederci da chi avevamo avuto la notizia in anteprima.
 A ripensarci, se riflettiamo sulle  balzane idee di Nastasi di fondere Opera di Roma e Santa Cecilia, quello scherzo ci sembra sia stato premonitore di una possibile catastrofe, che, per ora, resta solo una minaccia, accantonata, dopo la recente autonomia concessa a Santa Cecilia... scherza con i fanti e lasciar star le sante.
  Chi ci aveva fornito gli elementi per ordire quello scherzo? Semplicemente l'esame degli organi direttivi delle due accademie, nelle quali siedono, ai posti di vertice,  le medesime persone. E allora perché pagarle doppiamente, di qua e di là, e fargli fare due stagioni quando ne basterebbe una con un vertice unico e impiegati dimezzati, e il Teatro Olimpico trasformato in sala da ballo?
 Già prima di quello scherzo avevamo scoperto che gli intrecci segnalati  non riguardavano solo  amministrazione e  conduzione delle due istituzioni, bensì anche l'ingresso, attraverso elezione, nelle due accademie.
 Ci venne allora il dubbio che a candidare alcuni accademici dall'una e dalla'altra parte fossero state le medesime persone, scambiandosi di ruolo ( prima  elettori e canditati, poi eletti e a loro volta presentatori di candidati, successivamente eletti, grazie a loro).
   I diretti interessati  conoscono bene tali storie, mentre a noi furono riferite con  ricchezza di particolari  nomi e cognomi da un  accademico insospettabile,  presente ad uno scrutinio non proprio regolare che portò alla  nomina di uno dei tanti membri della gloriosa accademia.  Quando venimmo a conoscenza di questa vicenda  ne scrivemmo ai diretti interessati, solo perchè ne restasse traccia  scritta nei loro pc,  senza immaginare che avremmo avuto una qualche risposta. Una risposta, ma orale, a quattr'occhi, la ricevemmo. alle nostre  rivelazioni. Naturalmente ci venne detto che le cose non erano andate così come noi le avevamo scritte ed inviate.
 Niente nomi per ora, ma non è detto che fra breve non li facciamo anche per dimostrare che il mondo della musica non è fatto solo  di note, bensì anche di notabili dal comportamento non proprio specchiato e men che meno artistico.

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