venerdì 19 settembre 2014

Resistere,resistere e anche attaccare,ma Renzi dice di non credere alla giustizia ad orologeria

Il premier Renzi ha dichiarato, a seguito dell'indagine che ha toccato la sua famiglia - la procura di Genova ha mandato un avviso di garanzia  a suo padre per la vendita di una società  che si occupava di distribuzione stampa, società che tre anni dopo è fallita, ad un signore che poi è stato nominato- se non andiamo errati - curatore fallimentare in  un comune toscano troppo vicino a Pontassieve  ed alla famiglia Renzi - forse dallo stesso Renzi figlio? ( Chi vuole conoscere per filo e per segno la vicenda legga i giornali di ieri, noi li abbiamo letti e chiediamo di perdonare qualche nostra  inesattezza.  Per leggerli una seconda volta non disponiamo del tempo necessario). Infine, Renzi figlio, al momento della cessione, avrebbe goduto di una liquidazione, facendo anche egli parte della società (speriamo di ricordare bene).
 Renzi ha immediatamente dichiarato che lui rispetta le sentenze, e che un avviso di garanzia non è una sentenza, e che , infine, non crede alla 'giustizia ad orologeria' - caposaldo della fede berlusconiana - per semplice  comodità? - e che rispetterà la sentenza quando sarà emessa ( e magari lui non sarà più premier). Suo padre si è detto in grado di dimostrare la correttezza della operazione e la sua estraneità al fallimento, nel frattempo si è dimesso alla sezione PD nella quale aveva un certo ruolo.
Secondo noi  la dichiarazione di Renzi  è pura, ma necessaria, finzione, anche se occorre premettere che le colpe, eventuali, dei padri, non possono essere attribuite ai figli.
 Perchè la magistratura non è un esercito compatto di giusti e puri, perchè tale esercito è anche duro, e non è detto che sia interamente puro e giusto; anzi non lo è affatto. Giudici corrotti ed intrallazzoni ve ne sono quanti forse vi sono corrotti ed intrallazzoni nella società.
 Colpisce certo il fatto che questa storia che riguarda il padre - che la procura assicura  essere venuta fuori da un incrocio di indagini, la principale delle quali risale a  mesi fa (e comunque è sospetto che sia venuta alla luce ora, proprio ora) venga fuori dopo le decise prese di posizione del premier anche nei riguardi della magistratura in tema di risparmi ed efficienza. Anche i magistrati di tutti gli ordini devono sottostare al tetto dei 240.000 Euro di stipendio, non possono avere consulenze pagate; e devono ridursi le ferie nella speranza che tale riduzione si trascini appresso anche la riduzione dell'enorme arretrato della giustizia soprattutto civile, ma anche penale.
Contro tutto ciò - la integerrima schiera di servitori dello Stato al servizio dei cittadini -  la magistratura italiana ha preso  posizioni nette e contrarie ed ora si fa sentire portando in campo i suoi mezzi di combattimento, a cominciare dall'artiglieria che prende di mira lo stesso premier che, se proprio vogliamo essere precisi, con questa storia che riguarda suo padre non c'entra. Ma la magistratura italiana che  gode di più ferie degli altri, che è più pagata di altri servitori ( cosiddetti) dello Stato non  sta a guardare e scende in campo per farsi sentire e far sapere al premier di stare attento perché scava scava qualche scheletrino si trova nell'armadio di chiunque. Lo troverebbero anche in quello di Gesù che, se ben ricordiamo, frequentava anche puttane. Per redimerle. La giustizia italiana non gli crederebbe.

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