sabato 27 settembre 2014

Direttore sanitario dell'ospedale americano, in cui operava Ignazio Marino, a colloquio telefonico con il chirurgo italiano. Intercettazione via satellite

Quello che stiamo per rivelarvi è un colloquio riservato, di alcuni anni fa, che captammo attraverso sofisticate apparecchiature satellitari., senza immaginare che un giorno sarebbe tornato utile. Un colloquio telefonico fra il chirurgo trapiantista Marino ed il direttore sanitario dell'ospedale nel quale lavorava all'epoca.  I due parlano in inglese, ma noi traduciamo alla lettera.
 -Ciao Marino
-Ciao. Ascoltami, volevo riprendere il discorso accennato l'altro ieri nel consiglio di amministrazione. Sai che i finanziamenti al nostro ospedale, che è senz'altro uno dei migliori degli USA, stanno calando. E è difficile  sapere quando terminerà questo trend negativo, senza che noi facciamo qualcosa per  far tornare i tempi belli e le vacche grasse, come dite voi in Italia.
-Sì, lo so. Cosa intendi fare per  operare una svolta a nostro vantaggio? A me su due piedi non viene un'idea in tal senso. Potremmo fare una serata di beneficenza per raccogliere fondi....
-Ma no,  quelle le facciamo regolarmente, e ciò nonostante i finanziamenti sono al palo.
-Ma a te è venuta qualche idea per attirare l'attenzione sul nostro ospedale sperando che attiri anche altri nuovi  finanziamenti?
-Sì, un'idea ce l'avrei. Che ne diresti di un neurochirurgo in gonnella in sostituzione di Richard, bravissimo come sai, ma che è andato a lavorare in Giappone?? Una donna che opera al cervello potrebbe essere una bella trovata.
-Ma che dici? Perchè un neurochirurgo, solo perchè è donna, dovrebbe attrarre nuovi finanziatori?
-Perchè sarebbe la prima. Non ve ne sono, che io sappia, in nessun ospedale di fama.
- Ma ch'hai già un nome? Io, da quel che so, frequentando anche  riviste scientifiche e colleghi di altri rinomati ospedali, non  ne conosco. Se è questo che vuoi sapere da a me, non so indicarti nessun nome.
 -No, il nome già ce l'ho, me l'hanno suggerito Alexandra la caposala del tuo dipartimento e la ricercatrice di quello di neurochirurgia, Jeanine.  Si chiama Jeanne, di padre francese ma americana a tutti gli effetti.
-Non so chi sia. E tu ti fidi del suggerimento?
-No, che non mi fido, però mi sarebbe utile?
-Quali credenziali avrebbe per  il primariato di neurochirurgia?
-E' assistente del famoso Alex che tu conosci come uno dei migliori neurochirurghi.
-Sì, ma lei non ha mai operato finora?
-Comincia da noi: magari le prime volte facciamo venire ad operare il suo primario, tanto l'ammalato arriva in sala operatoria che già non capisce nulla.
- Sì, ma quanto tempo può andare avanti questa storia? E se gli eventuali finanziatori, ammesso che abbocchino, vengono a sapere dell'imbroglio, non corriamo il pericolo di perdere anche i finanziamenti che abbiamo? E se le cose non dovessero andare come tu pensi, e il nostro dipartimento di neurochirurgia divenisse noto all'opinione pubblica per i sempre più frequenti casi di morti sotto i ferri?
-Intanto, speriamo di no,  possiamo andare avanti per un pò.
- Ciao, permettimi di dirti che il gioco è molto rischioso. Comunque, come si dice in Italia, sono c... tuoi.
-Ciao Marino, grazie per il consiglio ed il sostegno.
Fin qui la telefonata captata furtivamente.
Passano  pochi anni e il celebre chirurgo Ignazio Marino, trapiantista in America, si trapianta in Italia e, per nostra sfortuna, diventa sindaco di Roma. Meno di un anno  dopo il suo insediamento deve fronteggiare la crisi dell'Opera di Roma, abbandonata da Riccardo Muti che fugge in America, a Chicago, dalla sua orchestra americana, la 'più bella del mondo'.
 E Marino, invertendo i ruoli, dal suo scranno di direttore capitolino telefona  al capo momentaneo dell'Opera di Roma per fargli una proposta oscena, quanto quella che a lui aveva fatto in America il suo direttore sanitario.
 Anch'egli vuole una donna come direttore musicale dell'Opera, al posto di Muti che - premette - è insostituibile, ma che si deve sostituire se non si vuol chiudere il teatro. Ed allora una donna, giovane - come le ha suggerito la sua assessora Alessandra Cattoi, preposta alla scuola, all'infanzia ed alla gioventù, ed ha trovato interesse anche presso l'assessore alla cultura Giovanna Marinelli - a lui sembra una buona scelta. Non solo, lui ha pronto il nome : Giovanna Fratta, quarant'anni, ed ancora mai salita su un podio di prestigio, come si rileva dal suo curriculum, anche letto con la maggiore benevolenza possibile. Nessuno dei suoi consiglieri ha voluto contrariare Marino; ed al sovrintendente Fuortes, che ha espresso qualche divergenza, dal basso delle sue conoscenze musicali, gli ha risposto piccato, rimandando l'appuntamento che aveva con lui, : la ragazza si farà. Esattamente ciò che il suo direttore sanitario aveva detto all'esterrefatto Marino, chirurgo trapiantista in America.

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