martedì 9 settembre 2014

Carnevalata con animali nella campagna abbonamenti dell'Accademia di Santa Cecilia

Le campagne promozionali delle nostre istituzioni musicali, fra le quali Santa Cecilia di quest'anno, ci sorprendono. Immancabilmente. Per la ragione che ci colgono di sorpresa e che ci irritano sempre, facendoci  piangere sui soldi pubblici buttati per simili scemenze. Naturalmente Santa cecilia non è sola. A mò di esempio, fummo folgorati  dalla campagna abbonamenti della scorsa stagione della Filarmonica romana. 'Silenzio, si fa musica', laddove noi avremmo preferito 'Casino. Non si fa musica'!, semplicemente per far sentire il nostro sss... per mettere a tacere quegli indisciplinati ascoltatori che, in sala da concerto, pretendono di parlare a voce alta, come fanno i sordi e, come si teme, siano la gran parte degli attuali frequentatori di concerti - data l'età.
La campagna 'animalier' di Santa Cecilia, appena partita, visibile sulle fiancate dei tram cittadini, si rivolge anche agli animali, nella speranza che anche loro, che hanno ascendenze  genetiche musicali, facciano qualche abbonamento. Per esempio, suggerisce Santa Cecilia, perchè una zebra non dovrebbe abbonarsi ai concerti di pianoforte, quando titola ' Pianoforte a coda' , giocando sul mantello bianco e nero, a strisce, come i tasti del pianoforte, dell'animale con la coda? E perché anche un qualche pennuto che vola alto con il suo lungo becco non potrebbe planare in sala Santa Cecilia, al quale l'invito è così formulato: 'Flauto a becco'. Spiritosi, ma vista l'avviata trasgressione, avrebbero potuto osare di più. Proviamo noi ad osare più dell'agenzia che ha realizzata la campagna dell'Accademia. Avrebbero potuto mettere Cagli, il sovrintendente, o Pappano, il direttore musicale, l'uno o l'altro, con un paio di corna in testa, non per l'ammissione nel novero di diavoli, bensì in quello dei 'becchi', ed un flauto dritto in bocca e sotto scriverci: 'Flauto a becco'. Allora sì che avremmo riso tutti di gusto, ed avremmo  prestato attenzione alla pubblicità, non facendoci minimamente sfiorare dal pensiero che il 'becco' affibbiato  ad una delle due massime autorità dell'Accademia potrebbe minimamente toccarli, essendo una falsità in termini. Non s'era mascherato molti anni fa anche Chung, il giorno del concerto inaugurale della sala Santa Cecilia che segnò la rottura definitiva con Berio, il despota, salendo sul podio vestito da babbo natale ( era il 22 dicembre)?
 Abbassare i toni, tornare all' antico. Quella bella elegante veste pubblicitaria dell'Accademia di un tempo, che oggi solo la Scala, che ne ha una simile, ha mantenuto nella cartellonistica, perchè cambiarla? Già perchè? Ce lo andiamo da tempo domandando.

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