giovedì 7 agosto 2014

Bruno Cagli a Santa Cecilia: lascia o non lascia?

Lunedì,  Bruno Cagli ha dichiarato di non farcela più, troppa fatica lavorare ad una programmazione musicale per l'Accademia di santa Cecilia, della quale è presidente, sovrintendente e direttore artistico, nell'incertezza e  con i tagli continui dei finanziamenti, ed  ha espresso la sua volontà di dimettersi anzitempo( comunque a dicembre per effetto della Legge Bray, decadono tutti i consigli di amministrazione delle fondazioni lirico-sinfoniche e si deve procedere a nuove elezioni, anche se l'Accademia ha un regime speciale) segnalando a tutti il nome del successore 'in pectore' - non del tutto - e cioè di Michele Dall'Ongaro al quale  egli ha già dato agio, definito 'eccessivo', in Accademia.
Martedì,  in una seconda intervista, faceva marcia indietro sulle dichiarazioni del giorno prima, affermando che non credeva di poter condurre a termine un eventuale prossimo incarico di cinque anni, troppo oneroso per la fatica già  espressa nella prima intervista. L'intervistatore, Fabio Isman ( Messaggero) ipotizzava il nome, anzi i nomi dei possibili contendenti per la successione. Naturalmente Dall'Ongaro, suggeritogli dallo stesso Cagli, come aveva già fatto nell'intervista a Cappelli (Corriere); e - scrive Isman - Giorgio Battistelli, che già era stato avversario di Cagli nella precedente tornata elettorale e che ora tornerebbe a candidarsi al posto di Cagli e contro Dall'Ongaro.
Isman, certamente non di sua iniziativa, ma opportunamente indirizzato, aggiunge una annotazione: Battistelli è un compositore - come se Dall'Ongaro non lo sia, anche se un fondo di verità quell'affermazione l'ha. Perchè Battistelli è un vero compositore - Dall'Ongaro lo è meno nel senso pieno del termine e a giudicare dai risultati - come lo era Berio, che  è stato sovrintendente dell'Accademia dopo Cagli, che lo era stato fino al 2000, e  prima di Cagli che vi tornerà nel 2003 alla morte del celebre compositore, la cui gestione - sottolinea forse a ragione, ma in questo caso certamente imbeccato, Isman - non è stata certo la più memorabile, come  dire che i compositori non fanno bene all'Accademia; mentre bene farebbero i musicologi, come Cagli, ed anche  gli organizzatori come Dall'Ongaro, e prima di lui, mutatis mutandis, il grande Francesco Siciliani, di fronte al quale Dall'Ongaro fa la figura di una pulce.
A questo punto sorge il dubbio che Cagli, settantaduenne e non ottantaduenne - come ha scritto Isman -  voglia restare ancora, e  che farebbe, per l'ennesima volta, offerta finta di dimissioni,  per farsi pregare a restare,  fregando sia il suo delfino che l'eventuale contendente Battistelli. E Cagli ne sarebbe capace.
 Tuttavia nel piano 'C', Cagli dimissionario, si fronteggerebbero Dall'Ongaro e Battistelli, un tempo amici, poi a lungo nemici, sempre per via del ruolo di Dall'Ongaro in Rai, poi rappacificati in nome dei comuni interessi non esclusivamente musicali, semmai anche di carriera e  gestione del potere, che ora tornerebbero a farsi reciprocamente la 'faccia feroce'.
 In questa ipotesi coloro che voterebbero Dall'Ongaro - oltre la corte di Cagli - sarebbero gli stessi che voterebbero Battistelli che deve far leva anche sui nemici, dichiarati e non, di Cagli.
Ma agli amici di Dall'Ongaro, serve più  Michele sovrintendente, o Michele factotum in Rai? Certamente la seconda, per via degli spazi enormi che le trasmissioni Rai consentono a Dall'Ongaro di riempire con le musiche di amici - come ha sempre fatto, non è un mistero! - mentre in Accademia non può infilarci in ogni concerto o quasi pezzi di amici, sostenitori ed elettori. Salvo che non intenda seguire anche su questo terreno le orme di Cagli che aveva promesso mare e monti agli Accademici per averne il voto - come denunciato apertamente dal cardinal Bartolucci in una sua durissima missiva - e poi quelle promesse non le ha mantenute.
 Comunque ciò che sarebbe un bene,  sempre relativo,ma solo per gli amici e sostenitori di Dall' Ongaro e cioè che egli restasse in Rai, non lo sarebbe per chi è interessato alle sorti della musica, perché la sua elezione, malaugurata comunque,  a santa Cecilia, potrebbe finalmente far entrare un pò di aria nuova in Rai, dove si potrebbero ascoltare anche musiche di compositori che non devono essere necessariamente amici di Michele.
 A proposito delle novità introdotte nella programmazione dell'Orchestra della Rai a Torino, con la gestione DallOngaro, specie quelle relative alla musica contemporanea, negli anni Ottanta - come ci ha rinfrescato la memoria, la lettura di alcune pagine della nostra gloriosa 'Piano Time' dell' epoca - esistevano le 'Giornate della nuova musica' nel corso delle quali, ad esempio, si incontravano Berio e Cage. Le attuali, quanto diverse da quelle, e quanto più vicine a quelle organizzate a Firenze da Battistelli, nella programmazione dell'Orchestra della Toscana, con il medesimo intento di quelle di Dall'Ongaro a Torino: fare la conta di amici e nemici e segnare il  proprio territorio.

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