sabato 12 luglio 2014

Partito,famiglia,casta. Le cose che contano di più per gli italiani, perchè le sole che possono assicurare un futuro. I Casi di Marinelli, Muti, Boldrini

Alla fine ha vinto Giovanna Marinelli, anzi ha vinto il partito al quale appartiene, il PD attuale, ma lei nel grande partito popolare della sinistra ha sempre militato; e a tale militanza deve tutta - TUTTA - la sua carriera prima nelle stanze della politica e poi  in quelle delle istituzioni. Un tecnico che conosce l'amministrazione, l'hanno definita  in queste ore. 'Tecnico' sarebbe nella materia della quale andrebbe ad occuparsi, conoscitrice dell'amministrazione a causa della sua permanenza a capo degli uffici dell'assessorato alla cultura, sotto il regno di Gianni Borgna. Quanto ci mancherà Nicolini, quando vediamo la cultura amministrata da burocrati di partito, onesti per carità, ma burocrati e, perciò, a nostro parere, inutili.
 Ma Muti, il grande direttore, quanti amici ha, e quanto grande è la sua famiglia? La prima donanda  è stato lui stesso a suggerircela, quando abbiamo visto ben due 'concerti per un amico', il primo alla memoria di Claudio Abbado - che suo amico non era; il secondo per Candido, anch'egli suo amico, ma solo indirettamente, in quanto marito di Carla Fendi che ha restaurato il Caio Melisso di Spoleto e vi ha ospitato il concerto di Muti di questa sera, da lei offerto e pagato s'intende, in collaborazione con il Festival di Ravenna. E rispunta la famiglia, nella persona del pianista solista, che è il marito di sua figlia Chiara, che ha debuttato con lui l'anno scorso a Ravenna e quest'anno a Roma (prima Hindemith e poi Puccini), prima nel festival di mammà e dopo nel teatro di papà. Ora c'è posto anche per il genero.
 La Boldrini, presidente della Camera, si sta rivelando meno incisiva di quando era 'Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati'. Oggi le sue energie sono rivolte in buona parte a difendere la casta che presiede, quella dei parlamentari e dei dipendenti della Camera dei deputati. Per i quali, parlamentari e dipendenti, tutti i tagli di Renzi, non hanno valore. Devono decidere da sè, per difendere la loro indipendenza, se un barbiere dei parlamentari debba guadagnare a fine carriera quanto guadagna un giudice. Oppone la Boldrini: guardate che i dipendenti sono persone altamente specializzate.  Scusi, signora presidente,  tutti i professori delle nostre scuole, compresi quelli universitari che, a fine carriera, guadagnano comunque molto meno dei suoi barbieri, le sembrano dei FESSI? E' bello ascoltare gli inviti alla riflessione, alla ragionevolezza, a fare sacrifici che spesso i presidenti delle camere rivolgono al paese, e poi vederli mettere sotto i piedi ogni ragionevolezza, per difendere ad oltranza privilegi, quando non addirittura vere e proprie RUBERIE. Ora basta, state attenti, un giorno il paese può esplodere. Ha sopportato già troppo.

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