lunedì 7 luglio 2014

Nicola Piovani bacchetta i politici: La vita è bella ma voi risolvete i problemi

Nel riferirvi a caldo della serata che abbiamo vissuto poche ore fa, nel piazzale del Policlinico Gemelli, dove il 50 della grande istituzione sanitaria e di ricerca veniva festeggiato con un indimenticabile concerto dell'orchestra nazionale del 'Sistema delle orchestre e dei cori giovanili ed infantili' in Italia, e la partecipazione di un coro di voci bianche e di un secondo, 'delle mani bianche', per il quale quando per la prima volta ne ascoltò uno simile in uno dei suoi primi viaggi in Venezuela, Claudio Abbado scoppiò letteralmente in lacrime, temiamo che a parlarne o scriverne, un pò dell'immensa emozione provata vada dispersa.
 Il concerto, al quale hanno partecipato alcune autorità, come il presidente del Senato che già aveva invitato il complesso  a Palazzo Madama per un concerto istituzionale, ma anche qualche sgallettata dei salotti romani alla quale non hanno spiegato che non  andava in spiaggia ad ascoltare musica, era stato preceduto dai discorsi di rito, fra i quali merita un buu senza limiti quello del presidente della commissione filatelica che ha letto un inutile  e penoso messaggio del sottosegretario Giacomelli che, nel presentare l'iniziativa dell'emissione del francobollo commemorativo, tesseva storia e panegirico delle Poste, in faccia alla Presidente Todini, senza  la benchè minima vergogna di dire male cose inutili e banali, e perciò inascoltabili.
 Per nostra fortuna la presentatrice della serata commemorativa ed anche di festa, Milly Carlucci, ha svolto con grande proprietà il suo ruolo. Cosa rara. Poi il concerto. Piovani sul podio; in programma musiche di Bartok, Brahms e dello stesso Piovani, naturalmente dalle sue colonne sonore. Ah, no, c'era anche Modugno con il suo ' Volare' ed una bella versione dell'Inno nazionale. In apertura di programma l'Allegro del sistema, scritto  appositamente da Piovani per il 'Sistema' italiano, e consistente in una specie di 'guida all'orchestra' di britteniana memoria,  ma molto più  breve, e su 'motivetto' dello stesso Piovani, mentre quella di Britten  era su un 'tema' di Purcell.
 Il coro 'delle mani bianche' disegnava con entusiasmo,vitalità ed insieme poesia la musica nello spazio coinvolgendo tutti in un grande abbraccio a distanza, tutti con le mani alzate e mosse in segno di saluto ed augurio.
 Il concerto è filato liscio naturalmente; la musica più gradita da un uditoriuo analfabeta, come ben sappiamo, è stata quella conosciutissima  ed anche coinvolgente, diciamo la verità, del film 'La vita è bella', già premiata con l'Oscar.
 Se vogliamo dirla tutta, una volta apprezzato il gesto di grande  generosità di Piovani, la sua presenza sul podio; non possiamo tacere che nella musica  'vera' - permetteteci la durezza - è stata davvero un disastro. Ci ha fatto venire alla mente un direttore di altri tempi, Renato Fasano, per il quale circolava fra i professori d'orchestra la parola d'ordine ' chi lo guarda è perduto!'.
Ma , alla fine, Piovani  ci ha fatto dimenticare quella sua brutta prestazione, quando ha preso il microfono ed ha detto:" il concerto di questa sera, qui nel piazzale di un ospedale, ci permette di sottolineare due fattori per i quali giudicare una nazione, la qual cosa noi facciamo soprattutto quando siamo all'estero: la sanità e la cultura". Per la cultura - che è la materia  della quale Piovani è più pratico, ha poi detto "stiamo attraversando un brutto periodo e non da oggi, quando sappiamo che esistono  problemi seri  e complessi che influiscono sul nostro vivere civile.  I politici, ai quali mi rivolgo, devono risolvere questi problemi complessi, questo è il loro compito; lascino a noi artisti  le dichiarazioni ed i proclami".
 Ammalati e personale dell'ospedale hanno assistito  dai balconi, prevalentemente, al concerto che avranno certamente gradito molto. Sul piazzale pieno di pubblico dominava quella bruttissima statua di Giovanni Paolo II, il papa santo, noto anche per avere le statue più brutte al mondo.
 Il concerto, infine, veniva ripreso e rimandato su due schermi posti in alto alle spalle di coro e orchestra. una telecamera mobile con grande braccio ed una fissa , mai che avessero ripreso quelli che stavano suonando, staccavano sempre altrove, semplicemente per incompetenza e sciatteria registica. Ecco queste cose non ci sono mai piaciute e non vorremmo farcele piacere ora.

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