sabato 19 luglio 2014

Marianna Madia nel pallone

Dobbiamo ricrederci nuovamente su di lei:  la buona volontà non basta per fare bene il ministro se non si conosce a fondo la materia e  non si ha pratica di amministrazione dello Stato; e l'età giovane non è un valore in sè, contrariamente a ciò che va ogni giorno predicando il capo del governo, per difendere tutta la giovane schiera dei suoi ministri, e le quote rosa, dimenticando che il presidente Napolitano prima di dare l'ok  definitivo al suo gabinetto ha voluto che al tesoro e finanze non ci fosse un altro boy scout, ma Padoan, vecchia volpe, chiamato di corsa dal FMI. La Madia si sta rivelando di buona volontà ma di scarsa efficienza e capacità.
 Solo qualche esempio che  non può sfuggire neanche a noi che certo di amministrazione dello Stato sappiamo niente.
 La mobilità dei dipendenti pubblici che la Madia pensa di inaugurare, senza aggiunta di spese per lo Stato in caso di mobilità giornaliera ( perchè non la toglie ai parlamentari che ce l'hanno e a tanti altri frontalieri nazionali che si muovono per rubare soldi allo Stato - i casi dei tanti consiglieri regionali di Piemonte e non solo del Piemonte  avrebbero dovuto suggerirglielo). Alla Madia vogliamo far sapere che  i dipendenti pubblici soggetti per lavoro alla mobilità, senza che percepiscano per tali spostamenti una qualche diaria dallo Stato, sono tanti.  Noi conosciamo il caso dei professori, in specie di quelli dei Conservatori italiani, sparsi in tutta la nazione,  e vicino a quota settanta. La gran parte di questi insegnanti viaggia, e taluni anche da Catania ad Alessandria, per i primi anni, in attesa di un  trasferimento  più vicino al proprio domicilio. Quanti insegnanti sono costretti settimanalmente a prendere l'aereo da Roma, ad esempio, per Cagliari o per Palermo o viceversa. Per tali spostamenti va in fumo buona parte del loro lauto stipendio. Capito Madia? A nessun ministro della Repubblica, preposto a tale settore, è venuto in mente di fare un  censimento di questi lavoratori  costretti allo spostamento forzato, per vedere se non era possibile, attraverso un ridisegno della mappa degli insegnamenti e dei professori affidatari , a correggere questa anomalia che oltre tutto , per ragioni ovvie, comprensibili anche alla ministra, non è salutare per gli allievi e  per l'istituzione di appartenenza.
La ministra, altro caso, gongola per il fatto che  fra breve nessun pensionato pubblico potrà ottenere incarichi pubblici. Questo privilegio - lei non lo sa - non l'hanno i normali pensionati, bensì quelli che hanno sempre trafficato, i quali si giustificano dicendo che la loro esperienza  ( in traffici non sempre leciti) non può essere buttata a mare. L'ulteriore privilegio di continuare a lavorare benchè in pensione  è consentito solo a chi vive di privilegi. Lo sa questo la giovane ministra?
 Tante altre cose la Madia non sa. E mentre continua a fare nuove leggi per riformare - a suo dire -la pubblica amministrazione, non ha tempo per fare osservare quelle già esistenti. Esiste una legge, ad esempio, che proibisce agli insegnanti di avere incarichi  retribuiti fuori dell'amministrazione pubblica - la cosiddetta legge 'Brunetta' - accompagnata da disposizioni che i ministeri competenti hanno inviato alle singole amministrazioni. Questa legge è regolarmente disattesa. Lo abbiamo scritto tante volte, ma non c'è verso, alla Madia come ai ministri dell'Istruzione, compresa la Giannini, non gli fotte assolutamente nulla. Loro per dire al mondo quanto sono attive, di leggi ne fanno nuove,  lasciando che le vecchie vadano in malora!

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