giovedì 5 giugno 2014

Letto sui giornali. Marino/Franceschini,Floris,Pappano,gdm, Skei, festival

Se parlano di Valle/MARINO E FRANCESCHINI/ dove mettono le palle? Marino l'altro ieri in tv: "entro giugno  troveremo una soluzione, siamo in contatto con il Ministro". Franceschini ai giornali oggi: "troveremo una soluzione, abbiamo sollecitato Marino a cercarla, spetta a lui la decisione". Marino e Franceschini/ dove c'hanno le palle?/ l'hanno appese al Valle/ le palle di cannone.
Perdonate la lingua aulica, ma abbiamo trovato questi versi in una delle profezie di Nostradamus, riguardante il destino di Roma e dei suoi governanti all'inizio del terzo millennio, e li abbiamo pubblicati, senza purgarli. Mentre per la prossima purga che sta per abbattersi sulla giunta Marino, Franceschini potrebbe avere il giusto 'astringente', e Marino non potrebbe rifiutarsi di ingoiarlo.
 A Floris l'altro ieri, il Corriere, a firma Paolo Conti, ha fatto un elogio per la sua determinazione nell'incalzare Renzi, durante l'intervista a RAI Tre, a proposito della RAI.  Ci è venuto in mente il grande Franceschiello,  che ammoniva i suoi soldatini, alla bisogna: 'facite a faccia feroce'; bastava un pò, perchè, subito dopo, per evitare lo sforzo innaturale, esortava: 'rifacite a faccia fessa'. Non conoscendo le lingue, non vorremmo aver offeso le orecchie napoletane. Chiediamo perdono.
Floris, che noi non sopportiamo - ce lo perdonerà l'illustre conduttore che se ne può anche fottere di ciò che pensiamo di lui, giustamente - come rivela oggi ancora Conti, potrebbe passare a Mediaset la prossima stagione, il suo contratto sta per scadere. Evviva! L'eventuale storia di Floris a Mediaset è già scritta, con l'inchiostro dell' Euro. Vuole, scrive Conti, altre esperienze professionali,  RAI Tre gli sta stretta. Ma non gli stava stretta  già quando  ha strappato un contratto da esterno con l'obbligo per la RAI di riprenderlo alla fine di Ballarò?  Ci viene ora un dubbio: quella sua  comica durezza con Renzi era la carta da giocare con la dirigenza RAI all'atto della firma del nuovo contratto; o, in caso contrario, per giustificare il suo passaggio a Mediaset, nonostante il grande amore per mamma RAI?
Prima di lui la strada dell'andata, e purtroppo anche quella del ritorno, l'hanno percorsa Pippo Baudo, Mentana, Santoro (ed anche il Fazio che da Telecom, per non ver fatto nilla, ma solo attraversato il ponte che l'ha condoto da Viale mazzini e Via flaminia,  scucì un bel pacco di miliardi. A qualcuno, Fazio insegna, è andata bene con  gli skei, ma non a tutti, Pippo ha dovuto ridare un palazzetto a Mediaset, che ora è adibito a sede del TG5. Floris non c'incanta. E pio non ci è neanche simpatico!
 A proposito di skei, oggi i giornali riportano molti messaggi ironici della rete sulla retata eccellente veneziana. Uno per tutti: a Venezia, di liberi sono rimasti solo i piccioni.
L'Italia dei festival. Non c'è città che non abbia il suo festival, qualcuna ne ha più d'uno, ma all'estero ci hanno fregati: Salisburgo vive di un festival dopo l'altro.  Ve ne sono tanti, prosegue Severgnini -  e intanto approfitta  per annunciare le sue due prossime comparsate prima dell'estate, che passerà sbracato in Gallura - che hanno superato anche gli scandali. Eh no, gli scandali offesi per il sorpasso, si sono fatti subito vivi: dopo l'Expo, Venezia.
Pappano a Salisburgo.  Non ricordiamo con precisione quale, ma su un giornale, l'altro ieri, abbiamo letto che è già tutto pieno per i prossimi cent'anni il calendario delle tournée dell'Orchestra dell'Accademia di Santa Cecilia, guidata da Pappano,  solo da lui - perciò sarebbe meglio dire, e con maggiore esattezza: Pappano con l'Orchestra di Santa Cecilia. A chi obiettasse che cambiando l'ordine dei fattori la somma non cambia,  saremmo costretti a  rispondere che questa regola aritmetica non vale nel nostro caso -  Pappano e la sua orchestra, a Salisburgo, in un sol giorno si presenta due volte, domenica prossima. La mattina, alle 12, con  l'orchestra solisti e coro nello 'Stabat Mater' di Rossini; il pomeriggio, alle 17, al Mozarteum, lui, sua moglie, solisti e coro per la 'Petite messe'. E' tempo di riposo, caro maestro.
Il Giornale della Musica, giunto all'incredibile traguardo dei trent'anni di vita - il primo numero nel 1985, era rivoluzionario nel formato, meno nei contenuti -  ha deciso di cambiare radicalmente, alla faccia di chi lo accusa di essere il giornale della musica che  'più si compra'. E, infatti, ha cambiato formato e veste grafica. Era ora.

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